1 fatti gli affari tuoi

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Se mi dovessero chiedere qualcosa che mi piace parlerei di tante cose, dello zucchero filato che prendo nei carretti che a volte si posizionano in piazza, oppure delle fragole per quelle ho una vera ossessione, o dei fiori, sarei capace di parlare...

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Se mi dovessero chiedere qualcosa che mi piace parlerei di tante cose, dello zucchero filato che prendo nei carretti che a volte si posizionano in piazza, oppure delle fragole per quelle ho una vera ossessione, o dei fiori, sarei capace di parlare di quanto sia bello aprire la scatola con tutte le fotografie e vederle una ad una. Sì, ci sono tante cose che mi piacciono, ma a quella domanda sicuramente risponderei i bambini.

I bambini sono così teneri, innocenti, adoro giocarci insieme e amo i loro sorrisini.

"Bea" Viola mi sventola una mano sul volto facendomi tornare alla realtà. "Non vorrei distruggere i tuoi sogni ma qua dobbiamo lavorare" alle parole della mora scuoto la testa e mi rimetto all'opera.

"Bellezza mi fai un caffè prima che mi addormento" un forte accento barese mi sorprende mentre sto passando per la decima volta la pezza sopra il davanzale presa dalla noia.
"Mattia caro sai che le cose si ottengono con gentilezza?" Poso il pezzo di stoffa verde per dedicare le mie attenzioni al ragazzo.
"Non è detto" scrolla le spalle, "poi ricorda il cliente ha sempre ragione" sospiro.

"Quindi stasera aperitivo?" Chiede poi, "strano non lo facciamo mai" ribatto sarcasticamente. "Dai Bea, ci siamo tutti" allunga le mani sulle mie spalle e le smuove freneticamente.
"Viola" grida lui richiamando l'attenzione della nostra amica. "Ciao Matti" la mora alza una mano in cenno di saluto. "La tua amichetta non vuole venire stasera" ripete il biondo. "Verrà stanne certo" mi da una gomitata la mia amica a far capire che mi obbligherà.

Abbandono i due per dedicarmi al caffè richiesto dal mio amico, che
però insistentemente ripete che dovrò andare con loro.
"Sapete che non bevo, devo far compagnia a un gruppo di ventenni che fanno ricadere la loro giornate all'alcool, quasi preferisco fare io il turno serale e servire alcool" rispondo mentre gli do la tazzina.

"Lavori una caffetteria non in un locale, e se ti chiedessero di fare uno spritz col campari e non con l'aperol impazziresti. Sempre se sai la differenza" ribatte lui riposando la tazzina sul davanzale.
"Ok ok, non sono in grado di preparare alcolici" alzo le mani in segno di resa.

"Sei proprio la ragazza per bene, quella che si vede nei film americani" commenta, "so essere una grande attrice" controbatto con un sorriso sghembo.
"Immagino guarda" questa volta a rispondere non è Mattia ma Viola.

Allo scoccare delle quattro il mio orario lavorativo termina così esco dal bancone. "Guardala come è felice che ha smesso di lavorare" commenta la mia amica alla quale tocca ancora un'ora. "Si ma il boom delle dieci me lo sono presa io, non tu che hai attaccato un'ora dopo" la sfido con lo sguardo.

"Me la porto via" mattia porta un braccio attorno le mie spalle e fa cenno verso la porta con la testa. Nel frattempo sto cercando di togliere il suo braccio dal mio corpo.

Salutiamo la mora e ci avviamo al di fuori. "Ho la macchina ti accompagno a casa?" Domanda. Nonostante non abito lontano dalla caffetteria, dieci minuti a piedi su per giù, un passaggio non me lo vieta nessuno.

Così mi avvicino alla sua auto in cui salgo sul sedile del passeggero.
"Vieni alla fine? Poi porto un'amica" mi volto immediatamente verso il biondo, che però tiene fisso lo sguardo sulla strada visibilmente imbarazzato. "Un'amica?" Domando incorciando le braccia. "O di più?" Chiedo in aggiunta.
"Amica solo amica" ribadisce.
"Sarà".

Purtroppo, e per fortuna di Mattia, siamo arrivati difronte il mio palazzo, di conseguenza devo scendere dall'abitacolo. "Mi devi una pizza perchè so che non è solo un'amica" gli dico prima di chiudere lo sportello e salutarlo con la mano.

