Solitamente, porto chiunque in tanti posti tranne che a casa mia. È una regola non scritta che ho sempre rispettato, un confine invalicabile. Ma, per qualche ragione, stanotte ho infranto questa regola. Lisa era lì, su quella panchina, vulnerabile e completamente esposta a qualunque pericolo. Qualcosa dentro di me non poteva lasciarla lì, non lei. Portarla a casa mia era l'unica opzione. Aprire la porta con lei in braccio non è stato facile, ma, contro ogni aspettativa, ce l'ho fatta. E tutto senza svegliarla. È incredibile come possa dormire profondamente, come se niente al mondo potesse scuoterla.La porto in camera mia, dove il mio letto diventa il suo rifugio per la notte. Con delicatezza, le tolgo le scarpe, poi i jeans attillati che sembrano fatti su misura per abbracciare ogni sua curva. Infine, le tolgo la felpa, lasciandola solo con la mia maglietta, che le arriva appena sopra il ginocchio. La osservo per un istante, il viso rilassato, i capelli che le cadono disordinati sulle spalle. Nonostante tutto, riesce ad essere così... perfetta. Spengo la luce, mi tolgo i vestiti lasciando solo i boxer e mi infilo nel letto accanto a lei, mantenendo una distanza rispettosa. Ma non posso fare a meno di inspirare il suo profumo di fragola. Quell'aroma dolce e persistente che, nonostante i miei tentativi, mi resta in testa anche quando chiudo gli occhi.
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Lisa's Pov
Il sole mi colpisce il viso con una forza quasi fastidiosa. Socchiudo gli occhi, cercando di abituarmi alla luce, e la prima cosa che noto è che questa non è la mia stanza. Il soffitto è diverso, l'arredamento non familiare. Non sono a casa dei miei zii. Il cuore mi batte all'impazzata mentre mi giro e lo vedo. Nathan è lì, disteso a pancia in giù, il volto rilassato nel sonno. Per un attimo, il mio cervello si blocca. Indosso una maglietta che non è mia, una delle sue, probabilmente. La mente inizia a ricollegare i pezzi: il parco, la bottiglia di whisky, lui che mi trova... ma come sono finita nel suo letto?
La mia confusione diventa irritazione. Non ho intenzione di aspettare che si svegli da solo, quindi afferro un cuscino e glielo tiro contro.
"Nathan, svegliati!" esclamo, colpendolo dritto sulla testa.
Lui si gira lentamente, con quella sua aria irritante di chi non si fa mai prendere alla sprovvista. "Qualcuno si è svegliato male stamattina, vedo..." dice con la voce ancora impastata dal sonno, il tono strafottente che mi manda fuori dai gangheri.
Non posso non notare l'evidente segnale della sua erezione mattutina. Arrossisco istantaneamente, cercando di guardare altrove. "Punto primo, copri quel coso. Punto secondo, mi spieghi come diavolo ci sono finita nel tuo letto? E giuro che, se mi hai fatto qualcosa, te lo taglio e lo getto nella spazzatura."
Nathan ride, quel suono profondo che mi irrita e mi attrae allo stesso tempo. "Wow, buongiorno anche a te, Sperduta. Punto primo, scusami se il mio coso ti disturba, ma credo meriti un trattamento migliore di quello che proponi. Punto secondo, ti ho trovata ubriaca su una panchina. Quando ti ho chiesto dove abitavi, ti sei addormentata, quindi ho dovuto improvvisare. Ora dimmi tu cosa avrei dovuto fare."
Mi accorgo che, nonostante tutto, ha ragione. Ma non sono pronta ad ammetterlo. "Ok, grazie, suppongo. E comunque smettila di essere così arrogante, guarda che non sei l'unico uomo al mondo con un cazzo. Non ti credere così importante."
Lui solleva un sopracciglio, divertito. "Vero, ma non tutti sanno usarlo come me, dolcezza."
Il soprannome mi manda fuori di testa. "Smettila di darmi nomignoli, altrimenti..." Non riesco a finire la frase, perché in un attimo si ritrova sopra di me, il viso a pochi centimetri dal mio.
"Altrimenti cosa, dolcezza?" Il suo tono si abbassa di un'ottava, sensuale e ipnotico. Il mio cuore batte all'impazzata, il respiro si blocca. Sono paralizzata, incapace di pensare.
"N-niente..." balbetto, odiandomi per la mia mancanza di controllo.
Nathan sorride, soddisfatto. "Ecco cosa pensavo. Sai, Lis, hai un modo unico di incasinarmi la testa." La sua mano scivola sul mio viso, poi si ferma sul mio fianco. Per un attimo penso che cederà alla tensione tra noi, ma poi si ritrae, lasciandomi sospesa nel vuoto.
"Per ora mi accontenterò di fotterti la testa" e con questa frase da Don Giovanni del cazzo manco si credesse uno dei personaggi dei miei libri si alza e va in bagno, quindi io ne approfitto per svignarmela.
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Il resto della mattinata si svolge con un misto di tensione e frustrazione, ma una cosa è certa: Nathan Peterson non si limita a occupare spazio. Occupa mente, corpo e anima.
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Senza Via Di Fuga
RomanceDopo un tragico incidente che le porta via entrambi i genitori, Lisa è costretta a trasferirsi a vivere con i suoi zii, in una città lontana da quella che chiamava casa. Persa e sola, trova sollievo solo nelle lunghe passeggiate notturne, durante le...