Nell'immenso e fresco mare aperto, tra le sue spume e onde vivaci, una piccola barca navigava indisturbata verso la sua destinazione.
"Manca ancora molto signor Wuwa?" Domandò una voce gentile.
"Abbi pazienza signorina, infondo non dicono che il viaggio conti più della destinazione?"
La giovane donna dalla voce gentile sorrise a quel commento e fece cadere la sua impazienza in un lungo e tranquillo silenzio, proprio come piaceva a lei.
I suoi occhi color nocciola si staccarono dall'immensa visione del mare, e portarono la loro attenzione alla lettera spiegazzata nelle sue mani.
Sospirando, la giovane donna si appoggiò verso il bordo della barca, diede una veloce pulita alle lenti dei suoi occhiali, e rilesse quella dannata lettera per la terza volta, più che per svezzare la noia che per il suo stesso significato.
"Bixi, figlia mia, quando leggerai questa lettera io sarò già dall'altra parte del mondo, imbarcato in qualche mia bizzarra avventura attraverso l'inesplorato e l'ignoto. Mi dispiace. Mi dispiace di essere stato, il più delle volte, un padre assente per te. Ma è accaduto tutto così in fretta... che non sapevo nemmeno come avrei potuto prendermi cura di te.
Soprattutto dopo che è morta tua madre.
Se tua zia Kendra non avrà ancora accartocciato e buttato nel cestino questa lettera, voglio che tu sappia che ti ho lasciato la mia vecchia officina da costruttore nella citta di Portia; dovrebbe tenerti riparata da freddo e pioggia, e magari anche farti guadagnare qualcosa... poi il suo sviluppo dipenderà tutto da te.
Sappi solo che sono comunque molto orgoglioso di te e...so che non ho alcun diritto di dirtelo, ma sei la mia gioia.
Un abbraccio Pa."
Già. Non aveva avuto alcun diritto, di scriverle quella stupida lettera. Come se questo bastasse a farlo perdonare.
Forse pensava che lasciandole una baracca in eredità si sarebbe commossa a tal punto da perdonarlo?
Oppure era stata pensata come una lettera di scuse, o di redenzione per il pessimo padre che era stato.
Ma a Bixi non poteva importare di meno.
Non odiava suo padre, perché l'odio lo si poteva riservare per faccende più gravi e irrimediabili, ma il forte rammarico nei suoi confronti l'aveva spinta a interpretare la lettera come un altro dei suoi fallimenti di fare il padre; oltre a scaricarle, di punto in bianco, la vecchia officina a Portia con l'interpretazione di "ora è tua arrangiati".
Non vedeva suo padre da anni ormai, accontentandosi solo di qualche sua foto e svariate lettere che riportavano le sue avventure in giro per il mondo; dopo i suoi quattordici anni, invece di conservarle come sempre dopo averle lette, Bixi decise di seguire l'esempio di sua zia Kendra e le lettere divennero via via solo un combustibile per il camino.
E dopo essere divenuta adulta, capì che non le importava più di un ipotetico ritorno del padre; non avrebbe più sprecato lacrime e disperazione nella speranza di aspettarlo.Ma qualcosa sembrava diverso in quell'ultima lettera, ricevuta tre giorni prima: sembrava un invito fatto apposta per lei.
Non che all'inizio ci volesse andare.
Una città sconosciuta chiamata Portia e una catapecchia da risistemare?
Perché mai avrebbe dovuto farsene carico?
Ma sorprendentemente fu la stessa Kendra a sollecitarla, ricordando la vecchia bottega con affetto ai tempi in cui lei stessa e suo fratello abitavano a Portia da bambini; convinse Bixi a considerarla come un'ottima opportunità per lei...non per perdonare suo padre, ma per mettersi in pace con il passato, sofferto per la sua assenza.
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Il cuore che batte a Portia
Adventure@Copyright by Beatrixheart96 Anche se è una Fanfiction non copiare, o prendere spunto, dalla mia storia. Bixi è stata lasciata dal padre, alle cure di una zia, per molti anni ma alla fine l'uomo le fa recapitare una lettera, dove le comunica che la...