Fiber

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Ore 21:00 a casa Zuzzu.

Serata già organizzata per andare in discoteca con appuntamento alle dieci davanti al Fiber, la discoteca che era di moda in quel momento, frequentata da adolescenti e non, in cerca di musica, divertimento, condivisione, sballo e tanto altro... e in quel tanto altro si potevano trovare tutti i desiderata di chi andava in discoteca. Tanta "Roba". Alcuni cercavano nuovi amici, mentre altri fantasticavano il nuovo amore, un amore veicolato da Cupido e altri ancora già immaginavano una doccia di adrenalina solo per il fatto che erano usciti dalla confort zone dei soliti vestiti e delle solite uscite e potevano finalmente scatenarsi trasportati dalla musica.

E Zuzzu? Aveva delle aspettative? Perchè andava al Fiber quella sera, in effetti per la prima volta?

Forse perché in modo inconsapevole, le era rimasto il seme di una bella frase di Marianne Williamson, letta in un momento di particolare attenzione: "Quanto tempo stai trascorrendo guardando la vita degli altri sui social? Ricorda che il mondo appartiene a coloro che agiscono, non a coloro che stanno fermi a guardare".

Quello che contava di più, in quel momento, era semplicemente che sabato era finalmente arrivato!

Zuzzu iniziava a prenderci gusto nel prepararsi per un'uscita e, mentre era seduta sul letto a fantasticare, si accorse che gli occhi di Lorenzo continuavano a fare capolino fra i suoi pensieri.

Fece una lunga videochiamata con Emma per scegliere cosa mettere ed Emma si mostrò più che disponibile a smontare ogni proposta di Zuzzu per ricreare un outfit più audace e una serie interminabile di proposte e riproposte si esaurì, anche per stanchezza, quando alla fine trovarono, e soprattutto Zuzzu trovò, un outfit che le donava sia un bell'aspetto che la possibilità di viverselo con serenità perché si sentiva a proprio agio.

"Grazie Emma, meno male che ci sei tu" disse Zuzzu mentre chiudevano la video chiamata, un grazie detto in zona cesarini, quella zona a cui accedeva raramente, accompagnato dalla speranza che Emma non avrebbe sentito perché aveva già chiuso l'audio. Perché questo genere di frasi non faceva parte del colorito parco di parole che caratterizzavano il linguaggio di Zuzzu, colorito perché ormai si era abituata ad accedere alla prospettiva dei " molti" cioè quella prospettiva a cui accedi all'approvazione degli altri perché sei divertente, perché li fai ridere, perché non sei in contrapposizione con quello che seguono e dicono gli altri, anche quando la pensi diversamente ed anche quando senti un sentimento... di gratitudine, amore...

Eppure, quella videochiamate, in modo inconsapevole, le stava aprendo prospettive nuove e Lei, in quel momento, le aveva accolte senza pensarci troppo ....perchè le parole erano uscite in modo naturale, senza filtri né retropensieri. Emma la aveva aiutata moltissimo e solo Zuzzu sapeva quanto avesse bisogno di un conforto femminile che potesse restituirle la senzazione di essere compresa ed amata.

Il vulcano Emma aveva fatto la sua bella parte e Zuzzu la sua.

Ancora non sapeva quello che stava per succedere, eppure, al di là di ogni immaginazione, quello che era successo era importante...e in quel momento era felice. Si sentiva sollevata per aver detto "Meno male che ci sei tu, perchè in quel momento, in quello specifico momento, solo lei sapeva descrivere la felicità che provava.....

Con il tempo e con gli eventi se ne sarebbe dimenticata, momentaneamente, eppure, benché destinata a cadere nell'oblio, quella gioia di essere stata se stessa stava lasciando una pietra miliare nel suo essere Zuzzu al di la di quello che stava per succedere....

Sabato era finalmente arrivato ed era pronta......

Vestita e truccata come piaceva a Lei.

.... Non se ne accorgeva....epppure quel "come piaceva a Lei" era TUTTO ... un TUTTO di libertà, un TUTTO che, essendo perfetto in se stesso, non aveva bisogno di approvazione.

IL SOGNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora