Colei che rubò il suo cuore ghiacciato.
Atlas..
Era lei, era Nora.
La chiamai, riprese lo stiletto che si era appena allacciata alla gamba, alzandosi da terra.
«Nora, sei davvero tu?» scesi dal ramo in cui ero seduto. Mi avvicinai, lei si girò puntando lo stiletto verso di me.
«Atlas...?» abbassò l'arma, mi corse in contro, saltandomi in braccio. «oh Dei... sei tu davvero!» mi strinse a sé. Era più bassa di me di due teste, e la sua chioma nera risultava un cespuglio dalla mia visuale, alzò lo sguardo verso di me, mostrandomi i suoi occhi blu: l'iride era contornata da un cerchio blu elettrico che si stringeva verso la pupilla diventando man mano più chiara facendo letteralmente sembrare che fossero viola. Poi si staccò dall'abbraccio.
«Atlas! Perché te ne sei andato? Perlopiù senza dare spiegazioni a nessuno! Neanche a Axel!» si vedeva che fosse arrabbiata, molto arrabbiata. «Non ci sono spiegazioni per la mia sparizione e mi dispiace veramente. Non dovrai neanche essere così vicino alla capitale. Invece cosa ci fai tu qui?» chiesi anche se sapevo benissimo come e cosa l'aveva portata lì. «credo che mi hai vista come sono arrivata, ma non ho la minima idea che cosa ci faccio qui.» sospirò. «vieni con me» le dissi. «come?» sembrava stupita «hai sentito bene, vieni con me. Ti porterò al sicuro, fidati» esitò, era ovvio che lo avrebbe fatto: ero scomparso per anni senza dire nulla a nessuno, eravamo come due perfetti sconosciuti che sapevano solo i loro nomi, e adesso gli chiedevo di venire con me.
«Lo so, non sai se fidarti, ti capisco. Non mi fiderei neanche io se fossi in te, ma ti prego, ti farò ritrovare Keiran. Te lo prometto.» e come previsto, non se lo fece ripetere due volte, e accettò.
Ha sempre preferito lui a me, a Axel, a tutti, anche a Clara. ANCHE A CLARA. Clara, la sua migliore amica da quando era ancora in fasce, preferiva lui a lei. O almeno, era come la vedevo io fino a quel momento: «E Clara? Mi ucciderà! Per favore, possiamo andare a cercarla?» mi stupì molto questo fatto, l'avevo sempre pensata così, ma magari, preferiva solo lui a me.
Scossi la testa in negativo. Dovevamo partire adesso. «Io verrò ucciso veramente se non partiamo adesso.» ero più che serio, e si percepiva, infatti annuì di risposta. «Bene... seguimi» gli presi la mano e la intrecciai nella mia.
Con la mano libera si allacciò lo stiletto alla gamba. Ci addentrammo nel bosco e appena la boscaia divenne più fitta, fischiai, e un cavallo nero sbucò dagli alberi.
«Ti presento il mio cavallo: Avis. Non è bellissimo?» lo accarezzai, per poi posare lo sguardo su Nora, ma lei non prestava la minima attenzione a me. Guardò per un attimo Avis, per poi passare agli alberi. In effetti, lei non lo sapeva, beh, era stata trascinata da uno stiletto, avrebbe potuto arrivarci da sola che c'era qualcosa di strano, no?
«Perché...» cercò di chiedermi, ma la precedetti:«non farti domande, tienitele per il viaggio, sarà lungo» montai sopra a cavallo e tesi la mano a Nora che non accettò e salì per conto suo. Viaggiammo per molto tempo e per quel lasso non parlammo di nulla.
***
«Tra quanto arriviamo?» mi chiese ancora. «di nuovo? Ci vorranno ancora un bel po' di ore prima di arrivare!» Avis si arrestò sul posto sotto mio comando. «ORE!? MA SE È GIÀ SERA!» mi tappai le orecchie. «stai tranquilla! E non urlare! Ci fermeremo da qualche parte. Noi siamo organizzati, che pensi?» Avis ricominciò a trottare mentre parlavo. «"noi"?» non risposi alla sua domanda. «mettiamo una regola: se parlo al plurale non dovrai farmi domande, e soprattutto, non devi insistere per avere una risposta» lei annuì. Ah, ovviamente, la cosa che ho detto a Nora vale anche per voi, dando tempo al tempo troverete ogni singola risposta.
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Il Fiore Che Ci Unisce
RandomUn regno. Un fiore. Un cuore spezzato di un amore cessato. Un amore proibito, ma che fa sentire alleggerito. Lei passa e ogni tocco lui diventa più sciocco. Colei che l'ha incantato riuscirà a capire da chi è amato? Oppure rimarrà sepolto come un...