II

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Salpiamo e io continuo a chiacchierare con Odisseo. Si uniscono a noi altri soldati e insieme parliamo della guerra, della birra che berremo dopo la vittoria. Ad un certo punto cominciamo a parlare della scolopendra (d'altronde è assolutamente normale parlare di creature mitologiche per passare il tempo), un mostro marino che terrorizza i marinai. Tutti parlano delle loro esperienze e così passa il tempo.

Dopo qualche ora di viaggio, ho una strana sensazione: mi sento come se stessi per cadere e poi, senza nemmeno avere il tempo di rendermi conto cosa stia succedendo, sento lo sperone calare. Non vedo nessuna nave all'orizzonte, vedo solamente... un enorme, colossale, smisurato gamberetto sputafuoco. Inizio a dubitare della mia salute mentale, ma quello che vedo è proprio un gambero che sta attaccando la nave: ci ha artigliato con quelle sue zampette corte e acuminate, mentre ci colpisce con quella sua coda d'aragosta. E, tanto per gradire, spara delle palle di fuoco da quella sua bocca tentacoluta e sbavosa. Di quel dannato mostro ne avevo già sentito parlare, e se solo avessi prestato più attenzione al maestro invece che rubare le merendine agli altri bambini, forse avrei saputo anche come ucciderlo.

Sta di fatto che in quel momento in cui mi sono perso nei miei pensieri da bimbo bullo, 1. mi sono beccato una marea di insulti dagli altri guerrieri, e 2. un tentacolo dell'aragostone troppo cresciuto mi ha buttato in mare. Mi colpisce esattamente sul diaframma, e non riesco quasi più a respirare. Il contatto con l'acqua gelida mi risveglia come da un sogno e mi schiaffeggia il volto. Ho l'acqua alla gola, in tutti i sensi, quando qualcosa mi trascina sott'acqua. Mi dimeno, ma non riesco a liberarmi e sempre  per colpa dell'aragosta troppo cresciuta, faccio fatica a respirare. Ormai stremato mi lascio trascinare nelle profondità dell'oceano. Dopo pochi secondi mi rendo conto che non riuscirò a trattenere il respiro ancora per molto, ma quel qualcosa che mi trascina non sembra aver intenzione di mollare la presa. Il contatto con quella cosa è incredibilmente viscido. Sembra quasi che dei piccoli cetriolini sottaceto mi tengano per il piede e stiano attentando alla mia vita.

Qualcosa si avvicina al mio viso e sfiora le mie labbra: sento i miei polmoni riempirsi, riesco a respirare. l'oscurità sfocata che prima vedevo davanti a me si fa sempre più chiara, ora invece del buio vedo una creatura stupenda che mi nuota attorno, e sicuramente non sembra un cetriolino gigante: ha capelli biondi e occhi blu come il mare. Mi ricorda la mia Laodamia, ma non è lei. Insomma questa creatura che ora mi sta fissando ha una specie di coda da pesce lesso, mentre la mia sposa, stando a quello che mi ricordo, non ce l'ha.

Ci metto qualche secondo a realizzare che sono ancora sott'acqua, tra le mille bollicine che si formano dai miei inutili e scomposti movimenti, e i resti del relitto della nave che veniva chiamata "inaffondabile" (ma dico io, secondo me l'avevano un po' gufata). Inizio a nuotare per tornare in superficie ma qualcosa continua a tirarmi verso il fondo. La creatura mi si avvicina al volto con un modo che di gioioso non aveva proprio nulla. Avete presente le foto dei gatti arrabbiati sul Agoristagram? Ecco, quella era la faccia. Non pensavo di essere così brutto. Mi stringe la faccia fra le mani: mi rendo conto che è stata lei a salvarmi la vita (che ironia, parto per combattere a Troia e rischio di morire nel viaggio di andata), vorrei trovare il modo di ringraziarla ma non so se riesco a parlare e menchemeno se lei riesce a capirmi.

Ma prima che io possa aprire bocca lei mi prende tra le braccia e mi porta in superficie su uno scoglio pieno di cirripedi e alghe in mezzo al mare. Appena vedo il cielo il mio cuore si riempie di gioia e i miei polmoni di aria. Mi rendo conto di quanto sia bello il sole e quanto sia piacevole la brezza del Meltemi, cosa che avevo sempre odiato. Lei si siede vicino a me e mi sorride (quella faccia di prima non le donava per niente): è bellissima, una bellezza che non credo la mia Laodamia potrebbe mai raggiungere. Persino più bella del mio chitone firmato LIDL.

CLEMENTINE'S POV

Arrivo giusto in tempo.

EVEN WHEN YOU ARE CRYING YOU ARE BEAUTIFUL TOODove le storie prendono vita. Scoprilo ora