Un torpore riscalda la mia guancia , quasi a volerla accarezzare di proposito . Lì, dove tutte quelle lacrime sono scivolate via .
Un gesto quasi familiare, che diventa ,da subito una coccola rassicurante nella mia testa .
Un gesto che si trasforma in un ricordo che viene da lontano . Che parla di quei risvegli mattutini , con quela medesima carezza , che solleticava il mio volto , respurando l'arwa delle mia amata Istambul .La notte è appena trascorsa, lasciandomi devastata fra dolore e mancanze . Un dejavu agghiacciante si palesa davanti a questi inutili occhi . Quella scena quasi impressa nella mia testa e ricorrente nei miei incubi , diventa nuovamente la mia realtà.
Mille dubbi ed incertezze inondano ogni cellula del mio cervello . La paura erode ogni traccia di quella corazza, che a fatica ho costruito intorno a me per potermi protteggere .Tutti quei momenti trascorsi in un oblio fatto di incertezze e confusione . Dove la luce faticava a passare . Dove le figure ed i volti si equivalevano . l'un l'altro .
Immaggini teletrasportate, in un battito di ciglia , dal mio passato direttamente in questo presente .
E quindi eccomi qui dinuovo in un letto d'ospedale . Dove dipingo queste lenzuola bianche, ruvide ed anonime, con i miei tocchi di colore .
Presente, eccomi , dico immagginando di alzare la mano, propio come si faceva a scuola durante l'appello . Ma questo mio gesto può anche sembrare un atto di resa . Alzare le mani è sventolare bandiera bianca .Nuovamente incapace di normalità . Questa volta senza quelle mani ,grandi e sicure a cui mi aggrappavo con tutte le forze che avevo . Intorno a me solo Il silenzio delle parole non udite . Il freddo di un abbraccio mai ricevuto ma anelato in ogni momento .
Il mio cuore già sofferente, è come se avesse perso ancora una volta , il suo battito.Avevo sognato la mia favola
Avevo sperato di non dover più provare tutto ciò.
Avevo creduto di essermi lasciata alle spalle quesra sofferenza. Avevo lasciato andare quella paura che bloccava il respiro , lo avevo realmente fatto .Ma a volte quel che accade , è ben lontano da quel che noi vorremmo .
Mi ritrovo qui senza senzs diritto di replica. Nel silenzio di un'asettica e fredda stanza di ospedale ,
Che seppur vestita di nuovo , con persone che parlano una lingua diversa . rimane pur sempre la sressa stanza , Dove la speranza si perde nel vuoto che la circonda .
Quasi a confernmere la mia radicale solitudine .Non sono solita mostrare le mie debolezze , ne tantomeno le mie fragilità.
Ma non posso più nascondere le mie emozioni .
Non ho più mura dietro le quali possa rifugiarmi
Non ho più corazza da poter rischiare di scalfire .Can
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i miei occhi ti sentono
ChickLitQuesto libro, scritto dalla nostra Demet , racconta la sua storia , la sua personale "visione " ed il suo amore per Can. Una accolta di pensieri ed emozioni uniche