« Non... Non volevo urlarti contro... »
Yamaguchi non riusciva a capire cosa gli fosse preso il giorno prima, quando era arrivato a gridare e strattonare il biondo per la maglia pur di dar sfogo alla propria frustrazione. Tsukishima era un giocatore – ed un ragazzo – eccezionale, ma vederlo così poco determinato quando si trattava di prendere parte agli allenamenti del club lo aveva fatto infuriare come non mai.
Tutti, nessuno escluso – perfino lui, il moro che aveva ben poche qualità rispetto al suo migliore amico, lui che non stava dando il minimo contributo alla squadra neanche con l'unica cosa che stava cercando di imparare solamente perché, quando arrivava il suo momento, si lasciava prendere dall'emozione – ogni singolo membro del club maschile di volley del Karasuno stava facendo il possibile per migliorare e rimanere al passo con i giocatori migliori dell'intero paese. Ogni singolo membro, ad eccezione di Tsukishima.
Il più piccolo non era ancora riuscito a comprendere i motivi dietro ad una simile decisione, ma la risposta disfattista del biondo era stata l'ultima goccia perfino per lui.
Lo aveva invidiato, perché Tsukishima era forte ed intelligente. Se quel ragazzo lo avesse voluto, sarebbe potuto diventare facilmente un grande giocatore, ed il più piccolo avrebbe fatto carte false pur di avere quella freddezza mentale che lo contraddistingueva nelle partite così come nella vita.
Yamaguchi era solo il battitore che sbagliava il servizio, ma Tsukishima aveva potenzialità praticamente illimitate – eppure, vedere il biondo mentre rinunciava spontaneamente alle occasioni che gli si presentavano, mentre lui non faceva altro che impegnarsi per migliorare almeno quel piccolo aspetto, lo faceva imbestialire.
Voleva vedere il suo migliore amico che spiccava il volo, che si impegnava e metteva tutto se stesso nel volley come quando era piccolo e non faceva altro che parlare del fratello maggiore con orgoglio – perché giocare a pallavolo era quello per cui era nato.
Alla fine, tuttavia, tutta l'agitazione di Yamaguchi era tornata a galla da un momento all'altro. Avrebbe potuto giurare che con quello sfogo avesse rovinato ogni cosa, dalla loro amicizia, alla loro intesa durante allenamenti e partite, ai ricordi condivisi nel corso degli anni – aveva letto la sorpresa e l'incredulità nello sguardo del più grande, e non si sarebbe stupito se quest'ultimo avesse deciso di liquidarlo in malo modo. In fondo, non era nessuno per poter obbligare il biondo ad impegnarsi, perciò se lo sarebbe meritato.
L'unico dettaglio fuori posto, in tutto ciò, era che Tsukishima gli aveva sorriso, e non si trattava di un sorriso tirato e stampato sul volto con il solo scopo di non mostrare le proprie reali emozioni, ma di un vero sorriso sincero. Era bastato quel volto sorridente a destabilizzare il più piccolo, ed alla fine Yamaguchi non era più stato in grado di aggiungere altro a riguardo, almeno fino a quel momento.
« Ed io non credevo fossi diventato così saggio, eppure... » fu l'unico commento del giovane centrale con gli occhiali, che al contrario di ciò che aveva immaginato il più piccolo non sembrava essersela presa minimamente « Comunque, non è necessario che ti scusi »
Il più grande sapeva perfettamente che, nonostante i modi bruschi, il moro avesse avuto buone intenzioni. L'impegno che Tsukishima metteva negli allenamenti non avrebbe minimamente influenzato la vita del più piccolo, perciò il giovane dai capelli biondi non poteva prendersela con lui per aver detto la verità. Era cresciuto non poco rispetto al timido bambino che aveva conosciuto tempo prima, ma era come se quest'ultimo non se ne fosse mai reso pienamente conto fino a quel momento.
Quella piccola consapevolezza, tuttavia, portava ad una realtà ben più complicata da accettare: tra tutti, l'unico che stava effettivamente rimanendo indietro era proprio lui. Nessuno sarebbe rimasto ad aspettarlo, nemmeno Yamaguchi.
« Ho esagerato » replicò il moro poco dopo, evitando accuratamente lo sguardo altrui e passandosi una mano sulla nuca in segno di imbarazzo. Aveva voluto trovare del tempo nella pausa pranzo appositamente per porgere le proprie scuse, dunque aveva tutte le intenzioni di giungere fino in fondo nonostante i sensi di colpa.
« D'accordo, ma non sono arrabbiato » con quel tono serio e diretto, Tsukishima dovette sperare che dar corda all'amico d'infanzia bastasse perché l'altro smettesse di preoccuparsi inutilmente. La conversazione stava già iniziando a prolungarsi troppo, per quanto lo riguardava.
« Avrei dovuto trovare un modo migliore per parlarti senza alzare la voce » asserì nuovamente il giovane dai capelli scuri, facendo definitivamente nascere una smorfia scocciata sul volto del più grande.
Insomma, se Yamaguchi voleva portarlo all'esasperazione ci stava riuscendo perfettamente.
« Yamaguchi »
« Tsukki...? »
« Stai zitto »
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Piccoli momenti della Lancia e dello Scudo
FanfictionRaccolta di brevi momenti incentrati sulla coppia Tsukishima x Yamaguchi. Saranno momenti scollegati tra loro e non in ordine cronologico. Attenzione: manga spoiler.