9 - Ritrovato

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Asaka

≪Non sapevo fosse tuo fratello...≫ constatai.

≪Già...Non pensavo lo conoscessi. È un grande stronzo≫ disse, sospirando. Sorrisi alla sua affermazione. Presi le mie cose e mi preparai.

Atlas scese dalle scale, e mi venne incontro, con jeans neri e una maglia dello medesimo colore, con sopra una giacca.

Mi aprì la porta e salutai Jake e Lily.

≪Non c'è bisogno che mi accompagni, so badare a me stessa.≫ 

≪Ahah, come no. E comunque gira brutta gente in questo quartiere, sopratutto a quest'ora.≫

≪Ce la faccio anche da sola≫ ribattei, mentre passavamo vicino a delle case malandate, dove c'era un odore acro. 

≪Sei forte, ma le tue mosse di finto karatè non bastano per un uomo di media stazza e con voglia di sesso, o altro.≫ disse, duro; tacci e cominciai a guardarmi in giro. 

≪Non avrei mai pensato che fossi...il fratello di Lily≫ 

≪E perché no? Siamo simili.≫

≪Abbastanza, ma non da collegarvi a primo occhio.≫

≪Come sta lei?≫ mi chiese dopo una pausa, abbassando il tono di voce. Io mi girai verso di lui, corrucciata.

≪In che senso? Sei suo fratello, dovresti saperlo tu, mica io.≫

≪Ho...tante cose in ballo. Non torno spesso a casa.≫ sospirò, ma non osai confidargli il segreto che Lily mi aveva confidato.

≪Per le persone che vuoi bene il tempo lo trovi≫ dissi secca. Non sono il gufo di nessuno, il mio lavoro non è la 'gossippatrice', pensai.

Dopo poco, arrivammo a casa mia, e nel frattempo le stelle avevano preso il buio del cielo, e la Luna illuminava i suoi lineamenti misteriosi. Mi misi davanti a lui per salutarlo, ma le parole morirono in bocca,  di fronte alla sua altezza spodestante. I suoi occhi penetranti e privi di pudore, mi fissavano come se potessero leggere ogni segreto che celavo nell'anima che custodivo gelosamente da occhi indiscreti. 

≪Vuoi venire dentro?≫ lo invitai, ma il suo ghigno malizioso mi fece strabuzzare gli occhi e boccheggiare, realizzando il doppio senso. Mi coprii la faccia dall'imbarazzo, girandomi e balbettando imprecazioni. ≪Oddio≫ sussurrai.

≪Non è quello che intendevo≫ ripresi, guardandolo con vergogna.

≪Va bene, verrò dentro≫ citò, sorridendo pericolosamente.

≪Niente sesso, ti sto solo invitando nel mio appartamento.≫ 

Tranquilla, non ti tocco.≫ 

Entrai nel mo appartamento e accendendo le luci, che rischiararono l'ambiente.  Lui si pulì le scarpe e si guardò intorno, perlustrando l'ambiente. 

≪Vuoi qualcosa da bere, o da mangiare?≫ chiesi, aprendo il frigo e guardandolo di sottecchi, mentre si sedeva sul divano.

≪Acqua≫ sentenziò, quasi un ordine. Borbottai un prego, mentre glie la versavo in un bicchiere, mi avvicinai e glie la porsi, sedendomi su uno sgabello del bancone, e guardandolo. Lui mi contemplò allo stesso modo, ma il suo sguardo mi metteva davvero a disagio, sembrava mi stesse leggendo ben oltre l'aspetto.

≪Sei persa≫ disse infine, sorseggiando l'acqua. Inclinai la testa, guardandolo

≪Cosa intendi?≫

≪Hai lo sguardo perso, di chi non sa più cosa aspettarsi dalla vita≫ disse, ma scossi la testa perché sono anche una perfetta bugiarda.

≪Cagate, sono una persona ambiziosa.≫ gli sorrisi, ma non se la bevve, rimase lì ad osservarmi, con un'espressione neutrale. Cominciai a sudare freddo davanti al suo sguardo, sapeva che stavo mentendo. Interruppi il contatto visivo, mentre flashback dei miei momenti peggiori scorrevano davanti agli occhi. Mi alzai e tirai fuori dalla madia un bicchiere di whisky invecchiato.

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