<<Ciao, Minho. >> lo salutò il blu. Il diretto interessato non rispose, senza nemmeno girarsi per guardarlo.
<<Ogni tanto potresti essere più gentile. >> gli disse, dandogli una gomitata scherzosa sul braccio.
<<Potresti anche rispondermi o solo salutarmi... >> continuò, mettendo sulla faccia un'espressione triste.
<<Ciao, Han. Contento? >> sbottò Minho, irritato dal suo comportamento. <<Avresti potuto dirlo in un modo più simpatico... >> si lamentò, guardandolo.
Il viola roteò gli occhi al cielo, già stufo del suo compagno di banco.
<<Perché non vuoi essere mio amico?! >> si lamentò il minore. <<Sta zitto, adesso. È arrivato il professore. >> disse Minho.
Per tutta la lezione, Jisung non prestò attenzione, ammirando il volto del viola. Quest'ultimo aveva notato due occhi puntati su di lui, ma non ci fece molto caso.
Il suo viso era delicato. Sembrava dipinto dal miglior pittore che potesse esistere su questo mondo. Gli occhi erano neri. Erano come ossidiana. Ci si poteva perdere dentro.
Il naso era dritto e le labbra erano rosee. Quelle labbra. Voleva tanto scoprirne il sapore.
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<<Hai finito di fissarmi? >> sbottò Minho. Jisung si riprese dal suo stato di trance. <<Non ti stavo fissando. >> disse, arrossendo.
Il viola rimase in silenzio, non volendo parlargli.
<<Che ne dici se un giorno usciamo- >> provò a dire Jisung, smettendo quando notò che dell'altro non c'era nemmeno l'ombra.
<<Ma dai! Chi si crede di essere? Come osa trattarmi in questo modo! >> si lamentò.
<<Parli da solo? >> gli domandò Felix, guardandolo stranito. <<Oh, ciao Lix! Ho bisogno del vostro aiuto! >> esclamò il blu.
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<<Quindi, se ho capito bene, tu l'altra notte sei andato nel bosco e ti sei imbattuto in due creature strane e poi al telegiornale hanno detto che ci sono stati altri avvistamenti del genere e adesso tu vuoi trovare queste creature? >> riassunse Felix.
Jisung annuì. <<E come vorresti trovarle? >> si intromise Seungmin, che fino a quel momento era stato zitto.
<<Iniziamo dal bosco, ovviamente. >> disse il blu, come se la risposta fosse ovvia.
<<E come vorresti iniziare da là, se quel luogo è sottoposto ad una attenta perquisizione? >> gli ricordò Seungmin.
<<Oh. Non ci avevo pensato. >> disse Jisung. <<Ma hanno detto che colui che è stato visto, aveva i capelli viola. Quindi ho fatto una lista delle persone che hanno i capelli di quel colore. Ma sono solo cinque... No, quattro. >> disse poi.
<<Quindi? Iniziamo! >> esclamò Felix, più gasato che mai. <<Ma siete impazziti? Ci troveremo in mezzo a mille guai così! >> si lamentò Seungmin.
<<Eh dai, Min! >> esclamò l'australiano, cercando di convincere l'amico. <<Va bene! >> si arrese quest'ultimo.
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<<Ma io come ci sono arrivato a quattro anni di conoscenza con voi? >> sibilò a denti stretti il più piccolo dei tre, che in quel momento stava tremando dal freddo.
Avevano deciso di andare nel bosco. O almeno, non tutti, solo due avevano perso quella decisione e costretto l'ultimo.
Non sapevano nemmeno loro come avevano fatto a superare tutta la polizia che circondava la zona, ma in un modo o nell'altro ci erano arrivati.
Si accamparono dietro un cespuglio, cercando di ascoltare il discorso fatto da un agente. <<Le macchie di sangue non riportano a nessuno. Cessano appena arrivate all'albero laggiù e iniziano da metà del sentiero. Probabilmente qualcuno si sarà ferito durante la strada. >> disse.
Il blu si guardò intorno e incontrò due occhi. Rossi come il sangue. La figura sparì dopo aver notato gli occhi puntati su di lui, e il ragazzo perse il filo del discorso.
<<Etichettiamo il caso come un errore. Anche se quel ragazzo ha detto di aver avuto a che fare con qualcosa di misterioso, non ha le prove per dimostrarlo, e poi è pure sparito. >> propose un altro agente.
Jisung si alzò di scatto, appena senti quelle parole. Etichettare il caso come se fosse stato solo un errore? No. Lui sapeva ciò che aveva visto.
I due poliziotti si girarono nella sua direzione. <<Ehi! >> esclamò uno dei due. I tre amici corsero via, seguiti dagli agenti.
Suonarono il campanello di una casa, la prima dopo che avevano avuto l'idea di farlo. Quando la donna aprì, i tre capirono dove erano: casa di Jisung.
<<Che succede? Perché state correndo e siete affannati? >> chiese lei, notando il loro stato. Seungmin chiuse la porta, sperando con tutto il cuore che i poliziotti non li avessero seguiti.
Peccato però che dopo alcuni secondi, il campanello suonò per una seconda volta. <<Non aprire! >> disse il blu, ma ormai era troppo tardi.
<<Eccoli! >> disse uno dei due uomini, indicando i tre ragazzi, i quali si congelarono sul posto.
Gli agenti spiegarono l'accaduto alla donna. <<È assolutamente vietata la diffusione di informazioni private riguardanti al caso. >> continuava a ripetere uno dei due.
Insomma, dopo quella ora, ognuno andò a casa propria. <<Ma come vi salta in mente? >> lo rimproverò la madre.
<<Eravamo lì solo per una passaggiata! >> si difese Jisung, andando in camera.
Decise di affacciarsi alla finestra. Se ne pentì subito dopo.
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VAMPIRE || MINSUNG
Fanfiction> chiese Jisung al ragazzo che aveva davanti. > disse il viola. > domandò il più piccolo. > rispose Minho. > lo rassicurò il blu. > si dichiarò, prima di correre via, lasciando così Minho da solo, sotto la pioggia e imbambolato, cercando di realizza...