Stiamo passando un po' di tempo in caffetteria, ma divisi in due gruppi dopo la discussione avvenuta all'esterno. Io, Christian, Alex e papà siamo seduti a un tavolino ed ad uno poco distante dal nostro ci sono gli altri membri della mia famiglia.
Viola, invece, ha cominciato il turno, ma rimane vicino a noi allontanandosi solo qualvolta entra un cliente.
Rachele, che per colpa mia, sta facendo degli straordinari, guarda il tutto con confusione e sorpresa nel vedere il radicale distacco tra tutti, senza fare alcun commento."Se non la smetti ti trancio le mani" dico al riccio che ha preso gusto, insieme a mio padre, nel darmi dei pizzichi sul fianco e il mio corpo reagisce sobbalzando. Alla mia predica però, Christian aumenta la frequenza con cui mi da questi pizzichi contagiando anche mio padre. "Alex punto tutto su di te" mi rivolgo al moro e mi siedo in braccio a lui sperando mi faccia da scudo su questa divertente lotta.
Con la coda dell'occhio vedo mia madre alzarsi dalla sedia e avvicinarsi a noi. Di conseguenza sposto lo sguardo su tutti gli altri e incorcio quello di Denise che ci sta guardando malamente.
"Noi andiamo a casa" ci comunica mia madre e poi si rivolge a me. "Hai sistemato la tua camera, ci dovranno dormire loro e non credo vogliano farlo con la roba a terra o i comodini pieni di cianfrusaglie."Sbuffo sonoramente mentre mia sorella, che è rimasta al tavolo per tutto questo tempo, ci raggiunge con affianco suo marito che spinge il passeggino di Tommaso.
"Prima si bacia uno e l'ora dopo sta in braccio ridendo con l'altro, bah" riesco a sentire i suoi borbotti espressi con acidità verso l'uomo, per poi aggiungere: "mi capacito di Massimo che se ne sta lì con loro a ridere. Ma infondo sono uguali loro due."A queste parole non ci vedo più e mi alzo dalle gambe di Alessandro con uno scatto.
"Non devi mettere bocca sulla nostra vita, hai scelto di non farne parte di conseguenza non hai il diritto di fare commenti insensati sui nostri confronti." Non aggiungo altro ed esco a passo svelto e deciso dalla caffetteria.Cammino per un paio di metri e mi fermo ai numerosi richiami provenienti dalla voce di Christian che mi ha seguito.
"Beatrice fermati!"
"Cosa vuoi?" Mi volto verso di lui con tono duro.Non merita questo trattamento ma la rabbia ribolle viva nel mio corpo. Ho tanti difetti e tra questi c'è l'incapacità di trattenere la rabbia. Se mi lascio sovrastare dalle emozioni negative le sfogo su chiunque mi trovi intorno, sia che centri o meno col motivo della mia ira e successivamente me ne pento.
"Beatrice calmati" mi sussurra mettendo un braccio sulle mie spalle abbracciondomi subito dopo.
E, nuovamente in questa giornata, Christian mi aiuta, facendo trasformare la negatività in tranquillità."Vieni a stare da me?" le sue parole somigliano a una supplica. "Avevo promesso a papà-" mi blocca, "ho già parlato io con tuo padre, gli va bene. Vieni." Non è una domanda, ma un'affermazione e la fragilità nascosta in lui mi convince.
Christian si mostra duro e forte, ma nella sua anima c'è qualcosa di molto più fragile e bello. L'ho capito dalle sue ultime parole. Sa che Denise a me inquieta, sa anche che scacciare i mostri che mi crea per me è difficile e non sono in grado di farlo da sola, ho bisogno di forza che non so darmi da sola. Di conseguenza ha preso iniziativa senza neanche prima chiedere a me, ha parlato con mio padre convincendolo, e conoscendolo è stato semplice, a farmi stare a casa sua in questi giorni.
Lo abbraccio stringendo di più la presa. "Vengo." Nessuno dice nient'altro, aumenta la presa al mio corpo eliminando qualsiasi distanza possibile e mi lascia un bacio sui capelli, laddove posa poi la sua testa.
Ci sciogliamo dalla stretta e torniamo in caffetteria, ormai vuota da qualsiasi parente, per prendere la mia roba che la mattina avevo lasciato nello sgabuzzino.
Camminiamo verso la villetta bianca in cui il moro abita, ridendo a qualsiasi parola scomposta e battuta che ci viene in mente.
Entrando nell'abitazione inetavilmente arrossisco ripensando all'episodio accaduto neanche un mese prima. Al ricordo della mia preoccupazione di ciò che nella mia testa era potuto succedere e con le risate beffarde di Christian che si prendeva gioco delle mie espressioni di sottofondo.Subito dopo il pensiero che dovrò condividere le giornate con la famiglia Stefanelli mi rende piccola e inadatta.
