☞ 𝙒𝙖𝙧𝙣𝙞𝙣𝙜: 𝙨𝙥𝙤𝙞𝙡𝙚𝙧 𝙙𝙖 𝙋𝙚𝙧𝙘𝙮 𝙅𝙖𝙘𝙠𝙨𝙤𝙣
Lucy Turner aveva sempre saputo di non essere una normale figlia di Apollo. Ciò che non poteva sapere, però, era quanto effettivamente fosse diversa dagli altri, o quanto la sua vita sa...
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La situazione durante la caduta fu più o meno la seguente: Percy, che si aspettava di avere delle profonde rivelazioni, di venire a patti con la sua natura mortale, di ridere in faccia alla morte o cose del genere, si ritrovò semplicemente ad urlare a squarcia gola mentre fendeva l'aria con il suo intero corpo.
Anche Lucy stava urlando, ma al contrario dell'amico, il suo non era un grido terrificato: era più un urlo di euforia, di quelli che fai quando percepisci l'adrenalina scorrerti nelle vene mentre scendi dalla cima di una montagna russa.
I due non seppero per quanto durò la discesa, ma vedevano chiaramente il fiume avvicinarsi ad una velocità spaventosa, mentre tutto attorno a loro si susseguivano edifici che non riuscivano a mettere completamente a fuoco.
Più si avvicinavano al Mississippi, più Percy era convinto che sarebbero morti schiacciati sotto trenta metri di fango, perduti per sempre.
Strinse un po' di più la mano di Lucy, consapevole almeno che sarebbero morti insieme.
Era piuttosto strano, in effetti: solo qualche secondo prima avrebbe fatto di tutto perché Lucy potesse tornare a terra sana e salva.
Anche adesso avrebbe preferito essere riuscito a trovare un modo per salvarla, però, ripensandoci aveva fatto tutto lei. Era stata lei a ritornare sull'arco per lui, a sfidare Echidna e la Chimera e a spingerlo a buttarsi.
