CAPITOLO 3

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Colui che creò la sua
stessa dipendenza da lei.

Nora..

Si era capito. Atlas e Kallias si piacevano a vicenda, ma nessuno dei due l'avrebbe ammesso. Ed è proprio qui che partì il piano:"FACCIO CAPIRE A 'STI DUE IDIOTI DI AMARSI, E FESTEGGIARE QUANDO TROVERÒ UN NOME PIÙ CORTO PER IL PIANO."

Ma allo stesso momento in cui stavo pensando a questa cosa, ammiravo il paesaggio che mi circondava. E wow. Le fronde degli alberi erano come incantate, erano di diversi colori: passavano dal rosa all'azzurro, al bianco, al viola per poi schiarirsi, e ricominciare dal rosa.

«Bello il paesaggio, vero?»

Mi girai verso Kallias.

«Sì, è vero. Non la pensi allo stesso modo, Atlas?»

Sapevo che non mi stava ascoltando, poiché era perso a guardare il suo paesaggio.

«Sì, hai proprio ragione.»

Al posto dei suoi i soliti occhi scuri, c'erano due enormi cuori che pulsano a ogni pulsazione del suo cuore. Era fantastico, una sensazione di sollievo mi risalì lungo la schiena; volevo vedere quei due sposarsi, e io avrei portato Atlas all'altare, sapendo che Kallias non si farebbe mettere i piedi in testa da un "mocciosetto" -definito così da Kallias quando erano più piccoli- come Atlas.

«Terra chiama Nora! Nora! Ma ci sei?» mi chiese Atlas.

Fermai il cavallo, riprendendomi dalla mia trance.

«Ah? No, nulla. Stavo pensando...» mi ricomporsi.

Ripresi il passo. «Quindi... cosa avete fatto in tutti questi anni?» chiesi per rompere il ghiaccio. Atlas e Kallias si guardarono e quest'ultimo citato annuì. «allenamento, cara. Siamo stati selezionati per...» Kallias lo sovrastò con la sua voce pesante:«hai detto abbastanza.» Atlas si ammutolì, abbassando la testa.

«Invece tu? Cos'hai fatto per questi dieci anni?» Mi chiese Kallias. Sgranai gli occhi.

È passato così tanto tempo?

Mi ricordavo ancora tutto quel gruppo di mocciosetti che giocava a quel parco. Chi aveva 10 anni veniva aiutata da quella di 13 o 14 anni, tipo io non sapevo come rispondere a un ragazzo venivo subito aiutata da Keiran o Kallias o ancora Axel, ovvero i più grandi. Ma allo stesso tempo, capì che non avevo fatto nulla di nuovo.

«Allora Nora?» Mi continuò a chiedere Kallias.

«Nulla di particolare. Da quando siete spariti nessuno è stato più lo stesso. Uscivamo sempre ma era diverso. Alla fine quel ragazzetto continuò a prendermi in giro per un altro po', ma alla fine ha smesso perché si è trovato uno stiletto puntato sulla gola.»

«Keiran sarà fiero di te» mi disse Atlas.

Già, fiero di me.

«Tra l'altro... Keiran come sta?» Chiesi, ma i due si ammutolirono. «Vedi Nora, anche noi non siamo stati più gli stessi, e beh, Keiran non parla molto con noi ormai... Non abbiamo tanti rapporti. Ma ora stiamo andando a trovarlo. Ma non stupirti se non sarà lo stesso di quando aveva 14 anni, va bene?» Mi spiegò Atlas e io annuì.

Stavo per rincontrare Keiran dopo dieci anni. Mi sentivo elettrizzata, ma non per l'emozione, ma ben sì per una cosa allacciata alla gamba. Una scossa mi percorse la gamba, e cacciai fuori un gemito di dolore e i ragazzi si girarono.

«Nora! -Atlas fermò la marcia dei cavalli e se ne scese da Avis, raggiungendomi- no... è ancora presto... giusto?» si girò verso Kallias che guardava la situazione spaventato. «Dobbiamo portarla alle pietre» balbettò. Non ebbi il tempo di dire qualcosa che vidi solo nero intorno a me.

Il Fiore Che Ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora