🎵 Sono solo parole-Noemi
Ethan mi ha mandato una lettera in cui mi chiede di incontrarci al campo di Quidditch, davanti alla tenda dei giocatori. Sin dall'inizio, mi ha stranita, perché lui non gioca e ha sempre descritto i giocatori come degli sbruffoni egocentrici. Non sono tanto d'accordo, visto che ho conosciuto il capitano della squadra di Serpeverde e si è rivelato una persona disponibile, ma anche severa quando è nel suo ruolo.
Noto sin da subito, mentre scendo dalla collina, che il campo è occupato dai giocatori che volano. Penso che ci sia un'esercitazione in vista di una partita, dato che i portieri sono fermi davanti agli anelli.
Passano dieci, venti, trenta minuti e non c'è stata neanche l'ombra di Ethan. Non penso che mi abbia fatto buca; non è assolutamente il tipo e, in realtà, è troppo innamorato di me per farlo. Ok, questo pensiero suona un po' saccente, e so che è esattamente uno di quelli che farebbe Pansy.
Faccio avanti e indietro davanti alla tenda, cercando di passare il tempo in attesa di Ethan. Poco dopo, però, mi rendo conto, grazie alle voci e al trambusto, che i giocatori si sono arretrati e hanno finito l'allenamento. L'atmosfera si riempie di risate e commenti sul loro gioco. Mi sento un po' in ansia ora che l'allenamento è terminato, vorrei tornare in Sala Comune, ma il pensiero che Ethan possa arrivare da un momento all'altro senza trovarmi mi frena. Decido di aspettare ancora qualche minuto.
Presa dalla curiosità, sbircio nello spazio dell'entrata della tenda e, non faccio in tempo a vedere nulla, che mi sento travolta dai giocatori che stanno uscendo uno dopo l'altro.
"Hey, Anastasia."
Mi volto al richiamo del mio nome e vedo Jack che mi guarda sorridente. Tra le quattro squadre che si potevano allenare, questo pomeriggio era toccato proprio ai Serpeverde. Questo significa che Draco è qui.
"Draco è dentro.", dice Jack, in fretta e furia, dando per scontato che sia lì per il suo amico. Si volta e dopo due passi si gira un'altra volta. "Non vi eravate lasciati?", mi domanda, confuso.
"In realtà non...", tento di spiegare, ma Jack non mi lascia finire.
"Me lo racconterai un'altra volta, devo vedere Anita e sono in ritardo."
Dopodiché, scappa via.
Ora, da sola davanti alla tenda, mi sento indecisa se entrare o aspettare. Non faccio in tempo a prendere una decisione che la voce di Draco mi fa sobbalzare.
"Anastasia?"
Dannazione! La riconoscerei ovunque.
"Cosa ci fai qui?", continua, il suo tono è curioso e confuso.
Mi giro verso di lui, e lo vedo all'interno della tenda, ancora vestito con la divisa della squadra di Quidditch. Decido di entrare, e ci vuole un attimo per abituarmi al cambio di luce fioca che regna all'interno, illuminata solo da qualche ultimo raggio di sole che filtra attraverso le fessure.
"Ethan mi ha dato appuntamento qui, solo che... non è venuto.", dico, cercando di mantenere un tono calmo, anche se un brivido di ansia mi attraversa la schiena.
Draco mi scruta, un'espressione di incredulità sul viso. "Ethan? E perché mai dovrebbe farti venire qui?"
Sento un leggero imbarazzo, ma non voglio cedere. "Non lo so, non me l'ha spiegato. Ha solo detto di incontrarci.", rispondo, alzando le spalle per cercare di sembrare indifferente. "E tu cosa ci fai qui?", gli domando, cercando di rompere il silenzio imbarazzante che si è creato tra noi. Ma appena pronuncio la frase, mi rendo conto di quanto sia stupida.
Draco sorride. "Ci gioco?", risponde con un tono sarcastico, e non posso fare a meno di arrossire per la mia goffaggine.
"Beh, sì... giusto.", ammetto, cercando di rimediare.
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Il Medaglione
RomantikLEGGETE QUI PRIMA DI INIZIARE LA FANFICTION Una storia d'amore impossibile agli occhi della Rowling, ma ai miei? Anastasia, una ragazza mezzosangue, perde, durante la seconda guerra dei maghi, la sua migliore amica Rose e si rifugia ad Hogsmade per...