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Chi rinuncia ai propri sogni è destinato a morire."
JIM MORRISON

La libreria era il mio posto preferito. Semplicemente un silenzio piacevole e l'effluvio prodotto dai libri.
Non ero incline ad andarmene ogni volta. Mi domandavo sempre come ci si sentisse a scrivere la propria storia e dare origine alla storia di tutti quelli che la leggevano.

Deve essere splendido, pensai.

Presi un libro che avevo già letto:
"L'incubo di Hill House" di Shirley Jackson.
La protagonista del romanzo è una ragazza che è stata chiamata da un certo professor Montague a trascorrere l'estate a Hill House, una casa che si suppone infestata. Montague pensa infatti che ci siano delle presenze soprannaturali nella casa, e per questo ha convocato diverse persone protagoniste a vario titolo di eventi paranormali.

Ero indecisa se rileggere i libri che avevo gradito e letto tutto d'un fiato, oppure provare qualcosa di nuovo. Indubbiamente ogni volta che entravo sentivo la frenesia di comprarmi un nuovo libro ma preferivo risparmiare. D'altronde molto spesso ci andavo semplicemente per rilassarmi e per non pensare a determinate riflessioni.

«Scusa, quello che hai in mano è l' incubo di Hill House?»Sentì alle mie spalle una voce famigliare.

I suoi occhi furono la prima cosa che osservai e che rimasi a guardare.

Dylan mostrò un'espressione che sembrava fingersi stupita non appena guardò il mio viso.

«Che ci fai qui? Ti piace leggere?»Gli domandai senza nemmeno salutarlo.

«Sì, molto. Non ti farò la stessa domanda perché conosco già la risposta»

«Sì, penso si intuisca»

Lui scosse il capo «Non lo dico per quello»

«E allora per cosa?»

Gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorriso. «Ti ho osservato molto in questi giorni. E molto spesso avevi un libro.L'altro giorno c'è stato un litigio in mezzo alla strada poco lontano da te a tu non ti sei accorta di niente. Eri immersa nella lettura non pensavi ad altro. Nemmeno a me.»

E invece a lui ci pensavo più volte durante il giorno. In alcuni momenti mentre leggevo un libro interessante e coinvolgente pensavo a lui. Ma ovviamente questo non potevo dirlo.

«E perché lo fai?»Balbettai arrossendo un po'. Non mi capacitavo di come uno come lui potesse interessarsi a me. Non volevo essere una falsa modesta, lo sapevo che molti ragazzi si girassero a guardarmi quando camminavo per strada. Ho avuto anche abbastanza corteggiatori ma, nessuno di loro era come Dylan. Lo guardai attendendo la sua risposta.

«Perché sei bella da guardare. E c'è qualcosa in te che mi incuriosisce.»

Cercai con tutte le mie forze di non sorridere troppo. «Cosa vuoi sapere di me?»

«Direi tutto. Ma magari col tempo,ovviamente.»

Anche io volevo sapere tutto su di lui. Non sapeva nulla in realtà. Era talmente enigmatico che mi era complicato conoscerlo per davvero.

«Mi piace leggere ma questo già lo sai.» Risi e lo fece anche lui.

«Questo l'ho scoperto. Ti piace fare particolarmente altro?»

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