Prologo

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Odore di incenso, la luce dorata delle candele che rischiarava i marmi splendenti delle pareti. La folla di persone vestite di tutto punto che, con i visi sereni e assonnati, lasciavano i loro banchi, i bambini tenuti in braccio, gli anziani tenuti per mano. I capotti pesanti, le sciarpe di lana, i passi appesantiti dai lauti cenoni.

Sull'altare venivano ritirati tutti gli strumenti della funzione, uno sbadiglio malcelato sul viso dell'anziano sacerdote.

I fedeli sciamavano pigri fuori dalla bella chiesa barocca in un cortese e sommesso brusio di "Buon Natale" e "Felici feste".

Quando anche l'ultima coppia di anziani varcò il portone, le candele dell'offertorio si spensero, le statue nelle nicchie decorate sembrarono abbassare lo sguardo, perfino le lampadine giallastre tremarono.

Dodici donne erano ancora sparse fra i banchi, distanti l'una dall'altra, accomunate dalle vesti scure, ma incuranti della rispettiva presenza, insieme, ma da sole. Ognuna con i capelli che scendevano fino alla vita o oltre, ognuna con gli occhi rivolti dinanzi a sé, ognuna con la testa alta e le labbra serrate.

Dodici donne che lasciavano da sole, per ultime, la messa di mezzanotte.

All'improvviso, una delle donne si voltò di scatto, poi la seconda fece lo stesso, e la terza e di seguito tutte le altre. Fissavano con i loro occhi divenuti vacui e bianchi, tendendo le sopracciglia in un'espressione che appariva torva ma anche sorpresa.

Ecco la tredicesima che arriva con l'aria di pioggia.

Nessuna aveva parlato ma le voci si alzarono forti e chiare.

Ecco la tredicesima mentre si battono i denti.

Una folata di vento, il portone era aperto.

Né la scopa di miglio né il ferro e l'acciaio.

Un'ombra di donna.

Entra di notte e sparisce fra noi in ogni maltempo.

Freddo, passi.

Unguento, unguento, sotto l'acqua e sotto il vento.

Per la prima volta da quando aveva otto anni, Corinna Cannella cadde dal letto, svegliandosi di soprassalto, nei suoi occhi spalancati tremava ancora il ricordo del suo sogno profetico.

Si alzò in fretta, infilando velocemente il mantello, incurante di tutto il resto. Prese la sua bacchetta e la stanza si illuminò brevemente di un pugno di scintille dorate, la Presidentessa sparì.

 Prese la sua bacchetta e la stanza si illuminò brevemente di un pugno di scintille dorate, la Presidentessa sparì

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«Sarina! Sarina!»

Madama Selenio non era solita aspettarsi degli intrusi, soprattutto di notte. Si tirò su dal letto allarmata, ma vide che si trattava delle sue Sorelle del Consiglio Supremo.

Eva Vallevera era seduta sul suo letto e l'aveva risvegliata dal sonno. Corinna Cannella era in piedi accanto alla porta, il suo viso cereo e teso.

Le tre Presidentesse si scrutarono a lungo, l'aria carica di domande e di silenzi.

Aeternam III: Un  Nuovo InizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora