Capitolo IV - Un Regalo Inaspettato

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"Quando fai una scelta, cambi il futuro."
- Deepak Chopra

Sono due giorni che passo le mie giornate tra pranzi e cene con importanti famiglie illustri norvegesi e merende a base di thè scarso e biscotti secchi con mia madre e Elin. Inoltre, all'interno dell'hotel, il personale è in continuo andare e vieni per l'imminente ballo in maschera di domani sera. Ballo più atteso di tutto l'anno, quel genere di evento che combina affari e matrimoni, alleanze e lontananze e infine pettegolezzi di ogni genere e drammi familiari; molti drammi familiari a detta di Elin. Mia madre d'altro canto è in fibrillazione per il ballo e oggi pomeriggio, verrà una sarta di fiducia dell'hotel, sempre a disposizione dei suoi clienti più illustri. Io non spenderei altro denaro in un insulso vestito, ma mia madre è così insistente che desistere è difficile. Un bussare alla porta mi distrae dai miei pensieri e da quel libro che avevo appena aperto e che ora ho adagiato sul letto sconsolata. Quando apro la porta però non trovo nessuno, solo una grande scatola anonima, con un fiocco azzurro a richiuderla. Esco in corridoio ma nessuno è nei paraggi, prendo la scatola sempre più confusa e un po' curiosa e chiudo per bene la porta a chiave. Mi siedo sul letto con il grande pacco in grembo, tiro il nastro azzurro e scoperchio la scatola; al suo interno una maschera in pizzo nera da legare dietro il capo, con due nastri del medesimo colore e un abito vaporoso celeste. Tiro fuori l'abito per poterlo osservare meglio, è morbido, lungo e vaporoso, su più strati con le spalle scoperte e la scollatura profonda a barca e ad occhio e croce è della mia misura. Prendo la scatola per riporla sul letto e il mio sguardo cade su un bigliettino al suo interno dalla calligrafia semplice e un po' allungata :

Piccola Dafne questo è un mio piccolo regalo per te, questo abito l'avevo indossato al ballo che mi ha fatto conoscere il mio più grande amore perduto, quando ancora ero giovane e bella, ho effettuato delle piccole modifiche estetiche e di misura in particolare, sei più minuta della sottoscritta alla tua età. La maschera è una mia aggiunta, ma sei libera di cambiarla se non ti aggrada. Sono sicura che ti porterà fortuna come lo è stato per me. Fanne buon uso.

-Liv

Sorrido, perché non ricevo spesso regali soprattutto dai miei genitori, che dovrebbero essere i primi a pormi dei doni. Da nonnina Liv, che mi conosce da pochissimi giorni, non me lo sarei mai aspettata. Ho partecipato a molti balli, soprattutto durante i miei viaggi. Ho ballato tante danze diverse; dalle più movimentate, alle più esotiche. Tuttavia, da questa terra, mi aspetto solo danze fredde e scarne con poca, anzi pochissima partecipazione. Dopotutto, questa è una terra gelida e le stesse persone che vi abitano rispecchiano la stessa. L'idea di provare l'abito pizzica la mia vena curiosa ma non ho tempo, devo presenziare, assolutamente, alla prova d'abito di mia madre e controllare che, la rinomata sarta di cui tutti parlano, le lasci quel tanto che basta per permetterle di respirare e per nascondere un poco di pancia che lei nega di possedere. Esco dalla mia stanza con i mio fedele scialle stretto stretto, con la paura di perderlo e, noto un via vai non da poco, di valletti alle prese con numerosi abiti alla mano e, braccia, gli abiti vaporosi strisciano a terra in una corsa all'ultimo abito o misura, le porte delle stanze sono per la maggior parte spalancate e all'interno si odono i peggiori capricci delle donne più disperate. Questo non è un ballo, hanno sbagliato nome, è una competizione all'abito migliore, ringrazio Liv per averci pensato lei stessa, anche se non so cosa dirò a mia madre. Quando arrivo difronte alla porta della sua stanza, dopo aver schivato non pochi ostacoli, l'immagine che mi si presenta è quella di un'anima in pena, le mani strette nei capelli e abiti sparsi su tutto il pavimento. Una donna grassa e ben vestita, tiene un metro in mano e una scatola piena di spilli ai suoi piedi, osserva un abito vinaccia agiato sul letto, non può essere altro che la sarta ed io sono, nettamente, in ritardo, mia madre non si accorge della mia entrata e nemmeno l'altra donna, talmente è presa dai suoi spilli.

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