Per sempre con te

11- Gideon

Merda, merda merda. Sono nei guai fino al collo. 

Le mie gambe tremanti cedono sotto lo sguardo furioso di Jax. I suoi occhi mi fanno rabbrividire più della siringa che si avvicina a me con l'intento di mettermi fuori gioco.

«Portiamolo con noi, sono certo che ci sarà molto utile.»
Non ho idea di chi sia quest'uomo, ma ho perfettamente chiara la situazione e ora come ora ho solo paura che la guerra sia più vicina di quanto tutti gli altri possano pensare. Far fuori il branco di Gene sarebbe l'ideale per loro. Eliminare la minaccia più grande per poi attaccare tutti gli altri branchi uno ad uno.
L'uomo mi inietta quella strana sostanza e in me che non si dica cado in un sonno profondo.

Non ho idea di quanto tempo passi, ma il rumore di una goccia che cade ripetutamente mi perfora il cervello. Sento la testa pesante e una strana sensazione di nausea mi lascia un sapore acido in bocca.

I muscoli mi fanno male, la testa mi scoppia e gli occhi sembra che siano pronti per fuoriuscire dalle orbite.
Svegliati.
Sento questa parola innumerevoli volte e mi ci vuole un po' per capire che non è un sogno.
«Svegliati Gideon!»

Quando apro gli occhi il volto di Jax è scuro e anche se vorrei guaire per la paura che si sta facendo sempre più strada dentro di me, l'unica cosa che riesco a fare è fissare quegli occhi ipnotici.
«Alzati.» Non me lo sta chiedendo.
Ci provo con tutte le mie forze, ma le mani legate dietro la schiena mi rendono difficile anche questo semplice movimento. Ho bisogno di diversi tentativi prima di riuscire nella mia impresa.
Vorrei alzare gli occhi, ma l'omega che è in me non me lo permette.

 «Guardami.» Ancora un altro ordine. Sembra che non sappia fare altro. «Ti ho detto di guardarmi; non farmelo ripetere.»
Il lupo dentro di me, come un bambino capriccioso, si rifiuta di obbedire. Rimango a fissare un piccolo sassolino davanti a me; l'unica cosa che si frappone tra me e il mostro pronto a divorarmi.

«Per essere un omega, sei restio ad eseguire gli ordini. devo veramente farti alzare la testa io? Fidati, non vorresti che lo facessi.»

Le ultime parole, unite al tono con il quale sono state pronunciate, mi fanno sussultare. Arretro istintivamente fino a che la mia schiena non si appiattisce contro la fredda parete di roccia.
Le lacrime iniziano ad inondare i miei occhi; le mani cominciano a tremare e me le tocco nel disperato tentativo di bloccare la paura che si fa strada nel mio debole inconscio.

Un suo passo verso di me mi fa percepire il rumore delle pesanti catene legate al collo e ai polsi.
Una bestia feroce incatenata per paura di ciò che è in grado di fare... e quello che sono certo vuole fare a me, non è nulla di buono perché non solo ho disubbidito ai suoi ordini, ma mi sono anche messo in mezzo agli affari del suo branco disobbedendo di conseguenza al suo alpha.
Continuo a tenere gli occhi serrati nel vano tentativo di svanire davanti a lui. È per questo che Reid non mi ha mai permesso di partecipare agli affari del branco. So di non essere un delta; non sono nemmeno certo di essere un uomo in tutto e per tutto visto che ho paura di ogni cosa. Nascondo tutto dietro il mio grande sorriso e la voglia di scherzare, ma tutto questo è solo una maschera... Una patetica maschera che indosso per ingannare tutti quanti.

La mano callosa di Jax che mi sfiora la fronte scostandomi i capelli incollati dal sudore sulla fronte, mi provoca un sussulto di paura.
Mi rannicchio in posizione fetale rimanendo sempre con la schiena attaccata alla roccia e le ginocchia così strette tra le braccia che temo che queste si possano staccare.
«Dov'era la tua paura quando ti ho ordinato di andartene e di starmi lontano?»
La mano che prima delicatamente mi spostava i capelli adesso scende lungo il collo con sempre maggiore pressione, graffiandomi quasi la pelle lungo il percorso. «Dov'era questa paura quando serviva?»