Le vacanze sono finite e siamo nuovamente in pista. Come prevedibile, il poeta Leclerc a fatti ha fatto cilecca, perché oggi, qui a Monaco, è venuto accompagnato dalla sua metà. Questo è uno dei miei gran premi preferiti, in primis perché posso dormire nel mio letto, a casa mia e non in un hotel, in secondo luogo perché questo è un circuito storico che smuove mari e monti e nonostante sia un tracciato che non lascia molto spazio ai sorpassi, entusiasma noi piloti siccome è estremamente tecnico.
Sono pronta per uscire di casa ma non ho idea di cosa aspettarmi, visto che per tutto il weekend i tifosi del monegasco daranno il meglio di sé; feci un grande sospiro e quando varai la soglia di casa mi trovai difronte Antonio.
<Cosa ci fai qui?> chiesi sorpresa
<Beh?! Credevi davvero che ti avrei lasciato sola ad affrontare la marea rossa?> sghignazzò lui
<Sei il migliore!> risposi con un enorme sorriso
Accompagnata da Giovinazzi, mi recai al circuito e mi rilassai all'istante quando ad accogliermi trovai i miei tifosi, anche in quelli in rosso, applaudirmi e chiedere autografi; onestamente un clima così cordiale non me lo aspettavo ma è bello quando la tifoseria insegue e apprezza il talento e non le dinamiche che seguono un personaggio.
Come varcai i tornelli del paddock, afferrai il braccio di Antonio e quasi lo stritolai. Ero immobile, non riuscivo a muovere nessun muscolo, nemmeno il più piccolo o il più banale; nella mia testa non si formulava né una parola, né un pensiero, il nulla cosmico. Ero ferma inerme, incapace di fare tutto, il tempo per me si era fermato, le persone scorrevano intorno a me ma non riuscivo a percepirle, i miei occhi erano fossilizzati solo ed esclusivamente sulla figura che si ergeva fiera dinanzi a me.
<Ciao Figliola> disse Jos soddisfatto nel constatare che la sua presenza mi facesse ancora effetto
Niente. Non riuscivo ad emettere alcun suono, volevo scappare ma i miei piedi erano ancorati al suolo, volevo rispondergli a tono ma era come se avessi dimenticato come si fa a parlare. Il nulla più assoluto.
<Salve Jos, le hanno concesso un'ora d'aria?> sentii dire in lontananza
<Leclerc, che piacere. Ho visto che sei rinsavito e hai fatto la scelta più giusta> specificò Verstappen senior
Charles mi guardò, ma io non mossi un muscolo, ero letteralmente pietrificata
Jos, non vedendo alcuna reazione da parte mia, avanzò lentamente verso di me, a passo sicuro e deciso, un sorrisetto beffardo stampato in faccia. Speravo di diventare magicamente invisibile o che il mio corpo si svegliasse da questo stato di mummificazione in cui era piombato ma niente, restavo ferma lì. Riuscì solo a fare un grande sospiro, non so da quanto tempo stavo ormai trattenendo il respiro, e con enorme fatica chiusi gli occhi, aspettando che lui mi facesse o dicesse qualcosa che mi avrebbe reso polvere.
Dopo alcuni istanti in cui non successe nulla, riaprii gradualmente gli occhi e mi trovai dinanzi Charles, di spalle, che si era posizionato davanti a me, mi riparava, era il mio scudo. Jos lo stava fulminando con lo sguardo e Antonio, si era posizionato per quanto possibile, al fianco del monegasco per proteggermi.
<Credo sia ora che tu torni da dove sei venuto, la ricreazione è finita> affermò duramente Leclerc
Jos rise, una risata ironica, piena di astio e cattiveria, come solo lui poteva fare. Poi tornò serio, si sporse leggermente verso di me, senza muoversi da dove fosse.
<Sto per ottenere i domiciliari.. ci vediamo a casa bambina mia> dichiarò divertito per poi andare via, sorpassando il monegasco con una spallata.
Solo allora, le mia gambe si fecero molli, vidi improvvisamente tutto sfocato, mi sentii mancare la terra da sotto i piedi e tutto diventò buio.
Pov Charles
Stavo camminando per il paddock, tra una foto, un autografo e l'affetto dei tifosi, la vidi entrare. Lucia ha una luce particolare, è un vulcano, quando non è intorno a te senti la sua mancanza perché tutto è estremamente silenzioso e monotono. Ero sicuro che fosse arrabbiata con me, ma io Alexandra l'avevo lasciata il giorno di pasqua, una volta tornato a casa. La nostra non era una vera e propria relazione, l'avevo baciata al gala è vero, ma quello è stato l'unico bacio vero che ci siamo scambiati, per il resto, di contatto fisico ce n'è stato poco. Alex sapeva che non l'amavo, ci avevo provato ma Lucia era scolpita nel mio cuore ed io ero stato un codardo. Ora volevo solo mettere le cose in ordine, al loro posto e riconquistare prima di tutto la sua fiducia e poi il suo amore.
Mi venne un colpo quando riconobbi di spalle una figura che purtroppo a me era familiare e non doveva essere qui. Jos. Vidi Lucia bloccarsi, era impaurita e la paura l'aveva pietrificata. La mano salda sul braccio di Antonio, gli occhi fissi e sbarrati in direzione di quello che dovrebbe essere suo padre, forse non respirava nemmeno più.
Non ci pensai due volte e intervenni, anche perché Giovinazzi non aveva colto al volo cosa stesse succedendo.
<Salve Jos, le hanno concesso un'ora d'aria?> affermai spavaldo avvicinandomi
<Leclerc, che piacere. Ho visto che sei rinsavito e hai fatto la scelta più giusta> rispose lui
Guardai Lucia per un istante, non si era nemmeno accorta che fossi qui, era completamente assente, come se si fosse trasformata realmente in una statua. Notai come Jos godesse di questa paura fulminante di sua figlia e come lo vidi avvicinarsi a lei, non ci pensai due volte a mettermi in mezzo. Ero sempre stato il suo scudo, prima doveva passare su di me e non avrei mollato la presa tanto facilmente.
Jos ed io eravamo faccia a faccia, lui con le mani in tasca, io con le mani incrociate al petto. Dai nostri sguardi volavano saette e con estrema sicurezza lo invitai a sparire dalla mia vita prima che potessi fare qualcosa che compromettesse la mia carriera. Lo vidi abbozzare un sorriso compiaciuto, sporgersi verso Lucia
<Sto per ottenere i domiciliari.. ci vediamo a casa bambina mia> dichiarò divertito per poi sorpassarmi con una spallata.
Rimasi sorpreso anche io dalla sua affermazione, mi voltai all'istante verso Lucia e per ringrazio i miei riflessi perché l'afferrai al volo. L'adagiai delicatamente a terra, le presi il viso tra le mani e lo allineai al mio
<Lucia! Apri gli occhi per favore! Lucia!> le gridai senza però ottenere risposta
<Ti prego amore mio, svegliati!> provai di nuovo, con la voce rotta
<Dannazione!> gridai
Corsi al centro medico, mentre Antonio andava a cercare Max. Più il tempo passava e più Lucia diventava bianca e fredda, avevo il cuore a mille, ero terrorizzato, mi ero ripromesso di proteggerla e mi sentivo di aver fallito.
<Torna da me principessa, per favore. Preferisco gli insulti a questa tortura> le dissi, stringendola ancora più forte a me
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My favourite Enemy Parte 2
RomanceVol.2 -> se ti sei perso la prima parte valla a recuperare ❤️ "Perché non lo lasci andare?" mi chiesero infinite volte "Perché per me Charles non è stato solo un fidanzato. É stato il mio migliore amico, il mio porto sicuro ogni volta che le pa...