17. I'm a Rivel

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Sapevo che qualcosa sarebbe cambiato non appena le sirene della polizia si avvicinarono a casa mia, nel momento in cui ho capito tutto sono crollata letteralmente sul corpo di mia mamma ancora viva ma ora mai quasi privata di se stessa

Vestiti strappati, lividi dappertutto e un taglio che spuntava sul fianco destro ancora sanguinante

-Mamma, ti prego parlami- gridai ora mai tra le lacrime e con i poliziotti che portavano via quello che dovrebbe essere mio padre

-Vi ritroverò, vivete sotto il tetto di casa mia- ci gridò addosso non appena gli misero le manette ai polsi

-Io ti ammazzo- presi in mano la prima cosa che vidi, la pinza che serviva per spostare la legna dal camino era accanto al corpo di mia mamma situato proprio davanti ai tronchi che servivano per accendere il fuoco

Mi alzai e mi diressi proprio verso di lui con tutta la carica ora mai rimasta nel mio corpo

-Avanti figliola- disse in modo sbruffone

-Io non sono tua figlia- nel momento in cui alzai l'attrezzo per colpirlo JJ mi fermò spostandomi verso il corpo di mia madre

-Occupati di lei, con lui c'è la vedremo più tardi- mi disse con gli occhi che mi supplicavano

Lanciai per terra l'attrezzo e guardai con orgoglio ma anche con un briciolo di paura e tanto ma tanto disgusto, il coglione in manette che stavano portando via

Non appena sparì dalla mia vista mi chinai di nuovo davanti a mia mamma mentre JJ chiamava qualcuno al telefono

-Va bene, mi occupo io di te mamma- la presi e misi il suo braccio sulle mie spalle in modo che non potesse cadere

-Andrà tutto bene, sono qui con te- sussurrai appoggiandola sul divano in pelle ora mai zuppo di sangue

Corsi in cucina e presi dei panni e dello scotch nel cassetto più in basso e tornai subito in salone per provare a bloccare l'emorragia ora mai creata dal taglio profondo sul fianco

-Ok, adesso non devi gridare, promettilo- iniziai a schiacciare forte la ferita senza neanche aspettare la sua risposta e le sue grida iniziarono a rimbombare nella stanza

-Ti prego mamma, smettila- dissi ora mai con le lacrime che mi rigavano il volto

-Smettila di piangere Ashley, sei una Rivel e voglio sentirtelo dire- disse tra vari gemiti di dolore e grida

-Sono una Rivel- dissi asciugandomi le lacrime velocemente e tornando concentrata, dovevo fermare quel fottuto sangue

Presi velocemente lo scotch e iniziai ad avvolgerlo intorno al suo bacino più stretto possibile in modo che provasse anche un minimo a calmare l'emorragia

-Sta arrivando l'ambulanza- disse JJ entrando nella stanza con dietro i Pogue che lo seguivano

-Ashley- mi richiamò Jhon B venendomi in contro per abbracciarmi

-Sono piena di sangue- dissi ora mai sotto shock

-Va tutto bene, sei stata brava ok?- mi disse prendendomi dalle spalle per poi tornare a stringermi tra le sue braccia

-Pope, occupati della signora Rivel sei l'unico che sa un minimo di anatomia- parlò JJ indicando mia madre che con occhi attenti ma doloranti osservava me e Jhon B ancora stretti l'uno all'altra

-No, se ne occupano loro- disse Sarah entrando anche lei in salone seguiti da una troupe di infermieri con una barella

Io la osservai sperando che capisse il motivo del mio sguardo, ero grata del fatto che abbia portato i paramedici nella stanza in cui mia madre era sdraiata

Princesa// JJ MAYBANKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora