Il parco giochi

70 18 11
                                    

"Papà, alle nove mi puoi accompagnare al parco giochi di via Val d'Arno?"

"Ok" rispose il padre con il suo solito parlare con monosillabi.

Manuel Zuzzu era un uomo di mezza età, molto riservato ed introverso benchè avesse un modo di fare che poteva sembrare aggressivo, vuoi per il tono di voce alto e vuoi per il contenuto direttivo di ciò che diceva che non era accompagnato da alcuna nota di dolcezza, comprensione o empatia. Tendeva ad avere tutto sotto controllo e cercava di imporre questo modello di perfezione anche agli altri, chiunque gli capitasse sotto tiro compresa la povera Zuzzu, che alle volte non lo sopportava proprio.

Era per questo motivo che quella sera era particolarmente contenta di uscire, aria fresca rispetto a quella che si respirava dentro casa, con tutte quelle cose che non andavano: magliette fuori posto, asciugamani appallottolati, disordine diffuso, tutte imperfezioni chiaramente create dalla povera Zuzzu che fra i denti sussurò un sonoro "Che palle!!!!!!!" al quale non seguì alcuna risposta da parte del padre, forse semplicemente perchè non aveva sentito.

In un turbine di prove di vestiti, capelli piastrati si, capelli piastrati no, pantaloni a vita bassa o alta, scarpe firmate no perché si rovinano, scarpe firmate si perché sono troppo belle ma ne ho un paio solo e via dicendo, alla fine riuscì a prepararsi e ora era in macchina diretta all'appuntamento.

"Oi, sei già arrivata? Sono un po' in ritardo"

"Corri che qui siamo in pochi...proprio oggi dovevo arrivare puntuale"

"Chi c'è?" chiese Zuzzu in modo generico mentre in effetti voleva sapere se Lorenzo era arrivato.

"C'è solo il nerd. Muoviti" rispose Emma.

Era quasi arrivata all'appuntamento e si sentiva un po' in ansia "Chi sa se mi parlerà" pensava "ma che mi prende, nemmeno lo conosco, stasera mi voglio divertire e basta! Però..... è proprio carino..." e sorrideva di quel sorriso che sembra contagioso ...."oddio, mi è spuntato un brufolo, ma porca paletta proprio oggi"...... e in un dialogo interiore interminabile e alle volte inclemente era arrivata e sentì che qualcuno da lontano la chiamava "Zuzzu vieni che queste macchinine sono una figata!!".

Le macchine a scontro sono divertenti perché puoi muoverti liberamente in un contesto protetto cioè anche se ti scontri con altre persone non ti fai male e la cosa divertente è proprio trovare il modo per togliersi dall'ingorgo di macchinine che si crea subito dopo lo scontro di almeno due guidatori come epilogo di un'azione di speronamento perfettamente orchestrata.

Troppo divertente!!!!!

Zuzzu sembrava immersa in quel divertimento presa come era a ridere e scherzare con Giada, Massimiliano, Carlotta e gli altri che quasi non si era resa conto del tempo che passava e ora si erano spostati tutti sul Tagadà!

Musica perfetta: Capo Plaza

La ruota che si inclina in modo ondulatorio e quegli scossoni improvvisi che ti fanno sobbalzare e ti rigenerano in un fluire di adrenalina..... e le risate, quante risate. Se si potesse vedere il potere della risata, in senso fisico, come una pittura luminosa che dipinge una tela immaginaria, in quel momento, Zuzzu e i suoi amici stavano disegnando un tripudio di fasci luminosi e vividi.

"Adoroooooooooooo" urlò Zuzzu e così andò avanti per gran parte della serata.

Mentre scendevano dal Tagatà, Zuzzu si accorse che era un po' che non vedeva Emma e, in effetti, mancava anche Lorenzo all'appello, anzi no, anche altri due ragazzi, di cui non conosceva il nome era spariti.....ma dove erano finiti?

In un attimo, un messaggio di Wattsapp informava il gruppo che stavano arrivando perchè erano andati a prendere una bottiglietta d'acqua, ma quando arrivarono era evidente che non avevano comprato solo una bottiglietta d'acqua. Tutti e quattro avevano il tipico sguardo e la tipica euforia di chi si è appena fatto una canna.

Ridevano e scherzavano fra loro come escludendo gli altri. Nessuno ci fece caso, forse erano abituati, anche Zuzzu.

Non capiva il perchè dovevano sballarsi in quel modo. Sembrava che il divertimento "normale" non bastava, a cosa poi? Come se fumare spazzasse via la tristezza, i pensieri o almeno così glielo aveva spiegato Emma quando una volta Zuzzu le aveva perchè si faceva le canne. Non glielo aveva chiesto più. Emma poteva fare quello che voleva della sua vite, Zuzzu non era mica sua madre e se preferiva rovinarsi così, Lei come amica poteva farci poco.

Era rimasta colpita dalla complicità che sembrava esserci fra Emma, Lorenzo, Paolo e Maia (i due ragazzi di cui non ricordava il nome e che successivamente in preda all'euforia sembravano essere diventati i suoi migliori amici ) e al tempo stesso fu sorpresa di come, guardando Lorenzo, i suoi occhi, quegli occhi, fossero diventati anonimi e le sembrava impossibile ricordare l'emozione che aveva sentito quando lo aveva conosciuto.

Rimasero tutti insieme a scherzare al bar del parco giochi e poi dopo essersi scambiati l'Insta si salutarono mentre a coppie o gruppetti se ne andarono a casa.

Zuzzu ed Emma andarono via insieme ed Emma continuava a ridere senza un preciso motivo dicendo cose che per lo più non avevano senso. "Speriamo che mia madre dorma se no mi sgama......ahahahah" e continuò a ridere da sola per quasi tutto il tragitto mentre continuava a dire a Zuzzu "Non fare la timida! Devi scrivere a Lorenzo, si vede che ti piace e mi ha detto in confidenza che anche tu piaci a lui, dai! Ah ah! Dai che Zuzzu si fidanza!" e continuava a ridere da sola.

La povera Zuzzu non sapeva come interpretare le info che le stava dando Emma, sembrava tutto confuso e sicuramente sarebbe stato meglio affrontare l'argomento il giorno dopo.





IL SOGNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora