5 - Jax

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Sono passati due giorni dall'incidente con Gideon. Mi sono sentito una merda per averlo azzannato, ma era stata veramente una nottataccia ed ero così stanco da essermi addormentato direttamente in biblioteca. Avevo faticato così tanto quel giorno che il mio sonno era pesantissimo e non avevo minimamente percepito la sua presenza all'interno dell'edificio ed è stato proprio per quello che quando ho sentito dei passi non molto distanti da me, il mio lupo ha reagito d'istinto. Come il mio addestramento mi ha insegnato, ho puntato direttamente al volto ed è stato solo quando ho sentito Gideon gridare per il dolore che mi sono bloccato e per un attimo ho temuto seriamente per la sua vita.

I miei pensieri si interrompono quando sento i passi di  Gene. Non mi va che sappia dell'incidente che ho avuto con il fratello di Reid, ma non voglio nemmeno tenergli nascosto nulla.
Quando scende le scale che portano ai piani inferiori, riesco a vedere il suo volto corrucciato.
«Che succede?» Gli domando perché lo conosco ormai da anni e so anche che quando il suo sguardo è così corrucciato, sta per succedere qualcosa di grosso.
«Tante cose a dire il vero.» Si siede sulla grande poltrona color mattone. «I gamma vogliono spodestarmi e a quanto pare hanno già qualcuno in mente per ricoprire il posto vacante; la mia compagna continua a non essere accettata da questi stupidi vecchi; Garrett mi ha appena chiamato per dirmi che ha bisogno della mia piccola vipera e non ha voluto aggiungere altro... ma quello che al momento mi incuriosisce, è sapere come mai il fratellino del mio rivale è uscito da casa tua ridotto in quello stato.»

Merda.

«Ti avrei aggiornato sulla situazione a breve.»

«Stronzate. Jax, non puoi fare i tuoi giochetti con Gideon. Io e suo fratello siamo stati rivali per anni e anche se adesso le cose sembrano essersi appianate, c'è una linea sottilissima che garantisce la nostra pace e anche se ti sembrerà strano, ho intenzione di allargare quella linea.»

«Non ho idea a cosa tu ti riferisca.»

«Non giocare con me. Pensi che non conosca le tue perversioni? Pensi che non sappia come ti piace passare il tempo? Jax, tu sei l'unico di cui io mi fidi realmente. E proprio perché ti ritengo un fratello di sangue, ti chiedo di non oltrepassare i limiti con lui.»

Il lupo dentro di me ringhia. Gene è il mio alpha; lo rispetto e lo venero più di chiunque altro, ma non mi piace che mi si venga a dire con chi posso o non posso passare il mio tempo. So che lui conosce le mie perversioni. Se non lo sapesse, non sarebbe degno di essere il mio capo branco.
«È stato un incidente.»
«Definisci la parola incidente.»
«Stavo dormendo in biblioteca e lui si è avvicinato a me. Ho semplicemente reagito d'istinto e lui non è stato abbastanza veloce da levarsi di mezzo. L'ho portato qui, ho disinfettato le sue ferite e l'ho rimandato a casa tutto intero se è questo che ti preoccupa.»

Ci fissiamo per qualche secondo.
«Non mi credi?» Gli chiedo alzando un sopracciglio e sorridendogli.
«Perché Reid non è ancora venuto ad ammazzarti?»
«Non ne ho idea. Forse perché stai esagerando ed enfatizzando la cosa? Te l'ho detto, si è trattato di un incidente. Non l'ho morso di proposito.»
«Spero per te che sia effettivamente così. Comunque non sono venuto qui per questo.» Mi lancia le chiavi della sua auto. Garrett mi ha chiesto un favore. Ha bisogno di Taliha in ospedale, ma ho un incontro con i gamma e non posso proprio mancare. Non mi fido a mandarla da sola; puoi accompagnarla?»
Che cosa potrà mai volere Garrett da lei?
«Certo.» Gli rispondo.

Quando arriviamo in ospedale, troviamo Garrett fuori dall'edificio a fumare una sigaretta. Ci guarda come se la nostra visione fosse celestiale.
«Ah... meno male che siete qui. Taliha, ho un immenso favore da chiederti.»
«Certo, se posso aiutarti, lo faccio volentieri. Di che si tratta?»
Mentre entriamo nella hall, Garrett ci spiega la situazione.
«Ma che cazzo, Garrett!» Gli dico io.
«Non sapevo che fare e non potevo lasciare che mi sfuggisse un'altra volta. sentite, lo so che è una cosa da pazzi, ma ho bisogno di conoscere questa donna e il fato si è presentato con una seconda occasione. Sono stato proprio io a soccorrerla, dovrà pur valere qualcosa.»

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