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Il sole entra dalle finestre e le tende bianche non fanno nulla per filtrare i raggi luminosi

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Il sole entra dalle finestre e le tende bianche non fanno nulla per filtrare i raggi luminosi.

Mi sveglio e, anche se non sono nella mia camera, riconosco casa di Alex.

Così come mi aveva accompagnata, il moro si era offerto di riportarmi via, ma dato che la discoteca scelta era a Bergamo abbiamo optato per farmi restare a casa sua.

L'altra metà del letto matrimoniale, ed unico letto presente nella casa, è vuota segno che Alex si è già svegliato.
Esco dal letto, e a differenza da quando ho dormito da Christian, indosso il mio pigiama rosa ricco di cuoricini bianchi.

Percorso il corridoio arrivo in cucina, laddove trovo il ragazzo alle prese con la macchinetta del caffè.

Ho conosciuto Alex quando ero solamente in seconda superiore e lui già in quinta. Nonostante quella piccola differenza d'età, che all'epoca sembrava molto di più, abbiamo legato subito. Avevo degli amici suoi coetanei, ma il rapporto che avevamo instaurato era ben differente. Ancora ad oggi mi tengo stretto il nostro legame gelosamente. È il fratello maggiore che non ho avuto, anche perchè Denise non si comportava come tale.

Mamma, però, da sempre spera che questa mia grande amicizia con il comasco diventerebbe un qualcosa di più. È il suo prediletto. Non adora nessun essere umano quanto lui, fosse per lei potrebbe scambiarci per averlo come figlio.

Il moro mi passa una tazzina di caffè e prontamente ringrazio del suo gesto. "Di solito sei tu che fai caffè a me, oggi volevo contraccambiare" ridacchia della sua stessa battuta velata.

"Ale, ti posso chiedere un favore?" Gli domando interrompendo il silenzio che si era creato facendo colazione.
"Certo."
"Invece di riportarmi a Dalmine, potresi accompagnarmi da papà?"

Così quasi un'ora dopo, mi ritrovo stretta al suo busto mentre la moto sfreccia veloce per le strade della città lombarda. Nonostante non vado quasi mai da mio padre conosce l'indirizzo, poichè, quelle poche volte, ad accompagnarmi è stato lui essendo priva di patente.

Davanti la palazzina di solo tre piani, rallenta per poi accostarsi. Scendo dal veicolo e lo saluto ringraziandolo, per poi entrare nel palazzo.

Nonostante non vedo quasi mai mio padre non posso dire di provare un sentimento negativo nei suoi confronti. Fin quando sono piccola è sempre stato il mio supereroe. È sempre stato presente nella mi crescita ed anche quando, tre anni fa, è stato spostato nell'ospedale a Bergamo e non facendosi mai vedere in casa si è sempre preoccupato per me, chiedendo sia a mamma che chiamandomi direttamente.

A differenza di mamma lui è il genitore più permissivo. Ha sempre cercato di far capire a mamma che tutti quei divieti che mi dava erano eccessivi, soprattutto da quando ho superato la maggiore età. Era lui, che quando ero più piccola con i primi fidanzatini, mi copriva le spalle inventandosi qualche balla per non far capire nulla a mamma. Ho sempre preferito parlare dei miei problemi, pensieri e qualsiasi altra cosa mi passasse per la mente a lui, non mi sentivo giudicata ne in difetto, cosa che gli sguardi severi di mamma trasmettevano.

Semplicità // Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora