come lei......

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l primi passi ,di questo nuovo cammino, erano  stati compiuti .
Guidati da un folle istinto,  da quei  fili impercettibili , che la nostra mente spesso cerca di controllare .

Nulla è    fisicamente cambiato , nulla forse, potrà più  cambiare .
Ma allo stesso ,
ad essere cambiata sono  propio io.

Le mie emozioni che hanno combattuto fra loro , duramente
I miei pensieri
Talmente esuli dalla mia mente da risultare quasi estranei .

Le mie paure
che hanno flagellato il mio cuore, riportandolo in quelle tempeste Le mie insicurezze, che sono diventate quasi come care amiche immagginarie .
La resilienza , alimentara dalla forza di quell'amore sempre vivo , nei cuori di chi lo ha provato .

Ora anche
intorno a me
i fotogrammi sono cambiati .
Nuove immaggini, si susseguono , di posti inesplorati e curiosi  .
Nuovi luoghi da affrontare, con solo qualche blando ricordo ,
a portare un barlume di fiducia .

Una nuova città,  ma familiare e rassicurante
Una vecchia , ma estranea ed opprimente .

Oggi mi sento Una persona  nuova ,una nuova Demet 
Oppure  semplicemente
un proseguo della vecchia cara  Demet .
In bilico fra l'una e l'altra.
Come fra ieri ed oggi .

Pensando , vivendo , o divenendo
Vago con questa benda sugli occhi , alla ricerca
della mia strada,
del mio posto .

La mia essenza  scalpita , abbracciando le mie due  identità
Mi sento fluttuare ,
a cavallo fra passato e futuro,
Fra ieri ed oggi .

Mi sento propio come lei , Istambul.
Città  ricca di tradizioni e contraddizioni
storia e leggende
Dilaniata dal dolore di mille battaglie .
Ingrigita  dalla tristezza di identità confuse .
Imbruttita della povertà che si nasconde dietro i blasonati palazzi monumentali .

Propio come  la mia amata Istanbul .
Dove Europa e Asia si incontrano so osservano .
A cavallo fra i due mari
Pregna del  fascino della di quella  terra di mezzo .

Infinita e senza centro
intrisa di quella tristezza ,
üzgün per noi turchi .
Una malinconia che abbiamo accolto come scelta .
Come una identità perduta
Incape di ctearsene una nuova .
Colori , suoni , risate e quegli odorii  da dove passano i ricordi e tornano a brillare .
L'aroma intenso del caffè  che si può  percepire anche a distanza .

Come un tramonto sul ponte di Galata
Con i suoi pescatori intenti a lasciare le loro canne .all" orizzonte il Bosforo con il suo ponte che come un gigantesco braccio collega le dur metà 
Rendendola Istambul .

Come lei , cerco la mia identità,  collegando le mie due metà .
Come fossi sia occidente che oriente .

I miei occhi sentiranno gli  ostacoli che ogni giorno le mie granbe dovranno superare ?
Quante  sfumature  avrà il mio orizzonte  ?
Quale poente collegherà i miei due mari .

Ad Istambul  ero
l' ipovedente Demet , fragile  con una evidente difficoltà nel gestire la propia vita , una  precaria  stabilita .

Qui sono !Demet Affetta da ipovedenza , attualmente  in lotta per la sua autonomia , anche se fragile e precaria .

Mi sento  Demet! Che con accorgimenti
 ( senza alcuon dubbio )  
volontà ( credo molta ),  forza ( tutta quella di cui avrò  bisogno )
e un po d'aiuto( indispensabile ) può affrontare la sua quotidianità .
Come premio forse o come traguardo.

Qui ho ritrovato  Ramyia  e suo fratello Burak .
Che per carattere in primis , per accortezza nei miei riguardi
Mi trattano come una persona .
Non sono quella da aiutare  ma quella a cui chiedere oppure affiancare è perché no lasciar cadere  se necessario
( quando sono al sicuro da occhi indiscreti e scostumati .)

Ed ora quel medico , che ha parlato senza giri di parole,  senza osservare pra le persone che erano insieme a me .
Senza confabulare cin loro mettendomi da parte.
Non hoai sentito dalla loro bocche uscire quelle frasi ,che tanto mi hanno  disgustata .

< porto io Demet? > oppure
< Vado a prenderla poi la riaccomoagno >
Ancora
< Ha mangiato Demet ? >
< come sta?>

Vi chiederete perché le ritenessi tanti  disgustose ?

Beh è  semplice
Perché non erano riferite mai a me .
Nessuno chiedeva nulla .
Mi trattavano come un pacco da portare in giro .
Preziosa come un gioiello si potrebbe pensare .
Ma invisibile agli occhi di tutti .
Mi sentivo inutile ed incapace
Mi accudito come se avessi ancora il ciuccio .
Controllavano il mio cammino per non farmi cadere .
Ma non guardavano i miei occhi
Per paura di leggere quello che dicevano .
Non guardavano il mio cuore che aveva bisogno di gridare.

A volte mi sono sentita come un sopramobile di cristallo .
Nessuno si avvicinava per parlare con me .
Can Mi spostava solo ae c'è ne era bisogno ed a qualche cena mi portava il piatto
Ovviamente  con tanti occhi indiscreti a spiare questo sua coccola .
Gesto pieno di un sincero amore
Ma che i miei occhi malati, sentivano come una grande umiliazione .
Ero incapace di distinguere quello che c'era nei vassoi e questo mi rendeva troppo debole .

Però ero in grado di camminare   di usare le mani e di stare in piede .
Perché non accompagnarli ed aiutarmi sul serio a fare da sola .

Sentivo le voci  delle persone in lontananza .
La parole più usata era
" poverina "
Quell'appellativo era di consuetudine  oramai .
Le persone insisteva  nel dimostrami la loro pietà. Come se fosse la cosa piu normale e piacevole .

Vi dico un segreto
Chi come me ha un handicap
Qualsiasi esso sia
Non ha bisogno di asserendo accudito
Non ha bisogno di stare in disparte
E neanche di stare chiuso in casa per essere protetta .

Ha bisogno di essere spronato a provare .
Ha bisogno di essere affiancata ed aiutata se occorre.
Ha bisogno di frequentare posti dove sentirsi a propio agio
Ha bisogno anche di sbagliare o di cadere
Certo non dinanzi chi l"ha può mettere in ridicolo.

Essere questa Demet è  difficile credetemi , anche per me .

Qui sono una persona che in modo diverso  affronta la sua quotidianità.
Sono " diversa "
E ne sono fiera
Ma non sono gli altri a farmi sentire così  e non devono esserlo .
Chi mi giudica diversa,  non lo fa per denotano la mia difficoltà
Ma per sottolineare le mie mamcanze
E io non voglio sentirmi mancante.

Voglio sentirmi semplicemente 
Come qui in Italia una turca che parla italiano .
Quindi una ipovedente che cerca di vedere .

Un idea andare a cena e dire davanti a te ci sono le patate a destra uova .
Semplice allungo la mano e prendo quello che voglio .

Essere trattata da diversamente vedente
E non essere trasparente .

La follia di Ramya  è la sincerità di Burak erano propio  quello di cui avevo bisogno

Buon pomeriggio
Demetan mano racconta tutte le sue difficoltà e le sue emozioni .

Mi auguri di affrontare in modo adeguato queste tematiche ai cui tengo molto ed affronto in prima persona .
Serie ma con un velo di ironia e leggerezza

i miei occhi     ti sentono Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora