CAPITOLO III

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III
Perché dolore è più dolore se tace.
Giovanni Pascoli







Un'altra persona era stata salvata e Victoria non poteva che esserne contenta.
Salvava vite ogni giorno ma quella era stata la prima vita che aveva salvato da cacciatrice e non da marines.
Anche se era stata la prima volta aveva amato l'adrenalina che questo le aveva procurato e non vedeva l'ora di farlo ancora.
Quella sera però nella macchina degli Evans non riuscí a dormire.
Aveva troppi pensieri per la testa, tra cui suo fratello, le aveva telefonato poche ore prima ma lei non rispose.
Jason era quel tipo di persona che chiamava solo quando aveva bisogno di un favore, per questo Victoria non gli aveva risposto, ma allo stesso tempo aveva paura che gli fosse successo qualcosa.
<Qualcosa non va?Ti vedo turbata> le domandò Luke guardandola dallo specchio retrovisore.
<No, niente che ti riguardi> rispose poco sicura.
Difficilmente riusciva a mascherare le sue emozioni ma comunque non diceva mai come stava davvero, a nessuno interessava se non a lui, l'unica persona che non si era fermata alla frase "sto bene".

New Orleans, Louisiana
sedici anni prima

Victoria era ancora in macchina con suo fratello e Steve.
Guardava fuori dal finestrino mentre l'auto sfrecciava verso la California.
Jason, il piccolo di dieci anni, dormiva ancora nei posti dietro mentre  Steve guardava attento la strada.
<Quindi tu,tu cacci fantasmi?> ebbe il coraggio di chiedere Victoria.
<Si una specie, è assurdo vero?> rise
<Già> annuì lei.
<Victoria non dovrai dirlo a nessuno, anche tuo fratello dovrà mantenere il segreto> spiegò e la ragazzina annuì.
<Come stai?> chiese poi.
<Sto bene> rispose.
<Davvero? Vedi che mi puoi dire che non stai bene, non c'è bisogno di mentire> disse.
<Io non mento> rispose lei.
<Come vuoi> sbuffò Steve.
Il silenzio tornò all'interno dell'auto quando decisa Victoria parlò.
<È solo che nessuno mi chiede mai come sto> affermò abbassando gli occhi sulle sue scarpe rosse.
<I tuoi genitori?> domandó Steve
<Sono, erano bravissime persone, eravamo felici solo che il lavoro occupava gran parte del loro tempo e poi si dedicavano a Jason> spiegò.
<Capisco, rifaccio la domanda, come stai?> continuò Steve.
<Male, ho paura, senza i miei genitori non valgo nulla, ho un fratello da accudire e una zia che conosco a malapena> piagnucolò.
Fu la prima e ultima volta che Victoria Thompson si era fatta vedere debole.
<Sai, anche mio figlio diceva così eppure ha cresciuto benissimo suo fratello, a volte il dolore porta a essere più forti di quello che si pensi> rispose.
<Tua moglie?> domandó poi la ragazza.
Dallo sguardo dell'uomo capì che era una storia dolorosa e che non voleva raccontare e infatti rimase un mistero per molti anni.

Chicago, Illinois
ORA

<Puoi mentire a chi vuoi ma non a me e soprattutto non a te stessa> rispose Luke continuando ad osservarla dallo specchietto retrovisore.
<Io non mento> rispose convinta
<E poi a te che interessa> continuò con tono quasi duro, distogliendo lo sguardo e puntandolo verso un Mark addormentato sul finestrino dell'auto.
<Hai ragione, volevo solo essere gentile ma non mi frega nulla di te > rispose duro.
<Ah ma che cosa cavalleresca> disse lei sarcastica.
<Come vuoi ma so come ci si sente, assimili assimili emozioni e dolore e poi esplodi ma ti assicuro che quando succederà sarà impossibile controllarti> disse infine prima di rivolgere lo sguardo sulla strada e fare ripombiare il silenzio.
<Dove stiamo andando?> domandò la ragazza guardando fuori dal finestrino
<Chicago, Illinois, lì gestiamo un hotel con alcuni amici di famiglia, un ritrovo di cacciatori, è la nostra base> rispose freddo.

Portland, Oregon
quattro ore prima

Avevano salvato una vita, una delle tante.
A Victoria la mano faceva molto male e un rivolo di sangue scorreva dalle sue dite.
Dopo aver rassicurato la signora Louis salirono in auto verso il motel.
Il tragitto fu silenzioso e pieno di sguardi.
Mark guardava Luke,Luke guardava Victoria e Victoria guardava Mark e poi il ciclo ricominciava.

Il volere dei lupi mannariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora