Capitolo 11

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dedicato a LorenaSandu

...Ma il paradiso è chiuso e sbarrato... Dobbiamo viaggiare intorno al mondo per vedere se un uscio è rimasto aperto...
(Heinrich Von Kleist - Sul teatro di marionette)

Suicidio. Quella parola sembrava troppo violenta per descrivere ciò che aveva tentato di fare. Nessuno la vedeva più come prima. Giada era dimagrita tanto, aveva sostituito il suo bel viso con dei lineamenti ossuti e asciutti. Il suo corpo era così debole e leggero che anche un soffio di vento l'avrebbe fatta cadere a terra. Niente era abbastanza per ricondurla a lui. Le mancava troppo, avrebbe fatto di tutto pur di poterlo rivedere e stringere tra le sue braccia per non lasciarlo mai più andare via da lei. Quella sera si era distesa sul letto con "Talking to the moon" a tutto volume nel suo iPod, cercando almeno un motivo che la spingesse a rimanere lì, ma la mente la spingeva a ricordare l'incidente, la sparatoria, il sangue. Non poteva vivere nel passato, così aveva deciso che non poteva più vivere e basta. Aveva inghiottito tutte le pasticche di ossicodone che aveva trovato nell'armadietto in bagno pensando a Lapo, aveva perso tutto e poteva solo arrendersi. Si era svegliata al pronto soccorso con il tubo della lavanda gastrica infilato in gola e con un'infermiera che l'aveva obbligata a ingoiare un bicchiere di carbone attivo per ripulire il suo organismo dal veleno che aveva ingerito. La chiusero in un'ospedale psichiatrico per più di due settimane a causa della sua inesperienza. Se fosse già stata là dentro altre volte avrebbe saputo che un semplice "voglio vivere" piuttosto che un "non lo farò mai più" le avrebbero permesso di uscire prima; ma non era il suo caso e di certo non si sarebbe scusata per quello che aveva fatto, perché era ancora fermamente convinta che avrebbero dovuto lasciarla morire in pace rispettando il suo desiderio. Mai avrebbe pensato di trovarsi in stanza con una donna che non parlava da tre anni e che conduceva una vita da vegetale deambulando dalla camera al bagno e viceversa; e mai avrebbe immaginato di pranzare con un ragazzo che si era tagliato le vene ma non abbastanza a fondo da andarsene da questo mondo che sputava tutto il cibo in faccia agli infermieri; e soprattutto mai avrebbe pensato di trovare più simili a lei quelle persone dei suoi coetanei "normali". Appena tornò a scuola difatti tutti la guardavano in modo strano, bisbigliando ai compagni le sue sfortunate vicende. I ricordi l'avevano tormentata per tutto il tempo, in sogno e nei rari momenti in cui i suoi genitori la lasciavano sola. La polizia, il giudice, l'assistente sociale, tutti, avevano cercato di convincerla ad andare in un centro di recupero; ma Giada si era rifiutata. Voleva soltanto andarsene, abbandonare tutto e tutti per tornare da lui, dai suoi occhi verde petrolio che l'avevano fatta innamorare dopo il primo sguardo. Lei lo amava e non gliel'aveva mai detto. Che stupida che era stata, il suo orgoglio glielo aveva solo portato via. Non lo avrebbe più rivisto, ma lei voleva tanto poter passare altro tempo con lui Quella sera lo sognò di nuovo....
Si trovava in un prato infinito, pieno di margherite bianche. Lapo era lì disteso a terra di schiena con le ali mozzate rivolte verso l'alto.
"perché l'hai fatto? Questo non è un posto bello dove venire a vivere. Saresti sempre da sola"
"Avrei te"
"non dire sciocchezze, se io avessi potuto sarei rimasto là; non è stata una mia decisione e non lo sarebbe mai stata."
"Tu non capisci"
"Cosa non capisco Giada? non puoi dirmi che morire sia bello! Guardati, sei sempre stata forte! Vuoi arrenderti proprio ora? Hai resistito fino ad ora per arrenderti dopo il primo ostacolo? Guardati allo specchio e pensa che io sono felice se tu rimani dove sei e quella che eri prima che me ne andassi,combatti. E se qualcuno ti dice qualcosa tu fregatene e cammina a testa alta, fai vedere che sei più matura di tutta quella gente. Promettimelo ti prego."
"Lapo come posso anche solo pensare di continuare a vivere, come potrei essere così egoista dopo che qualcuno ti ha privato della tua di vita?"
"Giada io non me ne sono andato. Tutte le sere mi troverai qui, ho deciso di rimanere con te. E quando avrai trovato qualcuno che prenda il mio posto io me ne andrò; ma fino a quel giorno sarò sempre con te"
"Nessuno potrà mai sostituirti..."
"Buonanotte Giada, ci vediamo domani sera. Stesso posto, stesso sogno...."
Il sogno finì così lasciandola di nuovo in sospeso. Il fatto di saperlo sempre vicino a sé le risollevò il morale spingendola a resistere un giorno in più.

Forvirring - Resta Con Me (wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora