CAPITOLO 21

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Zeus aveva deciso di visitare per più tempo e con maggiore frequenza il Campo Mezzosangue. La motivazione che era stata comunicata a Chirone, sebbene non necessaria alla loro permanenza, era stata la volontà di vedere i progressi dei semidei. Il centauro era convinto che avesse meno a che fare con la loro preparazione e molto di più con la presenza dei loro figli proprio tra quei semidei.

Poseidone aveva espresso la necessità di parlare con Percy, a sostegno del pensiero del vecchio centauro.

Fu davanti allo sguardo dei Tre Grandi che Leo portò Calypso per la prima volta al Campo.

Ade e Nico la fissarono intensamente, Zeus e Poseidone che si avvicinavano al fratello maggiore per osservare meglio la scena. Nessuno dei tre vedeva Calypso da molto tempo e, sebbene dei e vincitori per due volte contro i Titani, sentivano un senso di colpa per non aver rispettato la loro promessa a Percy.

Poseidone si irrigidì quando vide Leo teso vicino a suo figlio e Calypso sorridere meschinamente.

Percy la ignorò, sorprendendo i tre dei che, tenendo in considerazione il temperamento del padre del semidio, si aspettavano un'esplosione di ira profonda.

Invece, il semidio si rivolse a Leo che, una volta appurata la mancanza di desiderio di Percy nei confronti di Calypso, aveva ricominciato a sorridere e scherzare. Quella stessa mancanza, probabilmente, non aveva reso Calypso altrettanto felice.

"Sono contento di vedere che alla fine ci sei riuscito, Leo." Percy sorrise.

"Soprattutto grazie al tuo aiuto. Hai decisamente rispettato la tua promessa, Percy." Leo sorrise, dando una pacca sulla spalla del ragazzo più alto.

Calypso sbuffò. "Non fidarti delle sue promesse. Non sai mai quando le rispetterà."

Il padiglione cadde nel silenzio, le parole di Calypso che attiravano l'attenzione di tutti i ragazzi.

"Ripetilo." Percy disse, il tono di voce calmo, ma uno sguardo di acciaio in viso.

Nico iniziò a sorridere e, una volta che gli dei cercarono Thalia con lo sguardo, poterono vedere che sia lei, sia Rachel, al suo fianco, stavano entrambe sorridendo entusiaste.

I tre dei riportarono il loro sguardo su Percy, che stava fissando una Calypso scontrosa.
"Ho detto che non rispetti le tue promesse, Percy Jackson. Hai promesso che mi avresti portata via da Ogigia! Non lo hai mai fatto!" Calypso urlò.

"Non l'ho mai fatto?" Percy alzò un sopracciglio. "Ho chiesto agli dei di liberarti! Se non lo hanno fatto..."

"Avresti dovuto insistere!" Calypso urlò e Percy rispose. "Quando?"

Scosse la testa. "Dopo essere tornato da Ogigia ho attraversato il Labirinto di Dedalo, ho scoperto che Crono era tornato ed abitava il corpo di Luke, e ho scoperto che avrei dovuto fare un bagno nello Stige per evitare una guerra come la battaglia dove ho perso i miei amici! L'anno dopo ho dovuto difendere Manhattan da Crono, sperando di resistere fino all'arrivo degli dei, impegnati a combattere Tifone. Ho avuto due settimane di pace e poi ho ricominciato a fare missioni per gli dei e poco dopo Hera ha scambiato eroi. Sono stato privato dei miei ricordi, arrivato in Alaska, viaggiato fino a Roma e poi in Grecia. Ma io ed Annabeth siamo caduti nel Tartaro, dove la tua maledizione l'ha quasi uccisa." Percy finì di parlare, prima di dire. "E ho rifiutato l'immortalità anche per chiedere di liberarti, Calypso. Ho rinunciato all'immortalità per il bene di tutti quanti!"

Leo intervenne, perdendo il tono gioviale e gentile. "Adesso basta, Percy. Hai chiarito il concetto, amico. Puoi smetterla adesso. Specialmente considerando che... beh, potevi insistere con gli dei. Era la tua promessa, ma poi hai trascurato le conseguenze."

Percy sbuffò. "Dovresti essere uno dei più grati. Se non fosse stato per la mia richiesta, Hera sarebbe stata quella a portarti al Campo e... non era consigliabile. Forse non saresti nemmeno stato riconosciuto."

Il semidio riportò lo sguardo su Calypso. "Ho fatto il possibile per liberarti. L'intero Consiglio lo ha  promesso. Se hai problemi con questo, ti consiglio di portare queste preoccupazioni a Zeus, Calypso." Percy disse, freddo. Poi guardò Leo. "O tu, Leo. Visto che sembri pensare che avrei dovuto farlo io."

"Che ti succede, Percy?" Piper intervenne, alzandosi e mettendo una mano sulla spalla di Calypso, sostenendola mentre gli occhi dell'immortale si riempivano di lacrime. "Non ti sei mai comportato così."

"Ho smesso di essere quello che voi volete!" Percy rispose. "Ho smesso di permettervi di trattarmi come una nullità o come se tutto fosse colpa mia. Non lo è, Piper, ma ho smesso di lasciare correre ogni offesa contro di me. Sono stanco di essere chiamato quando avete un problema, e sentire le lamentele quando non siete contenti del risultato."

"Calmati subito!" Piper usò il proprio linguaggio ammaliante, vedendo come Annabeth avesse avuto ragione. Percy stava uscendo di controllo.

"Se usi i tuoi talenti su di me di nuovo, ti giuro che ricambierò il favore." Percy la avvertì. Nico, Thalia e Rachel stavano decisamente sorridendo, adesso, e gli dei potevano comprendere il motivo di tale divertimento.

Poi il suo sguardo cadde su Annabeth.
"Avanti, Chase. Vieni qui davanti a tutti e racconta come tutte le nostre imprese sono state un tuo merito."

Nico rise mentre Annabeth cercava di scappare, bloccata da Thalia. "Nuh, parla Annie."

Poseidone stava sorridendo orgoglioso. "Suppongo che Thalia avesse ragione. Percy doveva giudicarla non idonea."

Ade sbuffò. "E l'ha decisamente fatto."

Angolo autrice


Capitolo piuttosto breve, lo so. Volevo solo scrivere qualcosa XD.

Secondo voi dovrei cambiare il tag per età? Perchè ho particolarmente amato Percy nel Tartaro e la fic tenderà verso quel tipo di potere. Cosa ne pensate?

Non scrivo tutti i modi in cui Annabeth ha mentito, ma praticamente ha fatto in modo di far credere di aver fatto tutto lei, che quindi Percy era solo un peso morto il più delle volte.

Continuo a dire che non è un'Annabeth bashing, perchè non è una bashing. In questo momento è solo molto arrogante e superbia (ho praticamente portato all'eccesso il suo difetto fatale).

Alla prossima

By rowhiteblack

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