9 Un tornado

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"Che palle!" Continuo a imprecare al telefono quando mi trovo davanti la caffetteria per iniziare il turno

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"Che palle!" Continuo a imprecare al telefono quando mi trovo davanti la caffetteria per iniziare il turno.

"Bice calmati." La voce di mio padre dall'altro campo cerca di rassicurarmi, anche se di rassicurante nella situazione in cui mi ritrovo non c'è nulla.
Mi tolgo gli occhiali da sole e li porto sulla testa, facendo tenere i miei capelli biondi, oggi ondulati, dietro il mio volto.

"Calma?" Ripeto stizzita. "Papà hai capito quello che sta succedendo? Io non riesco a stare calma con tutto il rispetto." Il mio tono è alto e agitato, facendo voltare tutti i presenti nel bar.

"Io devo attaccare il turno ne riparliamo dopo" avverto mio padre prima di staccare la chiamata.

"Bea, cosa succede?" La voce di Viola, proveniente alle mie spalle, mi fa notare della presenza di tutti i nostri amici.

"Nulla" mi affretto a rispondere. "Stavi urlando come una pazza, non mi sembra nulla" interviene Mattia.
"Scusate se non voglio far sapere gli affari miei a tutti i presenti" dico indicando la decina di clienti all'interno del locale.

Prendo una sedia da un tavolo vicino al loro e mi ci siedo avvicinandomi ai miei amici.

"Mia madre mi ha dato la notizia più brutta della mia vita: sabato arriva a Dalmine mia sorella e ci starà per non so quanto tempo ma sicuramente per due settimane finchè non è il compleanno di mia nipote" racconto con tono basso ai ragazzi al mio fianco.
Christian storce il naso alla mia affermazione assumendo un espressione poco gradevole.
Luca, invece, sgrana gli occhi. "Sorella? Nipote? Io mi sto perdendo."

Ne Luca, ne Alberto erano a conoscenza del fatto che io abbia una sorella e due nipoti, avendoli conosciuti da pochi anni non ritenevo importante dirglielo.

"Si, Luca non sono figlia unica" ammetto e mi domanda, giustamente, perchè io non gliel'ho mai detto.
"Beh, non mi ha mai considerato tale, essendo dodici anni più grande si sentiva superiore rispetto a una bambina e poi appena compiuti i vent'anni se ne è andata di casa trasferendosi a Firenze per restarci mettendo su famiglia" riassumo senza pathos ne tatto, non mi tocca la sua assenza adesso, anzi reputo migliore il suo allontanamento rispetto a una presenza fissa ma "ingombrante" nella mia vita quotidiana.

Mi alzo dal tavolo e vado a prepararmi per iniziare a lavorare.
Pochi minuti dopo sento una voce alle mie spalle, ma fuori dallo sgabuzzino.
"Beatrice posso entrare?" Riconosco la voce di Christian e gli do una risposta affermativa.

"Come stai?" Domanda appena entra nella piccola stanza. "Sii sincera" aggiunge.
"Come dovrei stare? Conosci anche tu l'astio di quella donna nei miei confronti, cosa dovrei fare? I salti di gioia?" Termino con sarcasmo.
"Basta pensare che ho scoperto che fosse incinta per la seconda volta da una foto su instagram e che ha detto esplicitamente che alla sua nascita e al battesimo la presenza mia e di mio padre non era gradita. Tutti i regali che ho fatto a Letizia li ha buttati, Tommaso invece non l'ho mai conosciuto" mi stringo tra le mie spalle.

Posso capire tutto, anche se ancora oggi lo reputo surreale, il suo senso di superiorità e la dolcezza che non ho mai ricevuto da parte sua, come dovrebbe fare una sorella, ma ancora non mi capacito del fatto che mi abbia nascosto una gravidanza. È pur sempre mio nipote.
Letizia, essendo più grande, mi ha visto durante le videochiamate che mamma fa con Denise e un giorno curiosa volle parlare con me.

"Ma secondo te perchè viene su?" Domando esausta a Christian.
Il moro mi passa una mano sulla spalla e tristemente mi risponde. "Bea, sai anche tu com'è Denise, sicuramente vorrà giudicare la tua vita, esaltando la sua con la gratitudine di tua madre, mentre non avrà pietà a screditare te e tuo padre."

Le parole di Christian rappresentano la verità che non voglio ammettere. Sicuramente, la settimana che sta per arriverà creerà il putiferio nella mia vita. Come un tornado in una piccola cittadina, demolirà le aspettative e obbiettivi che pian piano sto raggiungendo nella mia vita.
Oltre alla mia persona, Denise, non penso si farà problemi a screditare nostro padre, ma soprattutto Christian e la sua famiglia. La bionda ha sempre concordato con nostra madre sui pensieri negativi che quest'ultima esprime sui coniugi Stefanelli e i loro figli.

"Christian" lo richiamo con tono basso come se sia colpevole di ciò che sto per dire. "Sei consapevole che si mostrerà superiore anche a te e Alexia e mostrerà superbia e altezzosità rispetto tutta la tua famiglia."

"Ci faremo forza a vicenda se vorrai." Parla con sicurezza, con convinzione, la stessa che vuole condividere con me.
"Ci sto, ormai siamo amici" sorrido.

"Amici e amici, siamo due persone prive di etichette." Christian alle sue stesse parole assume un espressione che non lascia di parte uno spiraglio di malizia. Giocosamente, gli do una gomitata sul fianco ridendo.

"Ci hai preso gusto ormai? Non è perchè ti concedo serenità tra noi puoi prendere ruoli non concessi" commento ancora con il sorriso sulle labbra.

Si piega su di me lasciando un bacio sulla mia guancia, "fai credere a Denise che sei fidanzata." Quando sta per uscire dallo sgabuzzino, prima di chiudere la porta aggiunge schiacciando l'occhiolino "con me."

Esce e chiude la porta dietro di lui.
Rimango sola col silenzio che è spezzato dalla mia stessa risata al pensiero di Christian come mio fidanzato solo per mostrarci forti al diavolo.

Angolo autrice
Scusate l'assenza!
Ho avuto due settimane molto impegnate e ho lasciato perdere per quei giorni il pensiero di Wattpad. Ora che finalmente ho trovato un momento libero ho scritto di getto questo capitolo abbastanza noioso ma in questo momento, purtroppo, sono priva di idee.
Ci sentiamo presto
-fra

Semplicità // Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora