CAPITOLO 3

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La giornata era assolata ma fredda. Gli spalti si erano riempiti di genitori e amici, Sara e Altea stavano sedute all'estremità della gradinata, più interessate alle loro chiacchiere che alla partita, a parte quando Simone si rendeva protagonista delle migliori azioni della sua squadra.

"Ehi, c'è qualcosa che non va? Sei molto silenziosa" chiese Altea dopo alcuni minuti di assenza pensierosa dell'amica.

"Non capisco cosa sono venuta a fare qua" disse Sara, infilando le mani tra le gambe accavallate a cercare un po' di tepore.

"Che vuoi dire?"

"Che non ho alcuna voglia di stare qui, non mi interessa il calcio, è freddo, e sono anche piuttosto arrabbiata."

"Arrabbiata con chi? Hai di nuovo discusso con i tuoi?"

"No, cioè sì, con loro non fa più notizia, ma mi riferisco a Simone."

"Che è successo? Avete litigato?"

"Più che litigato, ci sono dei suoi atteggiamenti che mi feriscono, non capisce che non può trattarmi così. Ho chiuso un occhio, anche due, tante volte, inizio a essere stanca."

"Così come?" chiese Altea, decisamente sconcertata nell'udire quelle parole.

"Niente, scusa, non mi va di rovinarti la giornata, cambiamo discorso" chiuse l'argomento Sara, accennando una carezza all'amica, "che hai fatto poi con quel Paolo che ti ha scritto su Insta?"

"In realtà ancora nulla, non ci ho più pensato."

Attesero la fine della partita per andare tutti e tre al solito ritrovo del sabato pomeriggio, il bar di un amico di Simone frequentato dai ragazzi del liceo.

Qui Altea si era fermata a lungo a parlare con alcuni compagni di scuola; in piedi a pochi passi dal suo tavolo discutevano di alcune vicende avvenute al liceo "... dobbiamo essere compatti in questa situazione, e convincerla a denunciare, perché..."

Al liceo quella mattina era scoppiata una vera e propria bomba. Qualche giorno prima era giunta una lettera al Preside, che aveva deciso di riunire una selezione di rappresentanti di tutte le classi in aula magna. Questo il testo della missiva, letta ad alta voce da una professoressa:

Gentile Preside
mi rivolgo a lei per denunciare una situazione di bullismo che sto subendo qui a scuola. Sono xxxxxx, frequento il primo anno di liceo e da alcune settimane sono vittima di continue molestie da parte di alcuni ragazzi.
Non è la prima volta che subisco un qualche tipo di violenza, infatti già alle medie ero presa di mira da tanti. Sono sempre stata considerata il bersaglio perfetto per gli scherzi dei miei compagni.
La situazione si è aggravata negli ultimi tempi, quando qualcuno ha condiviso sui social un video in cui venivo insultata e denigrata insieme a due amiche, etichettate come "il trio puttane". Ancora peggio, alcune mie foto sono state modificate sovrapponendo il mio volto su dei corpi nudi in modo del tutto verosimile.
L'atmosfera in classe è diventata pesante e ostile, tanto che ho iniziato a passare sempre più tempo nei corridoi. Purtroppo questo non ha fatto altro che peggiorare la mia situazione, perché dei ragazzi hanno iniziato a importunarmi anche lì, inseguendomi ovunque io andassi e facendo apprezzamenti volgari sul mio corpo.

In aula i presenti si scambiavano occhiate e sussurrati commenti. Lo sgomento si diffuse tra alcuni, per altri fu solo una conferma di qualcosa di ben noto e colpevolmente accettato.

Mi sento costantemente insicura e spaventata, e ho anche iniziato a soffrire di forti mal di testa e non riuscire a dormire. Ho cercato conforto e aiuto dalle mie amiche, ma loro hanno minimizzato la situazione e mi hanno detto che si trattava solo di ragazzate e che non sono la sola persona oggetto di questo genere di attenzioni.
Mi rendo conto che il mio caso potrebbe sembrare meno grave rispetto ad altri episodi di bullismo, ma non è così. La violenza che sto subendo è pesantissima e non posso sopportare questa situazione ancora per molto tempo; non riesco a parlarne con i miei genitori, ho paura e vergogna di quello che sta accadendo.
Non so se lei avrà qualche possibilità di far terminare questa tortura, ma non riesco a vedere altra possibilità al momento. Grazie

Avrei voluto essere speciale (Edizione rivista)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora