12. I will send out an army to find you.

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GINNY'S POV:

«Ma chi cazzo viene a suonare alle 10 di mattina?» domando a me stessa, sbuffando.

Mi sono svegliata solo perché qualche coglione si sarà divertito a suonare al mio campanello. Ma non solo una volta, ma bensì quattro di volte.

Scendo le scale, continuando a sbadigliare ogni due per tre. Prendo le chiavi appoggiate nel portachiavi, e la infilo nella serratura, girandola.
Dopo aver aperto la porta, e messo a fuoco la sagoma che mi è davanti, per poco la mia mascella tocca a terra.

«Cosa cavolo ci fai qui?» chiedo a Jaxon, correndo nella sua direzione e saltandogli addosso, cingendogli il collo con le mie braccia.

Poco prima aveva postato il mazzo di fiore sul piccolo tavolino che si trova davanti alla porta, per afferrarmi per bene.
Le sue mani sono sotto le mie natiche, ed è da lì che mi tiene a se.

Invece la sua testa è sepolta nel incavo del mio collo. Ci lascia un bacio sopra e poi si stacca, per potermi guardare negli occhi.

I suoi occhi neri, ora invece, non sembrano vuoti e privi di emozioni, stanno luccicando. Sono anche molto più chiari del solito.

A interrompere questo silenzio che si è creato intorno a noi, è proprio lui. Mi prende dalla nuca, e con un gesto veloce, unisce le sue labbra a quelle mie, già pronte ad accoglierlo, come ogni volta.

Rispetto agli altri baci che ci diamo, questo non è rude e pieno di passione, questo è dolce e lento. Come piace a me.

Quando ci stacchiamo, siamo a corto di aria.
Prendo una bella boccata d'aria fresca, per riempire i polmoni.

«Cosa ci fai qui?» domando nuovamente. Nel frattempo Jaxon ha preso in mano il mazzo di cineraria, i miei fiori preferiti.

«Sono venuto qui perché mi mancavi. Un po' tanto.» ammette, grattandosi la nuca. È in imbarazzo.

Mi porge il mazzo di cineraria e come d'abitudine, lo porto sotto al naso, annusando il buon profumo che emanano.
Hanno un odore così buono, che certe volte mi rilassano.

«Ti amo! Ti amo! Ti amo!» dico, saltandogli nuovamente addosso, baciandogli la fronte, la guancia, il naso, il lato della bocca, e la bocca.

«Ginny, amore, per quanto ami farmi baciare da te, devi scendere, sto congelando qui fuori.» dice ridacchiando e io scendo subito dalle sue braccia. Dopo essersi sistemato, entriamo in casa.

La prima cosa che fa, è guardarmi e poi saltarmi addosso, posando nuovamente le sue labbra sulle mie. È stato tutto così inaspettatamente, che nel frattempo siamo caduti uno sopra l'altro sul divano. Lui sotto di me e io sopra di lui a cavalcioni.

Ci stacchiamo dal bacio, e ci guardiamo negli occhi, non distogliendo mai il sguardo. All'improvviso Jaxon comincia a ridere, senza motivo. La sua risata è sempre stata contagiosa, così inizio anche io a ridere come una pazza.

Continuiamo a ridere, quando il volto di Jaxon cambia colorito. Diventa pallido, e sul volto gli leggo un strato di paura e pentimento.

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