Sprazzi di gelosia

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« Tsukki, ma tu... Cosa ne pensi di Hinata? » aveva domandato Yamaguchi di punto in bianco al giovane centrale con gli occhiali, prima di proseguire con il discorso con un'aria più divertita « Ho la sensazione che si stia trascinando dietro tutta la squadra, non credi? A volte penso di aver subito anch'io il suo... Uh... Fascino... » continuò, una volta assicuratosi che l'altro lo stesse ascoltando, ma l'aria pensierosa di poco prima si trasformò subito in un'espressione decisamente più nervosa e preoccupata quando lo sguardo del moro incrociò nuovamente quello del più grande « C-Cioè... Non credo che fascino sia esattamente la parola giusta... »
La correzione non fu certamente un caso, perché l'aura che Tsukishima aveva iniziato ad emanare, nonostante il volto inespressivo, era inequivocabilmente un segno di pericolo. Che quello in pericolo fosse Yamaguchi stesso, o il ragazzo che era diventato il loro argomento di conversazione, non era dato saperlo, ma il più piccolo era pur sempre una persona previdente di natura.
La parola che avrebbe voluto utilizzare sarebbe stata influenza, perché di fatto il ragazzo dai capelli rossi era stato un trainante fin dal primo giorno in cui aveva messo piede in palestra – e forse nemmeno se ne rendeva conto – tuttavia, vista la reazione del biondo, Yamaguchi evitò di buttare benzina sul fuoco e si limitò ad un neutrale silenzio fino all'inizio delle lezioni.

Quando più tardi i ragazzi si erano ritrovati in palestra per il loro solito allenamento, Tsukishima si era appositamente assicurato di riscaldarsi con i passaggi proprio insieme all'amico d'infanzia – o meglio, a colui che ormai avrebbe fatto bene a considerare il suo ragazzo.
Non che sapesse spiegarsi perché avesse sentito la necessità di tenerlo vicino da un giorno all'altro, aveva semplicemente assecondato quel bisogno che stava iniziando ad avvertire come qualcosa di sempre più impellente, e quello era uno dei pochi modi che aveva per passare il tempo con lui. La sua mente razionale gli suggeriva che Yamaguchi non se ne sarebbe andato da nessuna parte in ogni caso, ma il suo stomaco, per qualche motivo, non era d'accordo.
Comunque fosse, da quando il piccolo Hinata si era messo in testa di voler migliorare nella ricezione, non c'era stato modo di tenerlo a freno. Oltre a lavorare sulle sue rapidissime schiacciate in coppia con Kageyama, aveva iniziato a domandare spesso aiuto ai compagni di squadra perché schiacciassero o battessero dei servizi contro di lui.
Se da un lato questi ultimi accettavano di buon grado, dato che si trattava pur sempre di un esercizio utile ad entrambe le parti in causa, dall'altro non avevano potuto non domandarsi cosa avesse scatenato quel cambiamento. La cosa sicura era che il periodo passato al ritiro degli studenti del primo anno gli era tornato utile.
« Yamaguchi, posso allenarmi con te? » puntuale come un orologio, una volta terminato il riscaldamento l'esca più forte del Karasuno approcciò con un grande sorriso proprio il suddetto battitore, che di contro gli rivolse un cenno di assenso prima di tornare a rivolgere la sua attenzione proprio a Tsukishima.
« Certo. Tanto qui abbiamo finito, giusto, Tsukki? »
Neanche fece in tempo a terminare la domanda, che il più grande aveva già iniziato a fissare il piccolo schiacciatore con la medesima aura emanata quella mattina, il quale, a sua volta, finì per socchiudere gli occhi, improvvisamente più aggressivo « C-Che vuoi, Tsukishima?! »
A quel punto, l'intervento di Yamaguchi fu inevitabile – per quanto neanche il moro avesse effettivamente compreso in pieno cosa fosse accaduto al ragazzo per farlo reagire in quel modo « Scusalo, Hinata... Oggi è più nervoso del solito »
Il tutto si concluse con una breve risata da parte del giovane battitore volta unicamente a stemperare la tensione, dopo di che, Tsukishima venne richiamato da Tanaka per allenarsi a murare insieme a Kageyama, mentre Yamaguchi ed Hinata si spostarono sul fondo della palestra per provare, come promesso, servizio e ricezione.
« La palla ha davvero cambiato traiettoria da un momento all'altro! » si stupì il giovane dai capelli rossi dopo qualche servizio « Grande Yamaguchi! » dopo l'ennesimo grande sorriso rivolto al moro, il piccolo schiacciatore tornò in posizione, di nuovo perfettamente concentrato, esattamente come ogni volta che aveva davanti a sé un obiettivo ben preciso in mente. Yamaguchi ammirava tutta quella dedizione.
« Mi sono allenato molto. Con la rete è più difficile, in realtà, ma in questo modo posso concentrarmi completamente sull'effetto da imprimere alla palla... » gli spiegò subito, non senza una nota di soddisfazione nella voce.
Poco lontano, Tanaka era pronto a schiacciare, e benché Tsukishima sembrasse tutto fuorché concentrato sul gioco, intento com'era ad osservare proprio Hinata e Yamaguchi, sia lui che Kageyama saltarono in sincrono e riuscirono a bloccare il pallone – con somma frustrazione da parte dello schiacciatore. La medesima frustrazione che aveva permesso a Tsukishima di saltare verso l'alto e mantenere le braccia ferme perfino più del solito.
L'unica differenza era che la fonte di tale frustrazione era completamente diversa.
« Suga, alzamene un'altra! Stavolta passerà! » ringhiò Tanaka con foga una volta tornato a terra, mentre Kageyama si prese un momento per posare lo sguardo sul compagno che aveva accanto.
« Oggi sei strano. Più del solito » volle informarlo, mentre l'altro tornava a focalizzarsi sui due ragazzi sistemati sul fondo della palestra – e l'espressione del biondo dava perfettamente ragione all'alzatore.
« Non so di cosa tu stia parlando »
Ciò di cui non si era reso conto Tsukishima era che, al momento del salto a muro, anche Yamaguchi aveva voluto osservarlo per qualche secondo e controllare come se la stesse cavando.

