Tormento

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Un mormorio confuso, poco comprensibile, svegliò Bixi dalsuo sonno; la donna, qualche minuto dopo, si alzò goffamente dal letto con tempi di reazioni talmente sciatti e scoordinati da far ricadere la sua mente in un nebbioso torpore di sonnolenza.

Si coprì la bocca con la mano, soffocando un pesante e lungo sbadiglio, notando subito lo spazio vuoto accanto a lei nel letto, così come la culla. Sentì il leggero lamento infantile di Aiden provenire dal soggiorno.

Prima di avviarsi verso la stanza Bixi guardò fuori dalla finestra; intravide le prime luci del alba che, a fatica, si stavano appena facendo largo tra le oscure nubi nel cielo. Dovevano essere le cinque di mattina, decisamente troppo presto per tutta la famiglia.

Bixi arrivò nella sala più grande della casa, tinteggiata da pareti di un tranquillo e scorrevole rosso chiaro, accompagnate da un leggero mogano per il pavimento.

Lì vi trovò Aadit, seduto su un semplice divanetto giallo con Aiden tra le braccia; con aria stanca, ma già vestito con i suoi classici abiti giornalieri, l'uomo stava tentando di cullare il figlio irrequieto e sul punto di piangere, con movimenti fiacchi e costanti.

"Mi spiace piccolino, papà non voleva svegliarti. Non fare così... per favore."

"Aadit? Siete già svegli." Disse Bixi con un sorriso affettuoso.

L'uomo sussultò sul divano, rilasciando poi un sospiro esausto. "Buon giorno, amore. Si, oggi siamo stati abbastanza mattinieri." Ridacchiò lui forzatamente, non riuscendo a celare gli evidenti lineamenti stanchi e sciupati del viso.

Bixi si accomodò al suo fianco, notando come le spalle di Aadit sembrassero rigide e le braccia completamente tese, come le corde di un violino. "Tesoro, cosa c'è?"

Aadit passò un dito sui corti ciuffi di Aiden in modo premuroso, rispondendo poi con un'ennesimo sospiro.

"Ho avuto degli incubi... Volevo uscire a fare una passeggiata per prendere una boccata d'aria; ma Aiden deve avermi sentito, così si è svegliato. Sto cercando di farlo calmare, senza però riuscirci."

"Ancora gli incubi?" Domandò preoccupata Bixi. "Era da tempo che non ti succedeva; ma aspetta, sembra che tu non abbia chiuso occhio. Non dormi che ne hai avuti per tutta la notte?"

Aadit passò il bambino tra le braccia di Bixi con attenzione, congiungendo poi le mani e chinando la testa "Da quando abbiamo iniziato a dormire assieme, la prima volta, non ho più avuto incubi. È come se la tua vicinanza fosse stata la cura per ogni mio tormento.
Ma stavolta..."

Bixi lo ascoltò attentamente, dondolando nel mentre Aiden tra le braccia per cercare di calmarlo; con sua sorpresa il bambino si tranquillizzò rapidamente, forse avendo percepito il rilassato cullare della madre, piuttosto che quello irrequieto del padre.

"Perché non mi hai svegliata? Sai che non devi farti problemi se hai bisogno di conforto; è stata una delle prime cose che ti ho detto quando ci siamo sposati."

"Stavi... dormendo così bene che non me la sono sentita di svegliarti. Ho portato Aiden in soggiorno apposta, perché non ti disturbasse con il suo lamento. Ma non ha funzionato..." Rispose stancamente l'uomo, senza distogliere lo sguardo dalle proprie mani, intrecciate tra loro, senza nemmeno guardare sua moglie negli occhi.

Bixi si mortificò all'idea che, nonostante il proprio sonno facilmente disturbabile, stavolta non fosse riuscita a svegliarsi in un momento così arduo per il marito; non lo aveva nemmeno sentito agitarsi per gli incubi durante la notte,

"Dannazione... avrei dovuto starti vicino, rassicurarti. E invece non ho fatto altro che dormire..."

Aadit tese nuovamente le spalle, senza nuovamente incrociare lo sguardo della donna seduta vicino lui; iniziò ad agitare il piede destro, picchiettando sul pavimento ripetutamente come se fosse un tic nervoso.

Il cuore che batte a PortiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora