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"L'amore è come il fuoco: illumina, riscalda, ma può anche distruggere."

Chiusi gli occhi.

Non ebbi il coraggio di aprirli per guardare la realtà. Tentavo di sopprimerla e cancellare i ricordi che scuotevano la mia mente.
Quelle immagini ricomparivano ancora e ancora. Il sangue si mescolò con il vino.

I frammenti erano sempre più vicini, e il corpo era sempre più cadaverico.
Feci un bel respiro e mi assicurai che nessuno mi avesse seguita. Non sapevo nemmeno io dove fossi, ma non mi ero allontanata  molto per evitare di perdermi e subire delle molestie.

Sapevo che fosse pericoloso. Lo sapevo come sapevo di dover ricordare, ancora una volta.
Le lacrime mi rigarono il viso e quel trauma si fece sempre più vicino.

Quel giorno, quando ho perso Victor, ricordavo perfettamente la bottiglia di vino rotta e il vino che si era mescolato insieme al suo sangue. Non vidi altro. Perché chiusi gli occhi. Proprio come in quel momento. Mi sembrava di rivederlo davanti a me e misi una mano per impedire che si spalancassero da soli.

Quando avvistai una sagoma nera nelle vicinanze caddi a terra e mi nascosi dietro un cespuglio.
La sua voce profonda mi tranquillizzò.

«So perché hai avuto quella reazione.» Sussurrò avvicinandosi. Manteneva lo sguardo su di me e con delicatezza mi accarezzò la spalla, sedendosi vicino a me.

«Posso immaginarlo.»Proseguii incastrando perfettamente i suoi occhi stupendi con i miei colmi di lacrime.

«Mi sembra di rivederlo davanti a me.» Gli confessai.
«Quando ho visto il vino rosso a terra mi è tornato alla mente...»

«Quel giorno.» Continuò lui la frase. «Purtroppo per casualità del fato ero presente anche io.»

Pensai a come Dylan si ricordasse di quell'evento ma non si ricordasse di avermi incontrata prima. Molto probabilmente quell'incidente lo sentiva vicino a sé, nonostante non avesse rapporti con Victor.

«Pagherei per tornare indietro. Mi chiedo solo come abbia fatto a procurarsi tutto quell'alcool. Quello che avevamo noi era esaurito.» Rimasi a pensare.

Dylan nascose il viso con le mani.

«Che ci facevi lì fuori, con Raiden?» Gli chiesi.

«Non ricordo.» Rispose vagando con gli occhi. «Ricordo che stavamo discutendo e poi improvvisamente avevamo visto quel ragazzo cadere. Solo questo ricordo, e nulla di più.»

«Capisco.»

Volevo domandargli altro ma le parole mi rimasero bloccate in gola.

«Tu, invece?» Ribaltò la domanda.

«Io lo stavo cercando. Non riuscivo a dormire, perché avevo una brutta sensazione.» Sospirai,
«L'unica cosa che pensavo in quel momento era la sua sicurezza. La morte di una persona così cara in questo modo è troppo difficile da accettare.»

«Io non so come ci sente perché fortunatamente fino ad oggi non l'ho provato.»

Annuii tornando a guardarlo. Incredibile come anche in un momento così teso riuscisse a suscitare così tanta bellezza.

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