Percy stava guardando il padiglione svuotarsi, le confessioni di Annabeth avevano scosso nel profondo i diversi ragazzi. Nessuno si aspettava che avesse mentito così tanto e così profondamente, tanto che l'intera loro amicizia si era ridotta ad una serie di bugie.
Poi, sentì una presenza al suo fianco. "Percy."
"Papà." Percy si girò per sorridere al padre, prima di dire. "Mi dispiace, sai."
Il dio lo guardò interrogativo. "Per cosa ti stai scusando, figliolo?"
"Ho sbagliato. Ad urlarti contro per Annabeth. A quanto pare, non era così incredibile come pensavo che fosse." Percy sorrise tristemente. "Sai, non volevo diventare un dio perché avevo il terrore, tra le altre cose, di diventare qualcosa che lei avrebbe disprezzato."
"Disprezzi gli dei, Percy?" Poseidone chiese e Percy sospirò. "Non lo so più nemmeno io. Voglio dire, avete fatto delle cose orribili, ma non le fanno tutti?"
Poseidone non rispose, non sapendo nemmeno lui come si sentiva davanti all'ammissione di suo figlio. Una parte di lui desiderava spingere sulla questione immortalità, ma sapeva che Percy non avrebbe apprezzato la sua insistenza.
E, Poseidone aveva tempo per parlarne ancora.
Poseidone scosse la testa. "Non scusarti per quanto riguarda Annabeth."
Percy lo guardò stupito. "Ma avevi ragione tu. Non avrei dovuto metterlo in dubbio."
"Non scusarti mai per aver fatto valere i tuoi diritti, Percy." Poseidone gli disse, fissandolo negli occhi. "E non tirarti mai indietro davanti a qualcosa che ritieni ingiusto."
Percy sorrise. Poi inclinò la testa, guardando pensieroso suo padre. "Hai parlato con la mamma, di recente?"
Poseidone corrugò la fronte. "Cosa te lo fa pensare?"
"La menzione che hai fatto su Gabe, più che altro." Percy sospirò, distogliendo lo sguardo. "Non voglio davvero parlarne. È morto. Non può più farci niente."
Poseidone sentì la propria ira crescere, prima di calmarsi e dire. "Allora non insisterò sull'argomento. Voglio solo che tu sappia che sono disponibile, nel caso ti servisse qualcuno con cui parlarne."
Percy annuì, prima di guardare verso le capanne.
Poseidone disse. "Vieni con me ad Atlantide."
Percy si girò, sorpreso. "Come scusa?"
"Vieni ad Atlantide con me." Poseidone ripeté. "Sarebbero tutti felici di vederti e conoscerti."
"Davvero?" Percy chiese, prima di sospirare. "Chiedo solo alla mamma se..."
"Sally è d'accordo. Me lo ha suggerito lei." Poseidone fu veloce nel rassicurare e Percy rise, scuotendo la testa. "Per favore, non allearti con mamma per tenermi al sicuro. Potrei non vedere più la luce del sole."
Vedendo che lo sguardo del padre si faceva più intenso, forse pensando davvero alla possibilità di rinchiuderlo da qualche parte per sempre, Percy ritenne più sicuro cambiare argomento.
"Dai, andiamo. Voglio vedere se riesco a battere Kym al suo piccolo gioco, questa volta."
*****
Percy stava guardando in difficoltà le due sorelle immortali.
In qualche modo, andava piuttosto d'accordo con entrambe.
Ma era abbastanza difficile rimanere lì fermo a guardare le due sorelle immortali.
"Quindi, Percy, cosa hai fatto di recente?" Rhodes sorrise. "So che sei iscritto al college a New Rome, è corretto?"
Percy annuì. "Si, ho appena iniziato lì ed è divertente."
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Kintsugi
FanfictionIl kintsugi è l'arte giapponese di riparare con l'oro gli oggetti in ceramica andati in frantumi. In questo modo ciò che si rompe non viene accantonato o gettato ma acquista un grande valore Dopo il Tartaro, Annabeth e Percy non potevano più stare i...