Aveva funzionato!Fingersi morta aveva funzionato! Una scarica di serotonina la stava tranquillizzando oltre un martellante male alla testa.
Continuava a rimbombare nella sua testa quel "Salutami Manuel" e continuavano ad affacciarsi nmila ragionamenti, ipotesi, dimostrazioni fallite, dimostrazioni possibili, il caos, il caos totale.
Prese il telefono per vedere che ore fossero ed era ancora troppo presto per poter richiamare Paolo, solo lui poteva darle dettagli, informazioni, qualcosa, qualsiasi cosa oltre quello stato di confusione totale e di blackout totale... era proprio una brutta sensazione, il non ricordare nulla era una sensazione orribile, tutto e niente erano altrettanto possibili..."Ma perchè???" continuava a domandarsi in un misto di depressione e disperazione. "Come se non sapessi che a bere alcolici in eccesso si sta di merxxa il giorno dopo? "
Un'ansia crescente iniziò a farsi strada e a farla da padrone nei pensieri che iniziavano a prendere una piega deleteria e non poteva rimanere ferma ad accogliere tutto quel recriminare.
Si alzò di scatto senza fare rumore e con la torcia del telefono si fece luce nella stanza buia per non inciampare in eventuali oggetti lasciati inavvertitamente a terra, come a cercare qualcosa che la salvasse da tutti quei pensieri che la stavano massacrando mentre era a letto, ma c'era poco da fare al buio, in quattro mura, come in un recinto, c'era poco da fare se non guardare i social sul cellulare.
Non aveva molto voglia di scrollare a raffica i vari video, quel mal di testa la obbligava a stare ferma con i suoi pensieri e le impediva di fare le solite cose.
Il silenzio. L'assenza di un dialogo da noi ad altri e l'assenza di un dialogo interiore.
...
Per una frazione di secondo si rese conto che guardare i social sul telefono era un anestetico, un riempitivo di pensieri di altri pur di non dare spazio ai propri, ma fu solo per una frazione di secondo perchè era già immersa in un video, uno di tanti, che riprendeva un pov che le piaceva.Passò avanti nei video e ce ne fu un altro che colpì la sua attenzione. Era uno di quei video sulla consapevolezza, di quelli che ti fanno immaginare che tutto è facile, ma rimani sempre con la domanda in tasca: "Sì, ma come? Come fare a raggiungere certa bellezza quando c'è il caos totale in testa di pensieri, paure, ansie, recriminazioni , dolore.....? "
Per una frazione di secondo la domanda "Come posso ..." questa domanda verticale, da lei a lei, illuminò i suoi pensieri, ma Zuzzu abbandonò subito questo pensiero e fu trascinata alla deriva, in balia di fantomatiche motivazioni con una destinazione obbligata di auto demoralizzazione.
"Basta!" pensò "Non ce la posso fare" ed abbandonò immediatamente il video come se qualcosa la stesse attraendo oltre la sua volontà, ma indubbiamente quello non era il momento giusto per scendere in considerazioni verticali in un mondo che si muove in orizzontale e, benché fosse sempre stata certa che in quello scendere in verticale ci fosse la risposta a tante domande, in quel momento preferì con gratitudine rimanere sulla superficialità delle cose e degli avvenimenti.
***
Passò del tempo ed era finalmente arrivato il momento giusto per riprovare a chiamare Paolo.
Zuzzu imbarazzata "Oi, hai finito gli allenamenti?"
P: " Mentre provo una schiacciata il cell è spento, che ne pensi?"
Zuzzu imbarazzata: " Ma che ci vuole a mandare a punto la palla dall'altra parte?"
Zuzzu avrebbe voluto dire altro, del tipo, aiutami a capire cosa è successo ieri, eppure non ci riusciva ...
P: " Stai bene dopo aver dormito?"
Quella domanda era come una carezza, un invito a nn essere sulla difensiva.
Zuzzu: " Mal di testa ne abbiamo" fu la risposta di facciata, mentre avrebbe voluto chiedere senza mezzi termini qualcosa in più su quello che era successo fra di lore, su qualcosa che lei non ricordava...brutta sensazione quando hai passato la serata con qualcuno che conosci a mala pena...
"Ma chi me lo ha fatto fare di bere, maledetto alcol" pensò Zuzzu in un delirio momentaneo, misto a paura di quello che avrebbe potuto scoprire.
P: " Immagino... quando ho visto che non ragionavi più ti ho chiesto con chi fossi d'accordo per ritornare a casa e mi hai risposto MANUEL ZUZZU, come se fosse un orco gigante che mangiava bambini. Eri già out, ma sei stata gentile a darmi il tuo telefono per poter chiamare MANUEL ZUZZU. Con una qualche esitazione ho chiamato tuo padre e gli ho spiegato che non ti sentivi bene e ,dopo avergli chiesto di venirti a prendere, lui è arrivato dopo poco. Non so cosa sia successo dopo ma di certo tu hai dormito nel tuo letto e tuo papà ti vuole un gran bene perché nella sua voce e nei suoi occhi quando ti è venuto a prendere c' era tanto amore... credimi che me ne intendo, capto stronzagine come un radar"
...
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IL SOGNO
AcakSogno e realtà si rincorrono, si fondono e si riconoscono. Quanta parte di una giornata viene vissuta dormendo e quanta parte ricordiamo dei nostri sogni? E se ci fosse di più di quello che ricordiamo?E se sognare ad occhi aperti fosse possibile e s...