<<Ehi Faye, perché c'è un elefante su questa tutina per bambini?>>
<<Non è un elefante Kai, quello è un capibara>>
Kai si girò verso suo fratello Oliver, che mangiava una mela comodamente seduto su una vecchia sedia di plastica bianca, e insieme i due ragazzini scoppiarono a ridere.
<<Non esiste nessun animale con quel nome, Faye!>> il ragazzino si rivolse di nuovo alla sorella, intenta a sistemare alcuni vestiti in una grande borsa di stoffa marrone sopra il tavolo.
<<Ma cosa?! Dammi qua!>> Faye tolse la tutina dalle mani di Kai mentre Oliver li osservava <<E' chiaramente un capibara! Come fai a dire che è un elefante? Dove la vedi la proboscide?>> poi Faye si girò verso sua madre che se ne stava davanti ai fornelli a preparare la cena <<Mamma... papà, vi prego. Fate qualcosa con Kai, è veramente troppo stupido>>
Oliver soffocò una risata, mentre Kai fece una smorfia alla ragazza.
<<Smettetela adesso. Su ragazzi, lasciate in pace vostra sorella e non fatela stancare troppo>> l'anziana signora Laine spense la fiamma del fornello e si asciugò le mani con un vecchio canovaccio <<Lascia cara, finisco io di piegare questi vestiti>> aggiunse dopo essersi avvicinata alla figlia e aver preso dei piccoli e graziosi calzini dalla pila di bucato sopra il tavolo di plastica.
<<Tua madre ha ragione, Faye. Siediti qui con me davanti alla stufa! Ti ho anche liberato la poltrona>> come ogni sera, il vecchio signor Laine se ne stava seduto sulla sua sedia a dondolo, accanto alla stufa, a leggere il giornale.
<<Si pa', finisco solo di mettere queste ultime cose nella borsa per il parto>>
<<Quando nasce il bambino?>> chiese Kai alla sorella.
<<Sono all'ottavo mese, ormai non manca molto. Per questo mi sto portando avanti con i preparativi>>
<<E quanti mesi servono in tutto?>>
<<All'incirca nove, Oliver>>
<<E hai finalmente scelto il nome?>> tenendo entrambe le mani ancorate al tavolo, Kai si spinse all'indietro con la sedia facendola rimanere in equilibrio sulle gambe posteriori. <<Già, ti abbiamo dato una lista con i nomi che ci piacciono di più>> disse Oliver mentre andava a buttare nella pattumiera i resti della sua mela.
<<Devi scegliere tra quelli>> Kai si rimise dritto con la sua sedia.
<<Ragaz->> Faye provò a rispondere, ma fu interrotta dal suono di qualcuno che bussava alla loro porta.
<<Ma chi è a quest'ora?>> il signor Laine ripose il giornale e si tolse i suoi occhiali da lettura, che rimasero appesi grazie alla cordicella che portava attorno al collo.
<<Kai, Oliver... avete di nuovo fatto danni nel campo del signor Gustavo?>> subito la signora Laine lanciò un'occhiata di rimprovero ai due figli.
<<Che io mi ricordi no>> Kai si scambiò uno sguardo d'intesa con Oliver <<almeno non oggi!>> aggiunse sghignazzando e battendo il cinque al fratello.
Il signor Laine sospirò, poi con fatica sollevò il suo corpo robusto dalla sedia a dondolo. <<Chi è che bussa così tardi?>> urlò mentre si avviava verso la porta.
La casa della famiglia Laine era abbastanza piccola. Cucina e soggiorno si trovavano nella stessa stanza, nella quale vi era anche la porta d'ingresso. Perciò, quando il vecchio aprì la porta, tutti i membri della famiglia videro chiaramente chi era stato a bussare. E tutti sipietrificarono, persino Kai e Oliver smisero di scherzare. Un militare in alta divisa si era presentato sulla soglia di casa loro e questa rappresentava una di quelle cose che non portavano mai a nulla di buono.
<<Faye, mettiti seduta>> sussurrò nervosa la signora Laine.
<<Ma mamm->>
<<Fa come ti ho detto. Ehi, dico a voi tre! Non fate né dite niente. Lasciate fare a me e vostro padre>>
Sebbene loro malgrado, i tre ragazzini sapevano di dover ubbidire alle parole della madre. Discutere con i soldati era roba da adulti, adulti come i loro genitori. Per cui anche Oliver e Kai si sedettero attorno al tavolo.
<<Buonasera. É lei il signor Laine?>> chiese il militare con voce piatta.
<<Si... si, sono io>> rispose il vecchio, la sua voce tremava in maniera quasi impercettibile. <<Bene. Allora ho bussato alla casa giusta>> l'uomo sorrise, ma questo non rese il suo aspetto più rassicurante <<Sono il colonnello Bosch. Faccio parte della task force del generale Stainertailer e sono qui per conto del carcere di Gale>>
<<Cosa è successo a mio figlio?>> ad udire quelle parole, la donna assunse un atteggiamento aggressivo.
<<Oh... lei deve essere la signora Laine. Buonasera anche a lei!>> il militare scorse la donna in fondo alla stanza, si levò il cappello e abbasso lo sguardo, poi si schiarì la gola <<Beh, non riesco a trovare le parole giuste. Forse perché non esistono in questo caso, ma... sono rammaricato nel comunicarvi che vostro figlio Felix è venuto a mancare questa mattina>> nonostante la sua voce si fosse fatta più profonda, continuava a rimanere piatta. La signora Laine si lasciò cadere su una sedia con lo sguardo perso nel vuoto, mentre suo marito si coprì la faccia con le mani e nessuno dei due emise alcun suono. Questo fu tutto quello che concessero di fare a loro stessi davanti all'esercito, questo fu tutto quello che li era permesso fare in quel momento. I tre ragazzini invece rimasero immobili ed impassibili, in loro non era possibile scorgervi nemmeno un capello che si muoveva o una palpebra che tremava. Tuttavia i loro respiri si fecero estremamente profondi e regolari.
<<Cosa è successo?>> il vecchio signor Laine si tolse le mani dal viso lasciando scoperti gli occhi rossi, ormai gli era rimasto solo un filo di voce.
<<Oh... beh, ha provato a scappare scavalcando il muro del cortile. Tuttavia, nel farlo è sfortunatamente caduto sui fili dell'alta tensione. Ed è stato folgorato. Eppure le guardie carcerarie si assicurano ogni volta di avvisare i detenuti sui pericoli che comporta tentare la fuga da Gale. Ma a quanto pare non vengono mai ascoltate. É davvero un gran peccato>> l'uomo si rimise il cappello.
Seguirono diversi secondi di assordante silenzio, in cui l'orecchio più vigile avrebbe potuto carpire i respiri opprimenti dei tre ragazzini. Poi il colonnello Bosch riprese la parola. <<Che buon odore... cosa ha preparato di buono per cena, signora Laine?>> chiese con un improvviso atteggiamento spensierato.
L'anziana signora Laine fece un colpo di tosse, poi con estrema calma si alzò dalla sedia e si aggiustò il grembiule sgualcito che portava.
<<Frittata di verdure>> disse con voce imperturbabile guardando il colonnello dritto negli occhi.
<<Colonnello... mi può chiamare colonnello>> la corresse il militare.
<<Frittata di verdure... colonnello>>
<<Non mi piacciono le verdure. Dannazione fa davvero freddo qua fuori!>> l'uomo avanzò in maniera arrogante all'interno della casa, col povero signor Laine che rimase impotente. <<Mi prepara un the caldo, signora Laine? Un the nero>>
