«Ti prego di essere discreto, sei venuto da me solo per essere informato sulle lezioni che hai perso» Madama Cannella strinse il diario di pelle e tenne lo sguardo sulla porta del suo studio.
«Forse è il caso che vi lasciamo sola» disse il professor La Mitra alzandosi.
«No» Corinna Cannella gli fece segno di tornare seduto: «Tu resti qui Mirto» poi tornò a guardare la porta: «E tu non fare parola di questo con altre persone»
La porta dello studio della Presidentessa si chiuse con un tonfo più sonoro del dovuto.
Essere discreti, una direttiva ironica, in quel momento più che mai.
Essere discreti era qualcosa che ormai gli era stato tolto, per sempre, insieme ad ogni possibilità di passare inosservato, di essere facilmente dimenticato, di mescolarsi fra la folla.
Scendendo le scale, tornando ad immergersi nei corridoi trafficati del Palazzo Eterno, gli venne in mente qualcosa a cui non aveva mai pensato, mai dato peso.
Capì in modo intrinseco e viscerale come doveva essersi sentito per tutti quegli anni il professor Gladione, con gli sguardi di tutti addosso, apertamente o di sottecchi, con gli interlocutori che non riuscivano a distogliere l'attenzione dalle cicatrici che gli attraversavano il viso e l'intera figura.
Lo percepiva, nelle teste che si voltavano al suo passaggio, gli sguardi abbassati di colpo degli studenti di secondo anno, nelle occhiate fugaci di chi lo conosceva e i saluti stentati dei compagni, la pietà sulle espressioni dei professori.
Non che li potesse biasimare, quando lo avevano dimesso Zeno aveva passato almeno mezz'ora a fissare nello specchio la cicatrice irregolare che gli spaccava il sopracciglio destro e gli attraversava l'occhio ormai completamente opaco e lattiginoso fin sotto lo zigomo. Era ancora rossa e visibilmente fresca.
Non guariva facilmente nemmeno con la magia, nella sua irride vacua poteva ancora vedere una sfumatura violacea, lascito della maledizione.
«Zeno!» una voce troppo familiare alle sue spalle.
Era insopportabile, l'idea di voltarsi e salutare.
«Ehi!»
Zeno sentiva i passi di Rinaldo avvicinarsi e avrebbe dato qualunque cosa per non doversi fermare, sotto le grottesche che lo guardavano esterrefatte, farsi coraggio e voltarsi.
«Ciao» disse infine.
Rinaldo lo guardò, un momento sospeso, un secondo, l'occhiata veloce lungo la cicatrice, il tremolio nel suo sguardo.
Poi sospirò e lo abbracciò: «Mi sono spaventato tantissimo quando mi hanno detto che eri rimasto ferito!»
Zeno si ritrovò per l'ennesima volta ad essere sorpreso dalla gentilezza genuina di Rinaldo: «Grazie per esserti preoccupato»
«Scherzi!» Rinaldo lo prese per le spalle e lo guardò sollevato: «Sono così felice che non ti sia successo nulla di irreparabile»
Zeno abbassò lo sguardo: «Bè...»
Rinaldo lo scosse leggermente: «Sei vivo, questo è ciò che conta»
«Sapessi quante volte ho sentito questa frase negli ultimi venti giorni» Zeno fece un sorriso amaro.
«Perché è la verità» disse piano Rinaldo: «Siamo stati davvero in pensiero»
Zeno gli rivolse uno sguardo di ringraziamento.
«E a proposito» Rinaldo si sistemò la giacca: «Dovremmo andare da Altea e Armance prima dell'inizio delle lezioni»
«Va bene»

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Aeternam III: Un Nuovo Inizio
FantasiaNuove nubi si addensano sul mondo magico italiano. Un evento scioccante raggela tutta la comunità magica e le mura di Aeternam decidono di mostrarsi più solide che mai per proteggere i propri studenti. Antichi misteri, visioni sinistre e nuove allea...