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"La rabbia è solo una codarda estensione della tristezza. È molto più facile essere arrabbiato con qualcuno piuttosto che dirgli che sei addolorato."
ALANIS MORISSETTE.

Non era la prima volta che Isobel faceva qualcosa del genere e ovviamente non era la prima volta che io mi sentivo in quel modo. Lei era fondamentale ma alcune volte mi feriva anche se involontariamente. Ma lo faceva. Però spesso non le dicevo niente o al massimo mi arrabbiavo.

Perché era più facile mostrarmi arrabbiata piuttosto che mostrarmi ferita.

Questa volta lessi semplicemente il messaggio e non risposi. Mi sedetti in un posto qualunque sull'autobus e per mia fortuna notai che molti dei passeggeri erano invitati alla festa di Blair.

Molte ragazze erano molto appariscenti, con vestiti corti e con i glitter. Sperai che nessuno si mettesse accanto a me e vedesse i miei occhi tristi. Anche se ero quasi certa che nessuno ci avrebbe fatto più di tanto caso.

Ormai erano tutti pieni i posti e l'unico libero era quello accanto a me. Io mi ero messa al lato del finestrino perché volevo fingermi occupata a guardare fuori. Invece ero immersa nei miei pensieri, così tanto che non mi accorsi di quello che successe dopo.

Riflettei su come comportarmi non appena l'avrei vista. O meglio questo pensiero avrebbe dovuto farselo lei, piuttosto. Dato che era lei quella che aveva sbagliato a comportarsi nei confronti dell'altra. Però non sapevo lo stesso come comportarmi. In quel momento ero troppo arrabbiata per parlarle.

«Scusi, il posto è libero?»

La domanda mi sembrò talmente lontana che non l'ascoltai nemmeno.

«Scusi?»

L'autobus chiuse le porte e accelerò. Mi resi conto che una ragazza era finita addosso a me. O meglio addosso alle mie gambe scoperte.

Sussultai e lei alzò lo sguardo e fece segno di sedersi. Acconsentii con lo sguardo.
Era molto carina,pensai. Aveva i capelli rosso fuoco e gli occhi grandi e rotondi. La pelle candida e labbra sottili, un viso molto grazioso. Era vestita completamente di rosa. Quel rosa leggero, nulla di acceso.

Il suo vestito era molto semplice e si abbinava al fiocco che aveva nei capelli.

Non appena mi voltai, la sorpresi a osservarmi attentamente. Mi studiava da capo a piedi. Non sembrava avesse intenzione di giudicarmi, tutto il contrario.

Le sorrisi sentendomi in imbarazzo e quando incontrò i miei occhi arrossì. Chissà cosa pensava di me.

«Scusa la domanda, ma hai pianto?» Mi domandò soffermandosi sui miei occhi.

Mi affrettai a negare. «No,è allergia.» Trovai una scusa.

Lei sorrise innocentemente e sembrò crederci. «Ti capisco l'allergia è davvero una rottura. Pensa che ho il tuo stesso problema continuamente e me ne vergogno perché penso che la gente vada a notare questa mia debolezza. In realtà lo nota quasi sempre la mia migliore amica, Blair. » Sorrise a trentadue denti. I suoi denti erano dritti e bianchissimi.

«Quindi sei la migliore amica di Blair?» Le chiesi.

Lei annuì come se ne andasse fiera di avere lei come migliore amica.

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