Odero, si potero; si non, invitus amabo.
Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado.
(Ovidio)660 d.C, Regno di Silla.
13 giorni prima della morte di JungkookIl mercato era uno dei luoghi più affollati di Hanseong*, per non dire il più affollato. Si estendeva per tutta la via principale e straripava di mercanti, mendicanti e gruppi di chiassose agasshi** che facevano le prime compere per la loro prossima vita matrimoniale.
C'erano anche gli uomini, ed erano principalmente guardie reali con il vizio d'alzare un po' troppo il gomito con il vino di riso, che il consiglio reale aveva destinato alla guardia stradale.
Non che facessero molto... stavano rinchiusi nelle locande, a farsi grasse risate che il chiasso festoso del mercato inghiottiva; come anche facevano le loro bocche sempre aperte per la baldoria, dentro le quali facevano scivolare litri e litri di vino che puntualmente le loro gole arse per le risa trangugitavano. Avevano i calli alle mani e i muscoli alle braccia per le volte in cui le avevano sbattute nei tavoli in legno e si erano alzati per versarsi il vino l'uno all'altro. I loro pomi d'Adamo lavoravano al posto loro; tante le volte che avevano fatto avanti e indietro, come anche loro avrebbero dovuto fare da un'estremità all'altra del mercato.Una minoranza erano i mariti, catapultati da una bancarella all'altra tra i fruscii delle sottane delle mogli. Elle viaggiavano a stormi interi per il mercato, i mariti tenuti a braccetto ed esibiti come trofei. Spettegolavano dei vicini che quella mattina avevano sentito litigare e della figlia del calzolaio che a quanto pare faceva coppietta col figlio del macellaio. Poi arrivava il momento di vantarsi e improvvisamente si ricordavano dei consorti che tenevano strette al braccio.
Parlavano di quanto fosse grande la loro casa e di quante serve avessero, di quanto fosse bravo e gentile il loro sposo e di quella bellissima collana o di quel magnifico abito che lui aveva portato loro da quel viaggio da Busanpo***.E infine c'erano quei poveracci vestiti di stracci, che camminavano ai lati delle strade a testa bassa per non esser notati. Tenevano un cesto di frutta sopra la testa o un gruzzolo di legna attaccato alle spalle con delle corde sporche.
Avevano gli occhi puntati nel terreno sabbioso sotto le quasi inesistenti suole delle loro scarpe, le facce sporche di polvere e i vestiti di un colore indistinguibile tra il grigio e il nero.Jeon Jungkook, il giovane stalliere della strada accanto, faceva parte di quest'ultima categoria.
Quella mattina, il padrone della stalla gli aveva ordinato di portare una piccola zolla di fieno alla famiglia che abitava alla fine della via del mercato.
Perciò il moro si era armato di tutto quel coraggio e forza che non aveva mai avuto, e si era legato il fieno alle spalle con una corda che aveva trovato abbandonata in un angolo della stalla. Una volta issata sulle spalle, aveva rischiato di cadere a pancia in aria non una volta sola.
Poi, grazie al sudore e alla sua non indifferente forza (di volontà, intendiamoci), si era avviato per la sua strada. Aveva schivato per un pelo uno stormo signore che lo guardavano schifate nelle loro enormi e sgargianti gonne, e una bancarella di stoffe posta un po' troppo nel bel mezzo della strada; guadagnandosi un'occhiataccia da un gruppo di giovani agasshi che soggiornavano da una bella mezz'oretta davanti un pezzo di stoffa, gridando come delle cornacchie e tirandosi i capelli per quella che avrebbe dovuto acquistare quel prezioso scampolo che si credeva fosse appartenuto alla regina in persona.
Attraversò tutta la via e il suo coprifronte color prugna, già sporco di suo, si inzuppò di sudore.
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Lo Sguardo è nelle Stelle || Taekook
FanficLa luna non è sempre magnanima con i suoi figli. Essi vengono al mondo per sua volontà; la notte ammirando la sua splendida luce con occhi da lupo e il giorno aspettando la sua ricomparsa, i loro occhi e corpi umani in fermento. Taehyung e Jungkook...