DOVE SEI?

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«Oddio, questo letto è gigante!» è il primo commento di Leo non appena entra nella camera d'albergo.

Si è fatto delle aspettative, salendo al quarto piano in ascensore, e ha messo in conto un simile sfarzo: la moquette a terra, le tende lucide, la televisione a schermo piatto e un bagno enorme con tanto di vasca idromassaggio in un angolo.

Gli scappa addirittura una risata, euforica, e si aspetta la stessa reazione da parte di Mattia nel momento in cui si gira nella sua direzione. Tuttavia, trova il ragazzo fermo davanti alla porta che si è chiuso alle spalle, le braccia lungo i fianchi e un'espressione troppo seria, che non gli appartiene, dipinta sul volto.

È sufficiente tal particolare per smorzare ogni entusiasmo di Leo, il quale osa avvicinarsi all'altro di qualche passo, poi qualcuno di più fino ad avere pochi centimetri a separarli.

«Tutto okay?» domanda e non sa neppure con quale coraggio stia sostenendo un faccia a faccia, considerando ciò che è successo ventiquattro ore prima.

Mattia annuisce, distratto. «Sì,» borbotta, mordendosi piano il labbro inferiore «stavo solo... pensando.»

«A cosa?»

Esita per qualche attimo, non perché non abbia una risposta – ce l'ha, è che non vuole sembrare troppo opprimente, troppo insicuro o fragile, per cui quasi soffoca mentre spiega: «Tu stai con me, vero? Cioè, io considero la prova finita, in pratica, non... non mi hai mai detto se per te è lo stesso.»

Leo è spiazzato da una simile confessione. In un momento diverso, avrebbe raggirato la questione con disinvoltura.

Adesso, invece, gli sembra di annaspare, essere a corto di fiato, tanto che finge un colpo di tosse per camuffarlo. Sforza un sorriso, che spera sprigioni un minimo di entusiasmo.

«Sto con te» dice ed è strano farlo a voce alta. Crede che ciò basti a tranquillizzarlo, ma no, non è ancora abbastanza.

Mattia non si scompone, piuttosto tira un lungo sospiro.

Abbassa lo sguardo e allunga una mano per raggiungere quella del compagno, così da sfiorare piano il dorso con due dita.

«Ti ho mai detto perché io e il mio ex ci siamo lasciati?» mormora ed ottiene un lieve cenno di diniego in replica che coglie con la coda dell'occhio.

«L'ho beccato a letto con un altro» continua «un modello, tra parentesi, pure piuttosto bello» abbozza una risata, sull'orlo dell'isterismo. Solleva la testa e sbatte rapidamente le palpebre per scacciare delle lacrime che lottano per uscire perché quel ricordo è ancora vivido e un po' gli fa male il cuore.

Leo si sente sprofondare ancora di più: quello è lo stesso trattamento che gli ha riservato ed è lacerante la consapevolezza di ciò che è accaduto, è frustrante e opprimente.

Si vorrebbe addirittura prendere a schiaffi da solo, ciò nonostante non parla, non fa assolutamente nulla, timoroso di poter dire qualcosa di sbagliato o fraintendibile.

Mattia, comunque, una replica neppure la vuole. Continua senza lasciargli lo spazio per proferire parola. «Prima Daniele...» e si pizzica il labbro inferiore con gli incisivi a pronunciare il suo nome «la questione del letto. Mi è sembrato piuttosto... come se fosse così e basta, no? Ha detto la nostra. Nostra è una parola importante.»

Leo tenta di regolarizzare il proprio respiro, per quanto ciò risulti assurdamente difficile. Scuote di poco il capo.

«Era abitudine» spiega «ogni volta che andavamo fuori da qualche parte, lui cambiava la doppia con una matrimoniale o se ci avevano prenotato due singole, chiamava l'albergo per richiedere quella che serviva per... beh, lo sai per cosa.»

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