Anastasia

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È passato un mese da quella discussione con Draco, e da allora tra noi non ci siamo scambiati né uno sguardo né una parola. E, detta sinceramente, non mi interessa. Draco Malfoy non ha alcuna importanza nella mia vita, e di certo non ho bisogno di un ragazzo così presuntuoso nei paraggi.

Oggi, durante la lezione di Cura delle Creature Magiche, Hagrid ci presenta una creatura nuova: gli snasi. Ci raccogliamo intorno a lui nel prato, osservando con curiosità i piccoli animaletti dal muso allungato e il fiuto acutissimo. Gli snasi hanno un'aria buffa e simpatica, anche se Hagrid ci avverte di fare attenzione: possono diventare dispettosi, soprattutto se si sentono ignorati o minacciati.

L'aria è fredda, e siamo tutti incappucciati fino all'ultimo capello per ripararci dal vento gelido che ci sfiora il viso. Un po' di vapore esce dalla mia bocca quando respiro.

"Voglio mettervi alla prova!", annuncia Hagrid, con un sorriso che lascia intuire che si divertirà più di noi. "Formo dei gruppi da due, e il vostro compito sarà di catturare uno snaso. Dovete metterlo nella gabbia e dargli da mangiare. Il mangime lo trovate già dentro alla gabbia, facile, no?"

Hagrid inizia a formare le coppie, e spero ardentemente di essere assegnata a una delle mie amiche. Ma presto vedo che sia Alysia che Stefania vengono accoppiate con altre persone. Mi guardo intorno e noto che siamo rimasti solo in pochi senza compagno... tra cui Draco. Sento una fitta di ansia e spero disperatamente che Hagrid non faccia proprio quella scelta.

"Malfoy con Covey.", annuncia infine Hagrid.

Dannazione!

Draco si avvicina con quel sorrisetto compiaciuto e una risatina sommessa che sembra fatta apposta per infastidirmi.

"Muoviamoci.", dico in tono secco, cercando di ignorarlo mentre entro nel recinto degli snasi.

Più velocemente portiamo a termine il compito, meno tempo dovrò passare con lui.

Vedo uno snaso fermo sul terreno che si annusa intorno. Mi avvicino furtiva, cercando di non far rumore, e provo ad acchiapparlo, ma si accorge di me e scappa via. Questo procedimento si ripete per dieci minuti, durante i quali anche Draco fatica a catturare quell'animale. Mi trattengo dalle risate nel vedere la frustrazione crescere sul suo viso ogni volta che lo snaso riesce a sfuggirgli.

"Perché Hagrid ha dovuto metterci in coppia? Mi sto infastidendo. Adesso dobbiamo restare uniti per il resto della lezione.", borbotta Draco, visibilmente seccato.

"Non sei l'unico frustrato dalla cosa.", ammetto, condividendo il suo disappunto.

Quello snaso mi ha veramente scocciata, e sono determinata a catturarlo una volta per tutte. Mi lego i capelli in una coda di cavallo e comincio a correre qua e là, tentando di ingannare la creatura. Nel farlo, riesco a portare lo snaso in mezzo alle gambe di Draco, che, colto di sorpresa, finalmente riesce ad afferrarlo.

"Grazie al cielo. Forza, mettiamolo nella gabbia e facciamola finita.", dico, ansimando per lo sforzo.

Draco non risponde; è stranamente silenzioso, e il suo sguardo è concentrato sulla creatura che tiene tra le mani. Sento un'improvvisa tensione nell'aria, ma non riesco a capire cosa stia pensando.

Ci mettiamo rannicchiati davanti a una gabbia vuota e, stranamente, con facilità infiliamo dentro lo snaso. Draco riempie la ciotola con del mangime, e poi rimaniamo per un po' incantati a guardarlo abbuffarsi. I miei occhi, a volte, cadono su Draco che osserva la creatura, e non posso negare che i suoi occhi grigi siano bellissimi e profondi. 

Improvvisamente, mi accorgo che Draco sta per girarsi, così torno a concentrarmi sullo snaso, facendo finta di niente.

"Bene, abbiamo finito.", dice Draco.

"Sì, possiamo andare.", rispondo, cercando di riallineare i miei pensieri.

Mi sto per alzare, ma inciampo sulle mie stesse gambe. Sento qualcuno che mi afferra al volo, impedendomi di cadere a terra come un sacco di patate. Alzo lo sguardo e incontro gli occhi di Draco, anche lui sorpreso di trovarsi così vicino a me. Rimaniamo fermi per un momento, catturati da quel contatto.

Il suo sguardo è ipnotico, e per un attimo dimentico tutto ciò che mi circonda. Un rossore si forma sulle mie guance mentre le sue grandi mani stringono delicatamente i miei fianchi, e un brivido mi attraversa la schiena. Cosa sta succedendo?

Torno alla realtà e, in un impeto di imbarazzo, mi rialzo in piedi.

"Io... vado, ciao.", dico in fretta.

Esco dal recinto senza dargli nemmeno un'altra occhiata, temendo di rimanere intrappolata nel suo sguardo ancora una volta.

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