Mi avvicino al grande palazzo bianco. Apro il cancello e noto l'ascensore occupato, quindi mi accosto e aspetto.

Si aprono le porte ed esce Nunzio, sospiro profondamente. "Ciao Bea" parla ancora come nulla fosse. Inizialmente anche lui usciva con noi durante gli anni del liceo, ma dopo una litigata su dei successi abbiamo tagliato i rapporti.

Io non lo saluto ed entro nell'ascensore spingendo il numero quattro il più velocemente possibile.

Quando entro in casa vedo se c'è qualcuno, anche se non credo. Mio padre è un medico che però lavora all'ospedale di Bergamo di conseguenza vive in un monolocale in citta. Invece mia madre fa l'educatrice di conseguenza la mattina lavora all'asilo e poi si dedica ad altre attività. È da lei che ho ripreso la passione per i bambini.

Quando ero più piccola eravamo una famiglia molto unita, complice che abitavamo tutti a Dalmine e non solo io e mia madre. Mio padre lo vediamo di rado in quanto nonostante sia a pochi minuti di macchina trova sempre un motivo per non venire. Invece mia sorella Denise è molto più grande di me e ormai realizzata, con su famiglia si è trasferita a Firenze in quanto storico d'arte.

Nella mia famiglia sono tutti realizzati con il loro lavoro dei sogni, mentre io mi ritrovo a lavorare in una caffetteria.

Squilla il telefono e noto essere Viola.
"Amo" rispondo immediatamente.
"Quindi vieni?" Se qualcun'altro me lo ridomanda non penso adrò causa la disperazione.
"Si, vengo" mi hanno presa per esasperazione e la curiosità nello scoprire questa amica di mattia.

Dopo aver passato il pomeriggio sul letto mi accorgo essere le sei e avevamo appuntamento per le sei e mezza. Apro l'armadio e prendo un semplice pantalone nero e un body bianco al quale accompagnerò una giacca di jeans nel caso facesse più freddo. Ho la fortuna di avere i capelli liscio spaghetto naturale di conseguenza non devo perdere tempo a piastrarmeli.

Il telefono vibra, segno dell'arrivo di un messaggio.

Matti
Scommetto che ti sei appena preparata, sono di passaggio e ti vengo a prendere, aspettami fuori.

Io
Te l'ho mai detto che ti adoro?

Matti
Non è mai abbastanza

Io
Egocentrico

Così di fretta e furia mi faccio i quattro piani di scale a piedi per poi arrivare difronte al cancello. Quando scorgo l'auto del biondo saltello su me stessa per farmi notare.

Quando la macchina si accosta noto che al posto del guidatore c'è Mattia, mentre al suo fianco una ragazza mora che non ho mai visto prima. Così passo ai posti posteriori. Aprendo lo sportello noto una testa ricca di ricci neri. Salgo in auto e saluto il biondo per presentarmi alla ragazza.
"Piacere Beatrice".
"Benedetta" risponde semplicemente. Bah.

"Se in questi giorni hai voglia di fare colazione vai da lei, fa i caffè e i cappuccini migliori della zona" parla Mattia.
"Si, abbiamo la miglior barista di Dalmine" risponde con acidità Christian.

"E tu sempre in vena di complimenti eh" mi volto verso di lui. "Soprattutto se si parla di te" risponde anche lui.
"Potete non litigare per una volta" mattia alza il tono della voce.

"E lui non poteva prendere il suo amato BMW?" Ribatto, "e tu non smetterai mai di farti dare passaggi?" Sospiro e guardo fuori dal finestrino.

"Scusate se mi permetto ma è successo qualcosa tra di voi?" Parla benedetta. "Fatti gli affari tuoi" rispondiamo in contemporanea.
Nel mentre vedo mattia farle il segno del poi ti spiego.

Arrivate difronte il solito bar di fiducia scendiamo dalla macchina e ci avviamo all'interno.

Angolo autrice
Ho deciso di pubblicare il primo capitolo di questa storia, proprio di giovedì, poichè pubblicherò un capitolo a settimana ogni giovedì. C'è una piccola possibilità che ogni tanto ne esca uno anche in altri giorni della settimana oltre a quello fisso. In caso un giovedì io avessi un impegno o varie cose che comportano alla non pubblicazione del capitolo vi avviserò.
Grazie per la comprensione e ditemi come vi è sembrato?

Semplicità // Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora