IX - Amor, ut lacrima, ab oculo oritur, in pectus cadit.

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Amor, ut lacrima, ab oculo oritur, in pectus cadit.
L'amore, come la lacrima, nasce dagli occhi e cade nel petto (cuore).
(Publilio Siro)

(Publilio Siro)

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660 d.C
Regno di Silla.

10 giorni prima della morte di Jungkook

Quando il sole sorse in cielo, svelando il suo nascondiglio al di sotto delle montagne, Jungkook era già in piedi.

Con un solo mozzicone di pane nello stomaco si era diretto verso la fonte, aveva riempito due bacinelle d'acqua e con piedi traballanti era ritornato nella via di casa.
Non aveva incontrato quasi nessuno per strada, solo un cagnolino che lo aveva seguito per maggiorparte del tragitto e un signore che aveva guardato con occhi giudicanti gli stracci che aveva addosso. Non aveva potuto fare altro che continuare per il suo tragitto a testa bassa, concentrandosi sul non far traboccare l'acqua dalle bacinelle che teneva legate con una corda alle spalle mentre la vergogna si mischiava con la bile e risaliva nel suo esofago.

Varcando la porta di casa vece attenzione a non far riversare l'acqua in terra, con un sospiro poggiò i contenitori sul tavolo e subito dopo ne preparò una brocca per la madre, poggiando sul tavolinetto accanto al suo giaciglio anche l'unico tozzo di pane rimasto.

«Madre?» Sussurrò piano il ragazzo, scuotendo leggermente la figura dai lunghi capelli castani aggrovigliata tra coperte.

«J-Jungkook...» Rispose con debole voce la donna, aprendo gli occhi e cercando di sollevare il capo dal cusicino con scarsi risultati; un forte attacco di tosse la costrise a rimanere distesa.

«Madre... cosa posso fare?» Pronunciò piano Jungkook, le mani strette in un punto e le unghie conficcate nei palmi per non scoppiare a piangere.

Ella sorrise debolmente, ma neanche lo splendido sorriso che un tempo illuminava il suo viso potè riaccendere la speranza del giovane.
«Jungkook, tesoro mio...» Cominciò la donna, alzando una mano tremante e carezzando per quanto potesse la guancia del figlio.
«Tu fai già abbastanza per me, non devi far altro»   sussurrò guardando dolcemente negli occhi il giovane.

E ci furono attimi in cui nessuno osò proferire parola, in cui si scambiarono sguardi di intenso amore, l'amore puro tra madre e figlio.

«Madre, comprerò tutte le medicine di cui hai bisogno» Pronunciò alla fine Jungkook, sollevandosi e dirigendosi verso la porta di casa.

Quando di Jungkook non rimase neanche l'ombra e la porta si fu sbattuta ,la donna sospirò malinconica, un groppo in gola e le lacrime che minacciavano di rigare le sue guance.

«Oh Jungkook...»

La madre di Jungkook, la signora Jeon, aveva passato gli anni della giovinezza come dama di corte del palazzo reale: il nome che veniva riservato ad esse era Gungnyeo. La signora Jeon non proveniva da una famiglia molto agiata, ma grazie ad una lontana paretela con uno dei membri del consiglio personale del re i suoi genitori avevano potuto candidarla alla scelta delle dame, cercando una vita migliore per la loro preziosa figlia. Le gungnyeo che si sarebbero occupate della personale figura del re e della regina dovevano entrare a palazzo tra i quattro e gli otto anni, ed essere soggette ad una rigidissima educazione. "Il corpo dei sovrani è sacro", ripetevano le gungnyeo di rango superiore che avevano il compito di insegnare loro tutto il necessario. Esse venivano educate ad avere un preciso portamento, un preciso linguaggio e un impeccabile comportamento.
I ricordi della signora Jeon cominciavano a palazzo, con i duri rimproveri delle educatrici e la rigida etichetta di corte che gli imponeva un atteggiamento impeccabile in qualunque istante. Era cresciuta a palazzo, ne conosceva ogni angolo e nascondiglio e avrebbe potuto tracciarne le stradine e i percorsi ad occhi chiusi, e forse fu per questo che una volta esserene stata cacciata la vita gli era piombata addosso. Le gungnyeo dovevano dedicare la propria vita al proprio sovrano, ma quando un infausto destino piombava su di loro, non c'era nulla da fare. La ragazzina che un tempo la signora Jeon era, si era lasciata abbindolare dalla bellezza dell'amore e dalle meravigliose emozioni che esso trasmetteva, ma tutto ciò che era riuscita ad ottenere era d'essere sbattuta fuori dal palazzo con un figlio in grembo.

Lo Sguardo è nelle Stelle || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora