CAPITOLO IX

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IX
Il cuore ci mette troppo tempo a realizzare
ciò che la mente già sapeva.
Anonimo

Chicago, Illinois
ORA

<Che cosa vuoi?> domandò duro Luke sottraendosi dalla presa di Victoria.
<Devo parlare con voi, è importante> rispose guardando negli occhi i figli, tralasciando che fossero ridotti a graffi sulla faccia e con altre persone intorno.
Steve era così, menefreghista degli altri, gli interessava solo di sé stesso.
<Ma davvero, io voglio che tu te ne vada da casa nostra, non sei il benvenuto> disse con tono arrabbiato Luke senza nemmeno guardarlo in faccia.
I suoi occhi gli ricordavano quello che aveva fatto a lui e a sua madre per non parlare di Mark che a distanza di anni ancora si sentiva la causa del dolore che provò Luke ma non era affatto così e sotto sotto lo sapeva pure lui.
Luke avrebbe continuato per sempre a difendere il suo fratellino, era la sua unica famiglia e l'avrebbe protetto ad ogni costo, come una bambola di porcellana.
<Luke, almeno ascolta quello che ha da dire> provò Victoria
<Tu stanne fuori, è una cosa che non ti riguarda né riguarda loro> continuò Luke indicando i restanti del gruppo
Victoria sapeva che c'era qualcosa sotto, qualcosa che suo padre aveva fatto che lo aveva portato a diventare così ostile con tutti ma non pensava quanto potesse essere grande la cosa.
Luke era bravo a mascherare le sue emozioni ma ormai era troppo tempo che lo faceva e perdeva colpi,
Tutti rimasero zitti fino a quando Steve parlò.
<Io ti conosco, mi sei familiare> disse ad un tratto osservando attentamente Victoria
<Forse la stai confondendo con qualcuno, hai incontrato tanta gente> rispose per lei il figlio maggiore.
Non voleva che il padre si avvicinasse a lei, ora che sapeva che il padre provava verso Victoria un affetto incondizionato e lui qualcosa che non sapeva neanche riconoscere verso la ragazza aveva paura che suo padre potesse farle del male e non se lo sarebbe mai perdonato, come infondo ogni cosa.
Non aveva perdonato suo padre e mai lo avrebbe fatto, mai fidarsi di chi ti ha deluso una volta perchè poi lo rifarà perchè saprà che lo perdonerai sempre, in ogni circostanza.
<Tu sei Victoria, Victoria Thompson> si ricordò.
Luke in quel momento voleva prenderlo a pugni.
Lo odiava, lo odiava con tutto il cuore, soprattutto quando cominciò a fare dei passi verso di lei.
Automaticamente prese un braccio della ragazza spingendola dietro di sé evitando così un vero contatto con il padre ma Victoria non era a conoscenza delle intenzioni del ragazzo e così rispose affermativamente alla domanda.
<Sei cresciuta, che ci fai qui con dei cacciatori? E come sta Jason?> domandó Steve
<Ok, ora basta, sei venuto qui per parlare no? Bene parliamo> disse Luke cambiando discorso.
<Noi andiamo> suggerì Francis prima di essere seguito da tutti, compresa Victoria, lasciando i tre Evans da soli.
Prima però di andarsene lasciò un ultimo sguardo a Luke e gli sorrise come per rassicurarlo.
Voleva sapere la verità.
Cosa aveva fatto Steve Evans e chi era veramente?

<Allora di che vuoi parlare, illuminami come mai dopo due anni vieni qui da noi, hai bisogno di soldi? Mark dagli i risparmi e vattene> disse Luke senza mai guardarlo nemmeno per un momento
<No, non sono i soldi il problema> rispose
<E allora cosa vuoi, ero stato abbastanza chiaro se te ne andavi non dovevi più tornare> continuó il figlio più grande
Mark stava in silenzio guardando tutta la scena senza riuscire ad emettere un suono.
<Grace è in pericolo e ha bisogno di protezione che io non posso darle> rispose poco dopo Steve
<E da quando noi ci preoccupiamo delle tue amanti, Grace se non sbaglio è la tua ultima conquista giusto? Quella per cui ci hai abbandonato> affermò Luke
<So che ho sbagliato tutto con voi e vi ho ferito ma non prendetevela con lei, è innocente> continuò il padre
Erano tutti e tre in piedi, uno di fronte all'altro.
<Solo? Tu ci hai distrutto la vita, ci lasciavi a casa da soli per stare con una sconosciuta, si sappiamo che passavi il tuo tempo con Victoria, sai quanto ho pregato che tornassi in tempo per il diploma di Mark e invece eri al diploma di un'altra, quindi ti chiedo solo una cosa, perché? Perché lei e non noi?> domandó sull'orlo di piangere ma non lo fece.
Non voleva farsi vedere debole da suo fratello, da suo padre ma soprattutto da sé stesso.
Non era abituato.
Lui era quello forte.
Lui era, doveva essere forte.
Per tutti, sempre in ogni dannato istante.
Doveva essere forte per sopravvivere a tutte le delusioni che il mondo gli aveva riservato, doveva essere forte per rimanere se stesso, doveva essere forte per dimostrare a se stesso che quell'uomo che doveva essere suo padre non lo avesse davvero ferito in fondo all'anima.
<Io io> neanche Steve sapeva perché era così affezionato a quella ragazza o forse lo sapeva ma non lo voleva ammettere.
<Forse volevo ricominciare da capo, ricominciare una vita, volevo essere una buona figura per lei, mi ha fatto sempre pensare a te, il suo comportamento, le sue passioni, i suoi atteggiamenti, mi ricordavano te e mi sono presa cura di lei per come ho potuto, non sapeva quello che avevo fatto, non mi giudicava, semplicemente mi voleva bene> disse con gli occhi lucidi facendo qualche passo verso i suoi figli.
<Non ti avvicinare> cominciò Mark
Le parole uscirono da sole.
<Potevi farlo con noi, ricominciare da capo, perché non lo hai fatto> domandó
<Perché voi mi odiate per quello che ho fatto e fate bene, non ho scusanti.
Non avrebbe avuto senso ricominciare> spiegò
<Avremmo accettato il gesto. Tu sai cosa vuol dire occuparsi di un ragazzino quando tua madre è morta davanti ai tuoi occhi e tuo padre e chissà dove a fare chissà cosa? Te lo dico io non lo sai, perché non c'eri tu li, ma Luke, Luke si è preso cura di me, non tu, quindi dimmi cosa vuoi e vattene, non ti vogliamo qui non dopo tutto quello che hai fatto. Hai avuto le tue chance> disse duro Mark.
Una cosa che sorprese Luke, non lo aveva mai affrontato prima, tendeva a giustificarlo sempre per paura di soffrire.
<Voglio solo che Grace venga protetta e...> provò ma si interruppe pensando a come poteva dare quella notizia
<E.. > lo incitó il figlio maggiore
<Ho scoperto di avere una figlia, un'avventura di una notte, solo che ecco, è stata maledetta da una strega e ho bisogno di aiuto> rispose
<Tu hai cosa? Non solo tradisci la mamma ma ti permetti pure di avere altri figli? Ma non ti vergogni, che c'è vuoi rovinare la vita anche a lei?> domandó Luke avvicinandosi a lui e prenderlo per il colletto.
La vena sul collo cominciò a gonfiarsi e la sua faccia diventò sempre più rossa per non parlare delle nocche che diventavano sempre più bianche allo stringere il colletto della camicia che il padre indossava.
<Ho solo bisogno di sapere che loro siano al sicuro tutto qui> disse
<No> affermò Luke
<Luke> lo riprese il fratello
<Loro non c'entrano nulla, forse dovremmo aiutarle> continuò il fratello,
Luke ci pensò un momento,cercando di capire se fosse un bluff o meno poi rispose.
<Va bene, ci prenderemo cura di loro ma ti voglio fuori da qui entro trenta secondi> disse lasciando il colletto della sua camicia.
<Grazie ragazzi vi sono debitore> disse aggiustandosi il colletto.
Il padre stava per andarsene quando la voce di uno dei suoi figli lo bloccò.
<Steve, tu ci sei debitore da sempre> disse uno dei due.
Lo aveva chiamato per nome.
Voleva dire che non provava più quell'affetto padre-figlio.
Quando un figlio ti chiama per nome e perché non ti identifica più come genitore ed è una delle cose più brutte che possano capitare ad un padre e ad una madre.
Mark e Luke non lo avrebbero mai perdonato e questo rimpianto se lo sarebbe portato fino alla morte e poi all'inferno, il luogo in cui si meritava di andare.

Il volere dei lupi mannariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora