7 - Il colpo finale

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Asaka

Pedalai verso la scuola, sfrecciando tra le vie periferiche del paese e cerando di cogliere più dettagli possibile, e di togliermi di mente le immagini della sera prima. Nonostante tutti gli sforzi, mi sentivo ancora le loro mani addosso, i ghigni da sudici predatori in viso. Tutto così sfocato e reale allo stesso tempo, un incubo che si era materializzato di fronte a me, la pelle d'oca e la paura che mi scuoteva. 

Mi asciugai in fretta una lacrima, prestando attenzione alla strada e pedalando più veloce, dopo 5 minuti, raggiunsi la caffetteria dove c'erano Quinn e Nailah ad aspettarmi, mentre chiacchieravano spensierati. 

Incollai in faccia un sorriso felice e feci una corsetta verso di loro, abbracciandoli. Cercai di mantenere un'espressione gioiosa, nonostante la tempesta che si scatenava dentro di me

≪Ehy, tutto okay?≫ chiesi Nailah, sorridendomi.

≪Sì, bene e voi?≫ parlammo per un po' tempo di un caffè e poi andammo alle lezioni. Proprio nel bel mezzo della spiegazione, Quinn mi diede una gomitata per attirare la mia attenzione, così mi girai verso di lei. Mi fece un sorriso da sorniona, mostrandomi lo schermo del suo cellulare. Mi avvicinai e cercai di leggere i messaggi che cercava di mostrarmi, ma il suo braccio tremava per l'emozione, così glie lo sfilai di mano.

"Ehi Quinn, sono Jacob. Ti ricordi di me?" sussurrai il messaggio, mentre lei sembrava non essere pronta a contenere tutta quell'emozione. Sorrisi, continuando a leggere.

Jacob

Ehi Quinn, sono Jacob. Ti ricordi di me?

Certo, come stai?

bene e te?

bene dai

ti va se ci incontriamo un giorno di questi? ti ho visto in giro recentemente e mi piacerebbe approfondire.

certo

-

Smisi di leggere e mi misi una mano sulla bocca. Jacob non era altro che la vecchia crush di Quinn, di forse un anno fa ma il solo fatto che lui si fosse ricordato il suo nome voleva dire moltissimo per lei, così le sorrisi e mi complimentai con lei, nonostante fossimo nel bel mezzo dell'aula, a sorridere come due stupide per 4 parole in croce. Nel corso degli anni aveva avuto molti ragazzi, ma Jacob era sempre stato il suo punto debole.

≪Domani ci incontriamo≫ sussurrò.

≪È magnifico, non avrei mai pensato ti scrivesse≫ le risposi.

≪Lo so! Oddio, sto sudando≫ fece sventolare le mani per farsi aria e pensai a quanto fosse bella. I lineamenti evidenziati dal trucco, gli zigomi alti, gli occhi a punta e il naso dal profilo delicato. Nella mia vita non è mai stato così difficile sopportare la sua bellezza, soprattutto quando l'unica cosa che facevo quando le parlavo era osservare i suoi lineamenti e compararla a me. Pian piano la mia autostima si è abbassata più di prima, una scarica di insoddisfazione, di tristezza. È questo che si prova ogni volta che si incrocia una persona esteticamente perfetta, e sentire il mondo crollare sulle spalle, l'invidia che brucia nelle vene e un senso di ripulso per il mio corpo e il mio aspetto. 

E dicono che la bellezza è soggettiva, ma tutti i ragazzi si farebbero Quinn senza pensarci due volte, mentre se il mio nome dovesse venire dopo il suo, comparirebbero smorfie disgustate. 

Tutto regolare come gli altri giorni e dopo aver salutato Quinn e Nailah mi diressi in biblioteca, presi un libro e scesi al piano 0, pronta a tornare a casa. Slegai la bici e partii, il vento soffiava tra i miei capelli e le foglie marroni danzavano con esso. La bellezza dell'autunno riusciva sempre a strapparmi un sorriso. Una volta arrivata al condominio, legai la bici, con una calma che non mi apparteneva. Solo quando alzai lo sguardo notai una figura anomala appoggiata al muro. Era nella penombra e aveva un cappellino, ma riconoscetti subito quel corpo. Sable.

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