« Senti, Tsukki... Ti andrebbe di accompagnarmi dal signor Shimada? Dobbiamo allenarci con la battuta flottante » una volta pronto per andarsene, Yamaguchi si decise ad approcciare finalmente l'amico d'infanzia, non senza esitazione, visto lo strano comportamento tenuto durante l'intera giornata. Non aveva ancora capito cosa lo avesse tanto disturbato, ma immaginava che avrebbe avuto il tempo per aiutarlo a risolvere ciò che gli premeva se avessero avuto modo di camminare insieme per diversi minuti e parlare da soli.
« Va bene » Tsukishima replicò con un cenno di assenso, salvo poi osservare ancora una volta Hinata con uno sguardo a dir poco glaciale nel momento in cui il rosso osò salutare il suo interlocutore con un grande sorriso e ringraziarlo rapidamente per l'allenamento prima di concentrarsi, come suo solito, sulla scaramuccia in corso con Kageyama « Sei stato troppo buono con i servizi di oggi » si ritrovò a commentare istintivamente, prima di avviarsi all'uscita.
Rimasto ad osservare il tutto in silenzio, a quel punto Yamaguchi non poté fare a meno di trattenere un sorriso divertito. Sostanzialmente, il problema era sempre stato solo Hinata, il che era una sciocchezza facilmente risolvibile.
Non che il moro volesse smettere di trattare amichevolmente il piccolo schiacciatore – il saluto lo aveva pur sempre ricambiato – ma, per lo meno, ora aveva compreso la causa del particolare atteggiamento di Tsukishima.
Una volta all'esterno, dunque, i due iniziarono a camminare l'uno accanto all'altro in silenzio, fino a quando il moro non trovò le parole giuste per iniziare la conversazione.
« Tsukki, non sarai mica geloso di Shoyo? » domandò una volta preso coraggio, forse fin troppo direttamente, puntando lo sguardo verso il viso altrui, deciso a non distoglierlo fino a quando non fosse giunta una risposta accettabile. Di fatto, probabilmente ne sarebbe uscito solo un discorso confuso durante il quale avrebbe unicamente finito per agitarsi di più, ma non poteva non tentare di tranquillizzarlo.
Il più grande, tuttavia, a quella domanda gli lanciò solamente un'occhiata di striscio con aria leggermente perplessa, ed iniziò ad armeggiare con le proprie cuffie « ... Hinata ti ha colpito in testa, per caso? »
« No. Ho ragione? »
« No »
A quella conclusione, il più piccolo finì solamente per tornare a sorridere con aria divertita « Tsukki, ormai ci conosciamo da... Non so neanche più da quanto. Shoyo non potrebbe mai sostituirti, neanche tra cent'anni! Non hai motivo di essere geloso, sul serio... Sì, sarà anche simpatico... Voglio dire, è buffo se ci pensi, ma dopo quello che è successo... Noi due siamo su un altro livello, non ti pare? »
In tutto ciò, Tsukishima aveva indossato le cuffie ed acceso la musica, alzando il volume quanto bastava per evitare di ascoltare il lungo discorso del suo interlocutore che, sospettava, sarebbe durato fin troppo per i propri gusti – ed a giudicare dalle espressioni e dai gesticolii di Yamaguchi, aveva fatto bene.
In sostanza, si stava limitando ad osservare il più piccolo che muoveva le labbra con la musica in sottofondo.
« ... Non ce l'hai con me solo per essermi allenato con Shoyo, giusto? No, in realtà non è da te... Allora, quello che voglio dire è che non dovresti prendertela con lui solo perché mi ha- »
Da un attimo all'altro, Tsukishima gli strinse le guance con una mano e si chinò in avanti per piazzargli un bacio sulle labbra a tradimento, portando così il moro a bloccarsi sul posto, improvvisamente paonazzo.
« Stai zitto, Yamaguchi »
In un modo o nell'altro, finalmente lo aveva fatto smettere di parlare – quella, almeno, era la scusa ufficiale.

Piccoli momenti della Lancia e dello ScudoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora