XIII - Improbe amor, quid non mortalia pectora cogis

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"Improbe amor, quid non mortalia pectora cogis!"
Crudele amore, a che non costringi i cuori dei mortali?
(Virgilio)

"Improbe amor, quid non mortalia pectora cogis!"Crudele amore, a che non costringi i cuori dei mortali?(Virgilio)

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8 giorni prima della morte di Jungkook

Il cielo sembrava essersi chiuso in grandi e scuri nuvoloni neri, la luna e le stelle parevano essere state inghiottite dall'oscurità: tenebrosi tuoni rimbombavano in lontananza su nel cielo, spezzando la quiete del giardino.
Le acque del lago, come se fossero mosse da un'energia invisibile e impalpabile, cominciarono ad agitarsi: le piccole onde, formatesi improvvisamente, si scontravano tra di loro in una lotta senza armi e senza scudi.
Era come se la natura si stesse rivoltando contro se stessa, come se le leggi dell'universo fossero state stravolte da un dio capriccioso e il cielo fosse diventato la terra e la terra il cielo.
Il mondo intorno a loro sembrava sconvolto da uno scontro tra forze divine: l'aria all'improvviso si fece densa e palpabile come se fosse diventata nebbia, la notte si fece più scura di quanto fosse possibile, le tenebre divorarono ogni elemento che fosse ancora illuminato dalla luce della luna.
Come la china nera fa rovesciandosi su una tela bianca, così il mondo intorno cacciò via ogni sfumatura di luce.
Fu come se la Luna fosse stata spodestata dal proprio regno, una regina trascinata via dal suo trono da un impavido ribelle.

Taehyung istantaneamente, la visuale totalmente inghiottita dalle tenebre, portò la mano destra sull'elsa della propria spada.
La estrasse con un gesto veloce, stringendola tra le dita, e la lama fendette le tenebre librandosi in aria.
Il silenzio era quasi frastornante per le sue orecchie; sentiva il battito accelerato del proprio cuore rimbombare per la gabbia toracica, il suo respiro diventare sempre più profondo in rumorosi ansiti, il tremolio delle proprie membra scuotere il suo intero corpo.
Pochi istanti prima lui e Hoseok stavano percorrendo un sentiero, proprio in prossimità dell'entrata secondaria alle stanze reali, quando all'improvviso la quiete e la tranquillità del giardino era stata spazzata via da un'atmosfera innaturale.
Il vento soffiava rumorosamente contro i cespugli, il fruscio delle foglie aveva riempito la notte.

Taehyung riusciva a sentire, dietro di lui, i respiri veloci di Hoseok: entrambi avevano difficoltà a respirare in quell'atmosfera cupa, in cui la nebbia sembrava aver accorpato a sé ogni particella di ossigeno presente nell'aria in una foschia satura.
Con gli occhi vigili a scrutare le tenebre, l'alfa cercò di avanzare qualche passo nell'oscurità, nella speranza che qualche metro più avanti per loro sarebbe stato possibile distinguere qualcosa nel buio.
L'erba e le foglie secche crepitavano sotto le sue scarpe, ogni passo avanzato da Taehyung sembrava un salto nel vuoto: gli sembrava di camminare al confine di un mondo indefinito, sospeso nell'etere tra la terra e l'universo, come se fosse intrappolato in una dimensione estranea quanto trascendente.
Nulla sembrava muoversi, niente faceva la sua comparsa davanti ai loro occhi: i piccoli animaletti che erano soliti abitare il grande giardino e che prima sgambettavano erano  scomparsi, come se un nume impalpabile quanto invisibile li tenesse immobili, come se avessero il terrore di disubbidire a una legge universale.

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