Tutti i membri del club maschile di volley del liceo Karasuno erano finalmente seduti ai propri posti sull'autobus che li avrebbe riportati alla loro scuola dopo una splendida vittoria pienamente meritata.
Ognuno di loro aveva fatto del proprio meglio, ma ormai la stanchezza si faceva sentire, ed anche solo tenere gli occhi aperti risultava sempre più difficile.
L'atmosfera festosa di poco prima si trasformò presto in quiete, come era ormai consuetudine dopo una partita impegnativa – che fosse ufficiale o meno, tutta la squadra si impegnava sempre al massimo per raggiungere la vittoria.
Yamaguchi e Tsukishima si erano sistemati come loro solito l'uno accanto all'altro, e quando finalmente la gran confusione che regnava normalmente nella squadra si fu placata, tutta la tensione accumulata nel corso della partita generò sbadigli frequenti e palpebre pesanti.
Il biondo fu il primo a crollare, avendo giocato più tempo rispetto all'amico d'infanzia, e senza neanche rendersene conto scivolò in un sonno profondo durante il quale, dopo l'ennesima curva, venne sospinto contro la spalla altrui. Yamaguchi, dal canto suo, aveva appena chiuso gli occhi per dormire quando avvertì una piccola pressione dovuta proprio al capo di Tsukishima in cerca di una posizione comoda. Lentamente, si limitò ad aprire gli occhi e ad osservare il viso del più grande. Gli occhiali leggermente fuori posto, il respiro regolare, ed il calore che emanava solamente grazie alla sua vicinanza contribuirono a fargli spuntare un sorriso.
Era semplicemente giusto. Loro due, stremati dalla partita, seduti su quel pullman insieme, l'uno accanto all'altro. La stanchezza non gli stava certo facendo realizzare completamente la situazione in cui si trovava – l'unica consapevolezza del moro era proprio quella di non essere mai stato tanto appagato come in quel momento.
« Sei stato bravo, Tsukki » gli sussurrò d'istinto, con la voce leggermente impastata dal sonno, richiudendo gli occhi ed adagiando il capo sopra a quello altrui. Per qualche motivo, in quel momento si sentiva incredibilmente bene – talmente bene da essere spinto a ricercare un contatto maggiore senza quasi accorgersene. Lentamente, le loro dita andarono ad intrecciarsi, e fu solo a quel punto che anche Yamaguchi finì per crollare del tutto in preda alla stanchezza.Passò diverso tempo prima che il pullman si fermasse, e di nuovo, tra i due, Tsukishima fu il primo ad accorgersene ed a risvegliarsi.
Ritrovarsi davanti il viso addormentato di Yamaguchi a pochi centimetri di distanza era l'ultima cosa che si aspettava, tanto che per un attimo finì per sgranare appena gli occhi dalla sorpresa. Non riusciva a credere di essere stato talmente stanco da aver finito per dormire appoggiato all'amico per tutto il viaggio di ritorno.
Quando poi si accorse anche che, in qualche modo, erano perfino arrivati a prendersi per mano, non poté fare a meno di arrossire leggermente e scostarsi neanche fosse stato appena scottato da una fiamma ardente – finendo così per svegliare anche il ragazzo che aveva accanto, ancora addormentato fino ad un istante prima.
« Siamo arrivati...? » mugugnò infatti quest'ultimo, ancora immerso nel dormiveglia. Tuttavia, anziché rispondere subito, il biondo si soffermò ad osservare le piccole lentiggini che costellavano guance e naso altrui. Per un attimo, gli passò perfino per la mente il pensiero che quelle lentiggini fossero incredibilmente carine, ma lo scacciò subito in favore di un atteggiamento più razionale, come gli si addiceva.
« Sì. Svegliati, o ti lasciamo qui » asserì, con un sogghigno sul viso spuntato praticamente dal nulla – un'altra cosa con cui si sentiva a proprio agio. In un momento come quello, aveva decisamente bisogno di ritornare nel proprio elemento naturale.
« Eddai, Tsukki... Dammi un attimo... » mugugnò subito Yamaguchi, sfregandosi gli occhi, mentre uno dopo l'altro anche i ragazzi attorno a loro venivano richiamati dal coach Ukai e dal professor Takeda. Ormai, entrambi si erano completamente risvegliati, e le voci dei compagni attorno a loro dimostravano che non erano i soli.
« Ehi, a proposito... Ti ho disturbato mentre dormivo, per caso? » domandò il più piccolo, mentre l'altro lo precedeva lungo lo stretto corridoio dell'autobus.
Era incredibile come Yamaguchi fosse tanto abituato all'umorismo fuori dagli schemi del biondo da non preoccuparsi minimamente neanche davanti a quella finta minaccia; tutto perché entrambi erano perfettamente consapevoli che quelle pronunciate poco prima non erano altro che parole a vuoto: nessuno avrebbe lasciato il moro sul pullman da solo, e di certo non lo avrebbe fatto Tsukishima.
« Ho dormito tutto il tempo » gli spiegò a quel punto l'altro senza scomporsi, come nulla fosse – senza tuttavia menzionare i salti che gli aveva fatto il cuore nel corso dei minuti precedenti.
Non erano da lui, e non era un caso se Tsukishima faticava a spiegarsi i segnali che il suo stesso corpo gli mandava nel momento in cui si trovava tanto vicino al moro – troppo differenti rispetto al senso di fatica e pressione che avvertiva durante una partita, o alla piccola soddisfazione provata davanti ad uno schema di gioco che aveva ideato lui stesso e che aveva funzionato. Praticamente, si trattava di segnali impossibili da analizzare per una mente razionale come la sua.
« Meglio così! » Yamaguchi concluse la conversazione con un largo sorriso a trentadue denti - e per qualche motivo, quel sorriso fu in grado di cancellare momentaneamente ogni traccia di malizia che si era creata tra loro. Nonostante il più grande fosse pronto a punzecchiarlo ulteriormente fino ad un attimo prima, difatti, si ritrovò solamente a domandarsi come fosse possibile che qualcuno potesse mostrare un sorriso così sincero e luminoso durante una conversazione tanto banale come quella.
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Piccoli momenti della Lancia e dello Scudo
FanfictionRaccolta di brevi momenti incentrati sulla coppia Tsukishima x Yamaguchi. Saranno momenti scollegati tra loro e non in ordine cronologico. Attenzione: manga spoiler.