Fasci's pov
Tornai a casa,ed all'orario previsto una macchina nera si parcheggiò davanti casa mia.
Io presi il libro e la mia fedele ascia,misi entrambe in una valigia a parte ed andai.
Anche se era una arma,io sono il Re.
Vorresti non far passare il Re?
Si,ok,io sono umile con la mia gente ma ammetto che qualche volta approfitto della loro paura nei miei confronti.
"La andrò a lasciare in ferrovia,dove da lì andrà da Roma a Berlino." mi annunciò l'autista.
Io gli sorrisi,anche se non lo vide: "Va bene. Grazie mille!"
Non mi rispose.
Ci rimasi un po' male,ma alla fine guardai fuori dal finestrino il carissimo paesaggio di campagna che avevo di fronte,per prepararmi al grigiore berlinese.Reich's pov
Oggi dovevano arrivare entrambi Impero e Fasci.
Sonneschein stava sul divano,giù di umore.
Da quando aveva salutato quell'italiana era così.
Non so' molto sulle donne,ho poco contatto con loro,ma quello che so è che se si vuol rimaner vivi non si deve mai superare il limite.
Allora,mi sedetti accanto a lei e cercai di parlarle.
"Stai bene?" le chiesi.
"Si..una merda." Rispose.
Ci fu silenzio tra noi due,silenzio in cui lei decideva se dirmelo o no.
Poi sospirò,ed allora decise di aprirsi: "Mi manca,Reich...non sai quanto...",si lamentò,guardando in basso."Ma potreste rivedervi." le proposi.
"si,come?" mi chiese,guardandomi negli occhi.
"Lei potrebbe venire qui qualche volta,anche se non può sostenere le spese credo che Fasci lo farebbe con molto piacere,almeno una volta." Le spiegai.
"Non- non so..."
Ad interrompere la nostra conversazione,qualcuno che bussò alla porta.
Mi alzai ed andai ad aprire la porta e,davanti,mi ritrovai Impero.Terza persona
Reich aprì ad Impero,che intanto aveva i capelli raccolti in una treccia lunga e la sua divisa militare.
Lui l'accolse e lei sorrise,calorosamente.
Sonneschein appena la vide si alzò,abbracciandola.
"Come stai?" Chiese Impero,stringendola a sé.
"Bene,dai..." Rispose la tedesca.
"Dai,è normale...comunque siete nello stesso Continente eh" Disse Impero,avendo già capito tutta la causa del suo umore con un solo sguardo.
Sonneschein rimase stupita: come faceva a saperlo?
Era come se avesse preso un mattone dalla sua testa e l'avesse spostato fuori dal suo cervello.
"Tesoro,si vede da due kilometri che ti manca Anna,io capisco subito le persone. Comunque,qual'è la mia camera così poso queste valigie e sparliamo quel bastardo mentre si smuove il culo?" Disse,sollevando le valigie che teneva in mano.
Sonneschein ridacchiò e le mostrò la camera,mentre Reich rimase giù a fantasticare sul suo carissimo amato.Passarono due ore,le quali Impero e Sonneschein iniziarono a parlare animatamente,qundo finalmente,qualcuno bussò alla porta.
Erano circa le sette di sera.
Reich saltò dal posto,precipitandosi ad aprire,sotto lo sguardo delle due donne che lo guardavano ridendo.
"È proprio cotto..." Sussurrò Sonneschein alla giapponese.
"Già." Rispose l'altra.
Lui aprì,e davanti si mostrò ciò che aspettava da quasi tre giorni.
Aveva la sua divisa bianca addosso,con due valigie ed i capelli ricci spettinati dal vento umido di fine Gennaio.
Si guardarono diversi secondi negli occhi,poi Reich scosse la testa e si fece da parte,per farlo entrare.
Ma Fasci,invece,posò le valigie per terra e diede un bacio sulla guancia a Reich.
"Esiste una cosa chiamata salutare." disse,acido.Questa frase riportò bruscamente alla realtà Reich,che si armò del suo sguardo gelido e del suo tono freddo.
"Ed esiste una cosa chiamata entrare,schatz." rispose il tedesco.
Fasci roteò gli occhi e prese le valigie,entrando in casa.
Impero lo raggiunse e lo abbracciò,sorridendo: Fasci sorrise,ricambiò l'abbraccio e le diede un bacio sulla testa.
"Ciao cara. Dov'è Sonne?" Chiese l'uomo.
"Nel salotto,è un po' giù." Rispose la donna.
"Immagino...anche Anna lo era."Reich's pov
Dopo quello sguardo sentì la voce di Impero e Fasci parlare ed al solo atto sentivo il mio cervello impazzire.
Quanto volevo parlargli e chiarire...
Urlargli che lo amavo con tutta l'anima e che ogni cosa lui facesse il mio cuore moriva,in positivo o in negativo.
Lo volevo al mio fianco,per sempre.
Volevo che accanto a me ci sia sempre lui,che quando le persone parlino di noi dicano "Reich & Fasci".
Il mio Fasci...
Io li raggiunsi e vidi Fasci nel salotto,a parlare con Sonneschein mentre lei guardava in basso.
Ecco,questa era l'immagine che speravo di vedere da secoli.
Le persone più importanti per me insieme,sotto il mio sguardo.
Il mio amato,e la mia migliore amica.
"Ehy,reich!",mi chiamò Impero: la voce proveniva dalle mie spalle.
Mi girai,e quella donna era quasi quanto me.
Eravamo tutti e tre delle persone alte,ed anche Sonneschein!
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♕︎♔︎𝙄𝙡 𝙍𝙚,𝙡𝙖 𝙋𝙤𝙚𝙩𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙚𝙙 𝙞𝙡 𝙙𝙞𝙩𝙩𝙖𝙩𝙤𝙧𝙚♔︎♕︎
Historical Fiction❤︎"[...] all'improvviso lui si accorse dei miei occhi fissi su di lui,che sembrava che lo stessi venerando... In quel momento pensai che mai al mondo mi sarei immaginato che a volte gli addii sono dei momentanei "arrivederci",anche se più prolungati...