"Hey, siamo soli. Mamma e papà sono partiti ieri sera per una crociera di quindici giorni e Alexia ne ha approfitto per stare dal suo ragazzo." Christian parla come se mi avesse letto nel pensiero."Non vorrei mai rovinarti questo sorriso, ma devo dirtelo. Tua madre ha prenotato a un ristorante questa sera" mi irrigidisco sul posto, sarà la volta buona che rovinerò la piega perfetta di Denise rovesciandole la bottiglia d'acqua addosso.
"Tranquilla ci sarò anche io" mi prende la mano che accarezza col pollice.Percorrendo la casa mi imbatto su una vetrata che porta sul giardino. Guardo il moro per chiedergli il consenso di uscire e senza dire nulla mi apre la porta.
"Ho sempre desiderato una casa col giardino" mi lascio sfuggire in un sussurro.Sento un improvviso peso sulle gambe che mi fa barcollare. Uno dei due cani di Christian si è avvicinato a farmi le feste.
"Scusami, sono solo giocherelloni, spero non ti diano fastidio" si affretta a spiegare.
"Ma che" mi libero di una risatina, "anche io ho una cagnolina."
"Cagnolina?" Ripete incredulo prendendosi gioco di me. Infondo definirla tale non credo sia propriamente adatto. "Mi devi spiegare come hai convinto tua madre a farti tenere un golden retriver in casa" aggiunge ridendo.Perdiamo più di un'ora in giardino, seduti a terra sull'erba sintetica e accarezzando i cagnoloni del moro.
"Beatrice si è fatta una certa, è meglio se ci iniziamo a preparare." Il moro richiama la mia attenzione, per poi aggiungere, sussurrato ma abbastanza alto da sentirlo: "sopratutto psicologicamente."
Arrivati al ristorante la figura di mia sorella, vestita di tutto punto con un pantalone nero a palazzo abbinato a una camicia bianca, mi squadra soffermandosi sul mio vestiario. Non ho nulla di eccessivo o troppo sportivo, indosso un tubino nero e gli anfabi. Sopra il vestito, poichè è comunque una sera di fine settembre, tengo una giacca di pelle del medesimo colore.
"Tommy, sai lei è la zia" sento Letizia, la figlia più grande di mia sorella, parlare verso il suo fratellino, "però, la mamma dice che è una persona cattiva."
La vocina piccola dovuta dalla tenera età della bambina solitamente creerebbe un dolce sorriso, eppure l'armonia e sonorità della sua voce accostata alle parole pronunciate mi fa venire un buco allo stomaco, i brividi sulla pelle e l'umidità negli occhi.
Christian, probabilmente sentendo la bambina, mi guarda con tenerezza, o forse pietà. A chi non farebbe pena una ragazza che ascolta le parole di sua nipote che le dice di essere una brutta persona.
Maschero il malumore che si è impossessato del mio corpo con un sorriso e mi avvicino del tutto ai coniugi con due figli e a mia madre.
Alla mia sinistra ho Christian mentre alla destra i due bambini intenti a smanettare con il tablet.
Per tutta la cena ho subito i commenti di Denise concordati da mia madre e quel sottomesso del marito."Quindi, come va con l'università?" La donna poco più che trentenne assume un sorriso falso, domandando sui nostri studi, nonostante consapevole che non li abbiamo intrapresi.
"Ah è vero, voi non studiate, vi accontentate di fare dei caffè e pulirne le tazzine al termine del consumo." Non rispondo alle provocazioni, anzi mi metto a parlare con i due bimbi.
"A cosa giocate di bello?"
"La mamma ha detto che non dobbiamo parlare con te" Letizia, che sembra prendere con cura le redini della madre, assume un tono autoritario nonostante la sua vocina.Le sorrido lo stesso e butto l'occhio sullo schermo del mio cellulare che segnava le ventitré meno un quarto, di conseguenza guardo Christian per fargli capire che me ne voglio andare.
"Grazie per l'invito, ma credo che si sia fatto il momento che io e Beatrice ce ne dobbiamo andare" Christian si alza ed io lo seguo.
Alla faccia contrariata di mia madre, papà risponde ridendo, "sono ragazzi, lasciali divertire almeno il sabato sera."
Angolo autrice
Eccomi qui tornata con un nuovo capitolo, so che sono passati tanti mesi ma ho avuto un blocco dello scrittore e sono stata impegnata molto con la scuola.
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Semplicità // Christian Stefanelli
FanfictionBeatrice sono molteplici le cose che ama ma tra tutte adora la semplicità dell'essere. Anche le cose che odia non sono poche, soprattutto alcune persone tra cui Christian. Si conoscono da fin quando sono bambini ma non hanno mai avuto tolleranza l'u...