CAPITOLO 10

0 0 0
                                    

***

E così come il fumo di una tazza di té caldo,
la profezia sparì dalla sua mente.
E così come una sciabolata, lei riuscì a tagliarlo
senza lama.

E così come un "Ti amo" sussurrato nell'aria,
che sembra essere un pugnale nel cuore.
E così come una via rovinata,
che porta una storia con sé.
Forse lei non se lo ricordò,
ma quel bacio lui se lo segnò.

E così come la profezia,
anche lui sparì.
La traccia da lei seguita,
la riportò alla vita.

La sua scelta fu presa,
ma non con il suo consenso.
Le nove pietre vennero trovare,
altre otto l'aspettavano cariche di energia.
Magia malvagia,
o magia incompresa?

Una vita andò persa per un passo falso,
fatto per caso.
La luce fu vana, e così come iniziata
finirà con la faccia affondata nel letto.

***

Nymeria...

«Davvero non ti ricordi neanche mezza parola?» Le chiesi, le carezzavo il braccio destro mentre eravamo sedute sul prato.

«No, non so cosa sia questa "profezia". Siete sicuri che non mi stiate prendendo per il culo?» Guardai gli altri dal basso, Clara si era portata una mano alla bocca e appoggiò la testa sul petto di Kallias, gli occhi le divennero lucidi.

«È iniziata... è la fine. La fine. Siamo tutti morti.» Continuò a ripetere Atlas. Mi alzai e gli tirai uno schiaffo. «Non siamo stati reclutati per essere dei fifoni, Atlas. Porteremo Nora alla base dove si allenerà e studierà. Non è ancora conclusa, non siamo spacciati.» Lui deglutì, mi guardò e si avvicinò. «Vuoi che ti ricordi la seconda parte della profezia?! La dovresti sapere a memoria, sai?» Mi zittì. «Faremo come ha detto Nymeria, non è ancora finita. È appena iniziata.» Disse serio Keiran, risalendo a cavallo. Sorrisi.

Questo sì che è un generale!

Ci rimettemmo in sella nelle posizioni precedenti. Vidi Nora ancora perplessa, non parlava, e non guardava in faccia nessuno, era distratta e stranita. Nessuno di noi parlava. Il silenzio ci accompagnava assieme al vento, respiravo l'aria fresca della sera, preoccupata.

I minuti passavano veloci, ma le ore sembravano infinite. Per l'appunto, erano passate circa due ore da quel momento, e ancora nessuno parlava. Decisi che fosse il mio turno per intervenire.

«Quuuuuiiindii... Axel come sta?»

«Dall'ultima volta che l'ho visto, stava bene, a parte che era un po' sotto choc per come me ne sono andata.» Rispose Nora, secca.

«Era preoccupato per la sua Nora.» Clara accentuò l'aggettivo possessivo.

«Ma quindi, stavano insieme?» Chiese di sfuggita Kallias.

«No, lui mi piaceva, io gli piacevo, ma nessuno faceva la prima mossa. Fine della storia.» Sembrava irritata da quella situazione. «Possiamo non parlare di Axel, per piacere? Grazie.» Tutti si ammutolirono di nuovo. Mi sentivo presa in causa da questo silenzio di tomba.

«Va bene, scusami. E invece i cavalli?» Cambiai discorso.

«Stanno bene.» L'aria era densa. «E Wall?» Feci la domanda che mi portai per anni dietro. Nora e Clara si diedero uno sguardo avvicenda. «Gli manchi da morire.» Mi riferirono in coro le ragazze. «Non lo sentiamo da tanto, forse qualche anno che non parliamo con il gruppo come un gruppo. Ogni tanto li vedevamo per strada.» Precisò Clara.

«Nessuno è stato lo stesso da quando siete spartiti.» Pronunciò Nora.

Il sangue mi si gelò nelle vene. Nessuno, eh?

Una folata di vento molto forte, ci portò a fermarci, ma non solo, ci portò, anzi, mi portò uno stiletto ai miei piedi. Scesi dal cavallo, lo presi, e guardai e portai lo sguardo su quello di Nora. Era identico, solo che le rifiniture che per lei erano azzurre, le mie erano rosse. Le scritte iniziarono a lampeggiare, così come quello di Nora, lo stiletto mi tirò verso di lei e il suo "prese vita", togliendosi dalla fodera del laccetto, scambiandosi con quello che avevo appena trovato. Il vento mi spostò i miei lunghi capelli, portando con sé una voce.

«Acqua, fuoco.» Guardai i miei compagni, preoccupata.

«Gli elementi...» Sussurrò Keiran. I ragazzi ed io avevamo capito.

***

E così come il vento, caldo e gelido,
Fuoco e Acqua vennero svegliate,
con uno scambio d'aria.

Terra venne sveglia al sorger
del sole, e così come
Vento fu gentile nel portar la lama,
non ce ne fu la pietà alla seconda.

***

La continuavo a ripetere mentalmente quel pezzo. Il colore dell'acqua mi si addiceva, azzurra, come i miei occhi.

«Sbrighiamoci, dobbiamo arrivare alle montagne al più presto!» Esclamò Keiran, partendo a mille. Velocemente risalì sulla sella.

La notte era spaventosa anche per i campi. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 25 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il Fiore Che Ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora