10 Guerra tra pari

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urtroppo il sabato tanto atteso è arrivato. Non ho mai visto mia madre tanto scalpitante quanto in questa settimana. Questa mattina si è svegliata presto e continuava a ripetere contenta che oggi sarebbe venuta Denise a Dalmine.

Io nel frattempo sto preparando un borsone con le mie cose. Non riuscirò a convivere con mia sorella e la sua famiglia sotto lo stesso tetto neanche per un giorno, di conseguenza ho optato di andare a dormire da mio padre. Alex, in tutta questa situazione da cui è estraneo, è il malcapitato che dovrà accompagnarmi ogni giorno fin in caffetteria e poi fare la strada nel senso opposto al ritorno.

Christian, invece, ha preso la sua stessa proposta positivamente, dandomi di tanto in tanto dei baci rubati e nascosti da occhi in discreti, giustificandosi che dovevamo fare pratica in modo da essere convincenti.

Con in spalla il mio borsone verde e a tracolla la mia borsetta, mi incammino verso la caffetteria.
Caccio fuori dalla tasca dei miei jeans le mie amate cuffiette, le quali collego al cellulare riproducendo della musica che mi accompagna per il tragitto.

Entrando nel locale rimango stupita alla presenza di Christian e sua sorella Alexia.
"Ciao Bea" la ragazza dai folti capelli ricci e scuri, mi saluta con un piccolo  sorriso, mente suo fratello si limita ad abbassare i suoi occhiali da sole fin alla punta del naso squadrandomi con un sorrisetto ambiguo.

"Ciao ragazzi" saluto entrambi e vado a posare la sacca che portavo sulle spalle nel magazzino.
"Vuoi che ti chiamo una ditta di traslochi?" Al mio rientro nella sala, Christian non si lascia scappare la battutita.
"Anche tu necessiti una stanza di un motel?" Ribalto la domanda schizzita facendo riferimento alla coppia con i due figli che si stabilirà per questi giorni in casa mia.

"Volentieri, pur di condividere lo stesso letto." Alle parole del fratello Alexia assume un'espressione stupita e ridendo prende parola.
"Mi limito a ordinare un caffè e tolgo il disturbo."

Così preparo il caffè alla ragazza e ancor prima che il moro potesse chiedermelo gli passo un succo all'ace.
"Grazie bella." La mora paga ed esce dalla caffetteria.

"Oggi è il grande giorno." Annuisco triste alle parole di Christian. Esco dal bancone e mi avvicino a lui, che si trova dalla parte opposta di esso.

"Come farò a star serena per due settimane?" Chiedo con tono basso in cerca di rassicurazioni.

Ho sempre cercato attenzioni del genere. Vedere un ragazzo che accarezza la guancia della fidanzata in un momento no mentre le sussurra dolci parole, è sempre stata un'immagine che mi scalda il cuore. Una madre che tiene stretta a sè la figlia, magari in un pianto dopo essersi sbucciata un ginocchio mentre stava giocando.
Sono da sempre invidiosa di chi riceve rassicurazioni e ammiro chi sa darle.

Il ragazzo, come se avesse letto i miei pensieri, mi stringe al suo corpo in un abbraccio. Poggio la testa sul suo petto circondato dalle mie braccia.
"La tua serenità non deve essere rovinata da un'arpia. Devi combattere questa guerra tra pari, devi vincerla mostrarti più forte di chi si crede superiore. Devi riuscire a mostrare la tua superiorità, che cammini a testa alta e con i piedi per terra. Le tue convinzioni sono realtà,  sicurezze, ganci su cui aggrapparsi nel terremoto che cerca di creare.
Non farti rovinare il sorriso da lei. Vivi nella tua semplicità è proprio quella la parte più vera e migliore di te, quella che vuole rovinare ma, tranquilla, non glielo permetteremo."

Semplicità // Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora