Il volere dei lupi mannari

CAPITOLO XI

XI
Un amore è amore anche se non ha domani.
Lucio Dalla

Chicago,Illinois

Mark era ubriaco fradicio in un bar poco distante dall'hotel dei cacciatori.
L'alcool in corpo era così tanto che aveva perso le staffe e aveva picchiato uno, solo perchè lo aveva interrotto mentre parlava o meglio flirtava con la barista, una bionda ossigenata con occhi blu come quelli di Alexa, o meglio a Mark ricordavano quelli di Alexa.
Aveva cominciato a provare dei sentimenti per lei durante il quarto e ultimo anno di liceo, lei era ancora piccola, aveva solo dodici anni eppure i suoi occhi, i suoi capelli e il suo modo di fare l'avevano colpito.

Minot, North Dakota
dieci anni prima

Era una giornata di pieno inverno quando i due si erano conosciuti.
Il motivo era per una caccia di Steve e George, il padre di Alexa e Francis, i quali non rispondevano da giorni e così Julia che aveva lasciato la caccia per dedicarsi ai figli e provare a farli crescere normalmente aveva chiamato Luke.
I tre Sanders si recarono a casa degli Evans, una casa in un quartiere malfamato nel North Dakota, a Minot, ormai vivevano lì da quando era avvenuta la morte della madre.
Mark si innamorò subito di Alexa, era spaventata per la possibile fine del padre e così Mark la distrasse per tutto il tempo necessario.
Luke, Francis e Julia chiamarono i maggiori cacciatori degli Stati Uniti tutta la notte mentre Mark e Alexa ascoltavano a ripetizione Burning Love di Elvis Presley, brano uscito nel 1972 e appartenente all'album Burning Love and Hits from Movies, Volume 2.
Elvis Presley era il cantante preferito di Alexa e quella era la canzone preferita di suo padre, George era un vero fan di Elvis e quella passione l'aveva trasmessa ai suoi figli.
Si addormentarono abbracciati sul divano cullati dalle note di quella canzone.
Era una notte invernale, i riscaldamenti in casa non erano presenti e fuori gli alberi e l'asfalto erano ricoperti dalla neve.
Luke intenerito da quella scena li coprì con una coperta grigia di pile per tenerli più al caldo.
Mark aveva già avuto qualche esperienza in amore, anzi un'esperienza: Caroline Green.
Quella ragazza dai capelli oro e dagli occhi nocciola era stato il suo prima tutto, primo bacio, prima sbronza, prima volta.
Era finita solo perchè Caroline si dovette trasferire in California per il lavoro della madre, dopo la sofferenza che avevano provato entrambi Mark si era imposto di chiudere il suo cuore ma gli risultò difficile con Alexa.
Era sempre stato innamorato di Alexa, difficile da non capire essendo che non ebbe più relazioni dopo la sua conoscenza tralasciando qualche rapporto occasionale con qualche ragazza conosciuta in qualche bar e averci parlato in tutto solo dieci minuti.
La mattina seguente però fu la peggiore tra tutte per la famiglia Sanders, Steve tornò solo verso le sette del mattino dall'Arizona senza però George.
Lui era morto sbranato da un licantropo e non era riuscito a salvarlo.
Francis e Julia scoppiarono in lacrime mentre Alexa rimase impassibile come se dovesse prima analizzare la situazione e metabolizzarla.
È da lì che Alexa cominciò a mostrare il suo lato impassibile ad ogni cosa le passasse davanti.
L'indifferenza, quella vera, non si sceglie, è una conseguenza.
Inutile dire che quando i tre Sanders lasciarono casa Evans, Luke si scagliò contro il padre.
<Tu! È tutta colpa tua!> urlò il fratello maggiore mentre lo prendeva dal colletto della giacca.
<Se è morto è colpa tua> continuò
Steve Evans rimase impassibile per qualche minuto prima di perdere le staffe.
<Se la mamma è morta, se Miles è morto è colpa tua, solo tua> gridò ancora Luke con tutta l'aria che aveva nei polmoni.
Miles era il vecchio compagno di caccia di Steve, quest'ultimo si fece prendere dalla rabbia, scaraventò per terra il figlio, trovandosi a cavalcioni su di lui per poi riempirlo di pugni fino a farsi sanguinare le nocche urlandogli le peggiori cose.
Mark rimase fermo, immobile, a guardare quell'orribile spettacolo senza muovere un muscolo, ancora troppo intimidito dal padre e forse lo sarebbe stato per sempre.